Mentre resta ancora l’allerta inondazione, nonostante l’uragano Irene sia stato declassato a tempesta tropicale, ha comunque smesso di piovere nelle zone sud-est di New York. Parecchie persone sono scese in strada, credendo che l’incubo sia finito e ignorando l’appello delle autorita’ a rimanere ancora in casa. Il secondo picco di alta marea e’ atteso per le 11 (ore 17 italiane), dunque tra poco piu’ di un’ora. Ma nella zona di Brooklyn, dove si e’ registrata solo qualche strada allagata e qualche albero abbattuto, diverse persone hanno gia’ abbandonato le loro case per la curiosita’ di vedere gli effetti di Irene sul loro quartiere. Anche il traffico sta riprendendo lentamente a riempire le strade della zona est della citta’, ma i molti detriti presenti sull’asfalto appesantiscono il flusso di auto. Anche a Times Square qualche taxi giallo e qualche auto ogni tanto rompe la monotonia della strada deserta. Il peggio sembra passato, vento e pioggia non hanno creato i danni temuti. Resta ancora l’incognita dell’allagamento nel sud della citta’. La marea potrebbe salire tra un’ora ed allagare strade e tunnel di servizio. Gia’ le autorita’ hanno parzialmente chiuso l’Holland tunnel, che collega il New Jersey a Soho, nel sud- ovest di Manhattan, mentre ancora piu’ a sud, a Lower Manhattan le strade sono piene d’acqua alta circa venti centimetri, ma la zona e’ quasi totalmente evacuata dopo i numerosi allarmi lanciati dal sindaco della citta’ e da Scott Stringer, il presidente della circoscrizione.
Ecco un resoconto dettagliato a cura dell’Agi da New York durante l’uragano:
New York si e’ svegliata sotto una pioggia torrenziale, ma il peggio deve ancora arrivare. L’uragano Irene e’ giunto nel New Jersey, a pochissimi chilometri da Manhattan, e ha portato con se’ le onde del mare gonfio di vento. Ora, mentre secondo i meteorologi l’uragano sta lentissimamente perdendo forza, il timore delle autorita’ e dei pochi cittadini gia’ svegli si concentra sul pericolo di un’inondazione che bloccherebbe l’intera citta’. “Sono bloccato qui – spiega un portiere d’albergo a Manhattan – vivo a Brooklyn e non so come arrivare. Se va bene, la metro riparte alle 11 di stasera”. Ma il rischio, in caso di alta marea, oltre alle imprudenze di abitanti e turisti, e’ che i tunnel vengano allagati e che questo provochi uno stop di alcune ore agli impianti elettrici, con conseguenze sui sistemi di trasporto, illuminazione, condizionamento che potrebbero durare fino a giovedi’. Gia’ ieri sera nella citta’ dei grattacieli, in alcune zone a rischio era stato vietato l’uso degli ascensori. Ray Kelly, il capo della Polizia di New York, ha assicurato che le due vasche-memorial di Ground zero non subiranno danni e che la cerimonia del decennale dell’11 settembre si fara’. E Wall Street, gia’ duramente colpita dalla crisi finanziaria mondiale, vede come un incubo l’ipotesi di blocco elettrico per l’apertura della borsa di lunedi’ mattina, anche se le funzioni fondamentali del mercato finanziario sono garantite da mega generatori. Un altro rischio sono i piccoli tornado che si potrebbero creare localmente, in piazze e strade cittadine, travolgendo tutto quello che incontrano. L’allarme e’ alto a Brooklyn e negli Hamptons. Per ora a Long Island, una delle zone piu’ a rischio, sono caduti alcuni alberi, si e’ allagata una strada ed e’ andata via la corrente elettrica in alcuni palazzi, mentre Battery Park e’ deserta ma ancora le auto della polizia passano con gli altoparlanti invitando la gente che ancora dovesse trovarsi nel quartiere evacuato a non muoversi da casa. I centri di accoglienza cittadini sono pieni, 5000 persone hanno accolto l’appello del sindaco Bloomberg che ha avvisato: “Dovete mettervi al sicuro, questo non e’ un gioco”. Circa 370.000 persone hanno lasciato le loro case, ma fino all’ultimo molti, troppi, hanno sfidato la sorte, addirittura facendo surf sabato pomeriggio sulle spiagge di Long island. Ancora poche ore fa la citta’ viveva in un’atmosfera surreale. Il sabato sera e’ stato decisamente diverso dal solito. Il cuore di New York, la citta’ che non dorme mai, sembrava invece in piena trance nell’attesa dell’arrivo dell’uragano Irene. Times Square e’ rimasta illuminata, ma quasi deserta, chiusi i musical di Broadway, chiusi i piu’ famosi ristoranti. Nel pomeriggio di sabato molti i turisti e i newyorkesi che ancora hanno cercato negozi aperti, ma le grandi catene avevano gia’ chiuso tutte i battenti, con tanto di sacchetti di sabbia davanti alle porte. Alcuni store pero’ sono rimasti aperti, nella speranza di qualche affare dell’ultim’ora. “L’azienda questa notte ci paga l’albergo qui di fianco” spiegava ieri pomeriggio un commesso di uno dei pochi negozi tra la Quinta e la Sesta strada che non hanno ascoltato i richiami del sindaco Bloomberg. E nella centralissima Quinta, una coppia ha anche sfidato la forza della natura, sposandosi nel tardo pomeriggio, a pochissime ore dall’arrivo di Irene.