Alluvione di Messina, il commosso ricordo di chi ha vissuto la tragedia

MeteoWeb

Sono passati due anni da un tragico evento che mi ha segnato nel cuore, non solo per la sua eccezionalità meteorologica ma anche per aver ucciso tanti miei amici e devastato i territori in cui vivo.
Mio cugino era  il proprietario della macelleria di Scaletta Zanclea, che già il 25 ottobre 2007 ebbe gravi perdite economiche, dovette chiudere l’attività per una settimana per ripulire i locali dal fango. Due anni fa, però, è morto, travolto dalla furia delle acque. Addio per sempre. Ti ho voluto tanto bene.

Scaletta Zanclea 25 ottobre 2007

Scaletta Zanclea 1 ottobre 2009

Dopo due anni, qui siamo tutti ancora sotto shock e dificilmente riprenderemo le nostre normali attività dopo questo disastro, ricordando le tante persone che abbiamo perso tirate per mano da madre Natura senza che potessimo salutarle per l’ultima volta, senza la possibilità di tentare di salvarle rendendoci conto che al loro posto potevamo esserci noi…

LA CRONACA DEL TRAGICO EVENTO

1° OTTOBRE 2009 (mattina)

La giornata inizia tranquilla sotto un sole a tratti anche caldo e mare completamente tranquillo: si tratta della famosa “quiete prima della tempesta“, quiete apparente di ciò che si scatenerà durante il pomeriggio-sera di questo tragico giorno che rimarrà impresso nella memoria di tutti i Messinesi.

A differenza del 2007 il sottoscritto racconterà quelle brutali ore non trovandosi in auto e grazie a Dio non rischiando la sua vita come invece altre persone questa volta, purtroppo, hanno fatto.

Dicevo dunque che la mattinata trascorre in modo tranquillo e per chi non conosce le previsioni dei modelli matematici sembrerebbe una classica giornata da “Ottobrata romana”, classica situazione stabile da fine Estate con ultimi scorci molto miti prima dell’avvio autunnale in piena regola.

Ma di stabile purtroppo in questa giornata non ci sarà nulla, nemmeno il terreno delle colline lo sarà poche ore più tardi, trascinando via per sempre la felicità della vita di intere famiglie spazzate via da da una bomba piovosa senza precedenti negli ultimi decenni in questi Comuni della Provincia di Messina.

1° OTTOBRE 2009 (primo pomeriggio)

Sono a casa e come al solito dopo pranzo mi dedico alla consultazione delle varie mappe meteorologiche per capire come e quando il tempo potrà peggiorare, dato che i vari aggiornamenti modellistici propendono per l’arrivo di un guasto proveniente dai quadranti meridionali durante il tardo pomeriggio e la notte successiva.

Tutto tace anche se la coltre celeste inzia a divenire meno ampia rispetto alla mattina, oscurata parzialmente dal passaggio di nubi medie provenienti da S-SE, con l’inizio del classico fenomeno da STAU nei rilievi dei Peloritani esposti ai venti sciroccali.

Il vento inzia a rinforzare leggermente anche se si mantiene tra il debole e il moderato con componente sciroccale da S-SE, con mare che da calmo diviene poco mosso con qualche increspatura solo al largo in pieno Ionio.

1° OTTOBRE 2009 (pomeriggio)

Decido, dopo aver dato un’occhiata al satellite, di fare un riposino prima di iniziare qualche aggiornamento della situazione poche ore più tardi, non potendo immaginare cosa sarebbe successo.

Premesso che nella meteorologia è possibile prevedere le ondate di maltempo anche intenso e, possedendo anche dei radar, poter seguire in linea diretta lo spostamento dei nuclei piovosi più forti, bisogna riconoscere che non è possibile ad oggi poter prevedere le zone circoscritte da eventi alluvionali di tale portata a cosi pochi km quadrati con molte ore o giorni di distanza.

Detto questo, per non creare inutili lamentele da parte di qualcuno che ancora oggi pensa che la meteorologia sia una scienza esatta dove tutto è scontato, si può ben capire come sia stato un evento molto difficile da inquadrare e dove nemmeno in linea diretta, mancando un radar meteo in zona, si è potuto avvisare dell’arrivo di un fronte piovoso temporalesco inusuale e non comune come i soliti forti temporali che molto spesso colpiscono l’area.

Tornando alla cronaca del pomeriggio, vengo svegliato intorno alle 16:00 da alcuni tuoni cupi, provenienti da lontano e da alcuni scrosci di pioggia anche molto forte ma discontinui.

Mi alzo, mi vesto e corro subito alla finestra per vedere di cosa si tratta!

