Nucleare: 6 mesi dopo Fukushima torna l’incubo atomico, stavolta ai confini dell’Italia

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A sei mesi esatti dalla catastrofe del Giappone che ha coinvolto la centrale atomica di Fukushima, torna l’incubo del nucleare con un nuovo incidente, alle porte dell’Italia. L’impianto di di Marcoule, nel sud della Francia, non lontano dalla città di Nimes e a soli 242 chilometri da Ventimiglia, ha avuto un’esplosione presso una delle fornaci di riprocessamento delle scorie causando un morto carbonizzato e quattro feriti e il rischio di fughe radioattive, per quanto smentite dopo qualche ora dal governo francese.
Costruito nel 1955, quello di Marcoule e’ il piu’ antico sito nucleare della Francia. Gestito dalla AREVA e dal Commissariato per l’energia atomica (CEA), nella centrale sono stati i reattori nucleari a uso militare per le ricerche destinate alla costruzione della bomba atomica francese. L’impianto non e’ una centrale nucleare e non contiene reattori nucleari. Dal 1970 e’ stata avviata una diversificazione delle attivita’ con la realizzazione di un reattore autofertilizzante Phenix e dal 1995 viene prodotto il combustibile di tipo MOX, miscela di uranio e plutonio, proveniente dagli scarti dei processi di arricchimento dei due componenti.
Secondo un portavoce dell’EDF, l’ente nazionale dell’energia elettrica francese, ”non si e’ trattato di un’esplosione nucleare, ma di un incidente industriale”, senza conseguenze radioattive. Ma il caso ha destato forte impressione in Francia, dove e’ alta la presenza di impianti atomici e dove nel 2008 era gia’ avvenuto un incidente nelle centrale di Tricastin a Bollene, con lo sversamento in due fiumi di acque contaminate da uranio. Paura anche in Italia, dove la Regione Liguria ha allertato la Protezione Civile per eventuali situazioni di emergenza.
La situazione è monitorata in tempo reale dagli addetti ai lavori, anche perchè come abbiamo già visto, in caso di nube radioattiva i forti venti di maestrale spingerebbero l’aria tossica verso la Sardegna.

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