La Nasa ha anticipato di un giorno la previsione della caduta del satellite Uars sulla Terra, che arriverà nella nostra atmosfera venerdì 23 settembre e non sabato 24, come annunciato in precedenza dal prestigioso ente Statunitense. Uars, lo ripetiamo per chi ancora non è a conoscenza della notizia, è l’Upper Atmosphere Research Satellite, un vecchio satellite da 7 tonnellate lanciato in orbita nel 1991 e inattivo dal 2005. Tiene da settimane gli scienziati della Nasa col fiato sospeso, perchè impatterà sulla Terra e potrebbe non distruggersi completamente. Secondo gli ultimi calcoli degli studiosi, una ventina di detriti potrannoarrivare al suolo.
Il luogo del possibile impatto finora non è stato possibile prevederlo, ma gli esperti pensano che avverrà in qualche punto dell’oceano, dal momento che la maggior parte del globo è ricoperta dal mare.
Il rientro del satellite, che al momento si trova in orbita a 250km di altezza con un’inclinazione di 57 gradi, potrebbe interessare un’area di 800 miglia (1.287 km).
La Nasa comunque rassicura, sottolineando che le probabiltà che un frammento colpisca qualcuno è di una su 3.200, “estremamente remota“. Il satellite da 750 milioni di dollari, posto in orbita dallo Shuttle Discovery all’inizio degli anni ’90 per studiare l’interazione tra l’atmosfera terrestre e il sole, misurava la concentrazione di gas e dimostro’ senza ombra di dubbio l’impatto dei Cfc nell’apertura dei buchi nella fascia di ozono sui poli.
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