Mi affaccio e noto delle nubi (si tratta di cumuli congesti) in rapido spostamento da Sud verso Nord che da Capo Scaletta iniziano a divenire più scuri, sotto la spinta di correnti meridionali in quota e al suolo che tendono leggermente a calare di intensità rispetto al primo pomeriggio.

E’ il primo segnale. Non immaginavo potesse iniziare già cosi presto il peggioramento, dato che i vari modelli lo posticipavano qualche ora più tardi.

Alzo gli occhi al cielo e noto una strana somiglianza delle correnti con il famoso 25 ottobre 2007, quando alle varie quote si scontrarono due tipi di flussi, uno proveniente attorno a SW alla quota di 500hpa e l’altro ai bassi strati proveniente dai quadranti sciroccali attorno SE.
Lo Stretto iniziava a trovarsi al centro di una particolarissima e rara convergenza meteorologica.

Ecco cosa è avvenuto e cosa avviene in quest’area in modo molto sintetico quando queste correnti confluiscono da sud/ovest in quota e da sud/est al suolo.
La situazione era evidente osservando il cielo con le nubi medio-basse che correvano dal mare verso la costa e con i rispettivi rilievi e le nubi più alte che da dietro le colline avanzavano lentamente verso il mare.

Da osservatore di fenomeni atmosferici da molti anni a questa parte e conoscendo la zona ho avuto come uno strano presentimento che qualcosa di grosso potesse ripetersi.

Era l’inizio di una SERATA TRAGICA per il Messinese Ionico!

Era ancora forte l’odore degli alberi spezzati, del fango, dei danni con le colline che eran venute giù in quell’occasione di appena due anni fa, mentre intanto il cielo era diventato nerissimo. Sembrava di ritornare a quel tragico 25 ottobre 2007. La cella temporalesca formatasi in loco era in rapida espansione da Sud: nelle ore successive avrebbe fatto il bis nelle medesime aree.

1° OTTOBRE 2009 ( nel corso del pomeriggio, ore 17.30 circa)

Tuona sempre più forte, lampi provenienti da Sud intervallati da forti rovesci di pioggia trasportati da raffiche di scirocco moderate sono l’antipasto di ciò che a breve si scatenerà.

Chiamo i miei fratelli, i miei genitori, la fatalità vuole che ci sia anche mio cugino e dico di caricare le pile della digitale e di prendere anche i cellulari per filmare il cielo davvero color pece.

Davanti a noi nel mare Ionio si inizia a formare un muro nero pece che precede il vero muro (bianchissimo) di piogge monsoniche torrenziali che in rapida formazione ed estensione andava ad avanzare verso le coste di Scaletta, Giampilieri, Briga, Molino, Altolia e a seguire Ponte Schiavo e Santa Margherita e S.Stefano Briga.

Non credo ai miei occhi, con i miei fratelli e mio cugino che iniziano a filmare l’avanzata della fortissima cellula temporalesca “AUTORIGENERANTE” io inizio ad esaltarmi per la mia passione più grande, quella dei fenomeni atmosferici, quello stato adrenalinico di veder scippiare un temporale e che forse a volte mi ha fatto rischiare pure di finire in seri guai addirittura rischiando la vita stessa.

Il cielo si copre sempre di più con tuoni sempre più forti e con i bagliori che diventano immediatamente scariche elettriche nube-suolo che toccano le ancor calde acque ioniche.

Inizia a piovere fitto con gocce enormi, la visione di tale potenza era più forte rispetto a due anni fa ma tra me e me non credevo potesse durare e sono salito a riguardare il satellite per scrutare la situazione in atto.

La conferma arriva pronta non appena vedo le immagini satellitari, noto subito un flusso di aria umidissima addensarsi alle basse quote che andava per scontrarsi con la cellula temporalesca in espansione e risalita da Sud.

E’ la classica situazione da GRANDI PIOGGE per le zone Ioniche di Messina e le prospettive sono per una semi-stazionarietà del flusso umido (10 nodi circa da SE ai bassi strati) con espansione convettiva dei grossi cumulonembi che addirittura hanno oltrepassato i 12.000 metri di quota con temperature al loro interno di -58°C circa.

E’ UN MOSTRO…E’ UNA BOMBA DI INAUDITA POTENZA!

Non ho il tempo di riguardare l’aggiornamento dei 15 minuti successivi dell’immagine satellitare che dalla mia mansarda esplode un clamoroso nubifragio mai visto prima, ma questo incredibilmente non era ancora il top di pioggia che da qui alle successive ore avrei visto.

Scendo di corsa giù e tutti sono affacciati alle finestre della veranda che ricordo sporge ad est e sud-est e godendo di ottima visibilità in queste direzioni ci accorgiamo che è già calata la notte: c’è un falso buio, un’oscurità che diverrà mortale.

E’ in arrivo un autentico diluvio biblico mai visto in precedenza negli ultimi decenni in queste zone, dove la pioggia è talmente forte da oscurare tutto e inondare tutto ciò che trova in pochi minuti.

Passano i minuti e inizia anche a soffiare fortissimo il vento dovuto ai fortissimi moti convettivi in atto nell’area temporalesca alluvionale, si piega tutto e temo anche che possa cadere l’impianto semaforico sulle autovetture parcheggiate vicino al neo nato lungomare.

Iniziano ad allagarsi le strade in modo serio e le macchine di passaggio da un senso e dall’altro rallentano e con il massimo della velocità dei tergicristalli non riescono a smaltire quell’abnorme quantitativo che stava precipitando.

Si fanno le 18.30 circa e salgo in terrazzo perchè sono pure in ansia di perdere i dati dei millimetri di pioggia accumulati nel pluviometro manuale e decido di prendere l’ombrello, aprire la porta della terrazza e rischiare di svuotarlo.

Arrivo sotto il pluviometro di corsa bagnandomi per la prima volta in questa incredibile serata e mi accorgo che per un pelo non trabocca tutta l’acqua, quindi decido di svuotarlo in un altro recipiente e poi alla fine dell’evento fare una somma totale di tutto.

Incredibilmente in appena un’ora e mezza circa ho già realizzato 100mm o forse più e non immagino che possa durare questa intensità o addirittura aumentare.
Ma invece mi sbaglio di grosso e scendendo nuovamente giù sento grida da parte dei miei fratelli che dicono “incredibile quello che sta per arrivareeeee“.

Tutti iniziamo a fare grida mentre squilla continuamente il telefono di casa mentre mio padre sdrammatizza con qualche battuta mentre i miei fratelli, Alessandro e Fabrizio filmano l’alluvione in corso.

E’ in arrivo la fase cruciale, quella più forte che durerà un’ora circa, la quale molto probabilmente ha dato inizio allo sfogo di fango e massi nelle colline alle nostre spalle che hanno iniziato a seppellire a morte molte povere persone che si trovavano sotto il tiro di quell’acqua a più di 40 km/h che scorrendo diabolicamente verso valle non ha lasciato scampo quasi per nessuno.

Lampi mostruosi con saette che cadono a pochissimi metri da noi con esplosioni assordanti che ti lasciano il famoso fischio al timpano si susseguono e si accavallano a ritmo impressionante, con i video che dimostrano solo parzialmente le scene terribili di quegli attimi, mentre ad appena 1 km da casa mia la gente iniziava a morire.

Telefono terrorizzato e dando le prime notizie a Salvatore Filloramo tramite cellulare e poi a Giacomo Rizzitano dal telefono fisso di casa, unico mezzo rimasto per comunicare dopo che l’energia elettrica è stata annullata attorno alle 19:20 circa per l’apocalisse che stava sommergendo tutto ciò che incontrava inglobando anche la centralina dell’Enel che rifornisce la mia zona di elettricità.

Con voce stupita inizio a gridare al telefono dicendo loro che è peggio del 2007, mamma miaaaa, ne parleranno i telegiornali…

Non mi sbagliavo, tutto ciò che era in atto da più di due ore era un segnale inequivocabile di un fenomeno raro e non comune, causato dalla stazionarietà precipitativa in loco e che stava arrecando una violentissima alluvione pagata a caro prezzo da molti.

Squilla il telefono, è mio zio il medico che essendo a Pezzolo non sa come scendere; è sommerso davanti da una frana e non può più proseguire verso casa considerato il torrente in piena e l’acqua che sta arrivando fin verso lo sportello.

Mio cugino si preoccupa di suo padre e gli dice di non muoversi per non rischiare di peggiorare le cose, ma lui proverà a passare da una stradina di S.Stefano Briga mentre noi siamo in ansia e preparati al peggio.

Mi ritrovo in quella situazione di mio zio due anni fa quando rischiai di morire anch’io in una situazione simile, mentre fuori la pioggia era talmente forte e fitta da non poter più vedere nulla a pochissimi metri.

Non possiamo più aprire le finestre mentre in strada ormai è caos totale con autovetture incolonnate che arrivano da Messina per andare verso i Paesi di Giampilieri e Scaletta, zone che ahimè in questi attimi stanno già sperimentando l’immane tragedia.

Ripensando adesso a quelle scene, rifletto e immagino a quante persone passando da li con le loro macchine andavano a morire a 1 km più avanti sommerse da metri e metri di terra e acqua indiavolata…

Scene da film horror che purtroppo non scorderemo facilmente e che a volte pur amando la Natura e i suoi fenomeni atmosferici, in quei frangenti noi meteoappassionati possiamo pure odiare come ho fatto io due anni fa quando stavo rischiando di finire a mare trascinato con la mia Ford.

Risalgo intanto sù per risvuotare di corsa il pluviometro e nell’ora trascorsa trovo incredibilmente il secondo pluviometro, stavolta pieno fino all’orlo e lo svuoto per la seconda volta mentre diluvia fortissimo con saette mostruose vicinissimo a me.

Perdo dei mm durante le varie operazioni ma non posso fare di meglio in quelle condizioni, sperando davvero che nn sia successo niente di tragico, anche se conoscendo la mia zona la speranza si assottiglia al lumicino vista l’assurdo fenomeno alluvionale in atto.

Riscendo sotto e risquilla il telefono, è mia nonna da Scaletta Zanclea, è terrorizzata, ha appena sentito che ci sono due morti al Capo Scaletta tramite vicini che hanno il figlio vicino con la sua ragazza che passando è scampata per miracolo alla prima terribile frana che ha sommerso purtroppo due miei amici ritrovati poi morti.

Lei intanto ha aperto la porta di fuori nella strada e quella che sporge a monte per non rischiare di morire dentro casa sommersa dalle acque, in modo tale che potesse farla defluire da una finestra all’altra. E’ invasa dal fango.

E’ l’ultima volta che la sentiremo: l’energia elettrica e il telefono fisso spariranno anche lì come in tanti altri posti limitrofi, mentre ancora fuori è in atto la fine del Mondo.

Dopo circa un’altra ora risalgo su per ricontrollare il dato pluviometrico, stavolta sento che è impossibile recuperare tutta l’acqua caduta ed infatti uscendo fuori trovo il pluviometro coperto d’acqua che tracima al di fuori, purtroppo il terzo pluviometro non potrò mai recuperarlo tutto e svuoto tutta l’intera cifra e lo rimetto apposto.

Iniziano le prime tristi telefonate che in questi giorni nei vari TG Nazionali avete potuto ascoltare con ricerche di aiuto, sia per allagamenti, sia per la paura della vita dei parenti dispersi, mentre tra la pioggia torrenziale da vero diluvio universale si fanno strada le prime sirene dei soccorsi.

Ormai non ci sono dubbi, è accaduto ciò che temevo, l’odore della morte era vicinissima mai come questa volta, mentre ritelefona con il cellulare mio zio dicendo con voce tremante “sono vivo per miracolo, un masso quanto una macchina mi ha sfiorato a pochissimi centimetri”.

Mio cugino è terrorizzato e tutti noi urliamo dalla paura, la spiaggia non esiste più e riusciamo a vedere dai fulmini la portata dei torrenti con letto ampio decine e decine di metri che da più punti si gettano a mare con una velocità pazzesca mai vista prima.

Durante questo evento si sono formati dei golfi veri e propri ed il mare si è ritirato di un centianio di metri là dove il materiale terroso e pietroso ha ricoperto l’intero fondale in quelle ore fino a decine e decine di metri.

Scenari agghiaccianti vengono illuminati a giorno dalle scariche elettriche mentre sono quasi le 22:30 e finalmente la pioggia sembra calare d’intensità.

Temiamo per le nostre autovetture che possano finire a mare dalla piena ma fortunatamente il nostro tratto è il meno colpito davanti al lungomare, mentre dal lato dietro della strada del Paese è una sepoltura totale con terra e acqua arrivata ormai al primo piano delle case.

Arrivano camion di pompieri, forze dell’ordine dei vigili urbani, carabinieri e polizia e poco dopo anche l’esercito e la protezione civile con decine e decine di mezzi, capiamo subito che la tragedia si è materializzata ma non possiamo immaginare come e di quali proporzioni.

Io rimango sveglio fino alle 02:00 circa e poi decido di andare a letto dato che pure la linea dei cellulari si è interrotta, siamo praticamente isolati con la S.S.114 chiusa e l’autostrada ME-CT franata insieme alla ferrovia.

Non sappiamo cosa sia successo realmente e le voci sentite da mia nonna ci mettono ancora più ansia anche perchè temiamo per la sua vita vedendo decine di mezzi di soccorsi credendo che ci siano stati crolli.

Ecco l’autovettura da dove purtroppo è stato estratto il corpo di un polizziotto deceduto.

Il racconto di questa storica e tragica giornata del 1° ottobre 2009 si chiuderà con un’enorme tragedia che poi nei giorni successivi farà parlare l’intera Nazione, con il Messinese Ionico colpito da una delle più forti alluvioni degli ultimi decenni, con il pluviometro del sottoscritto che ha totalizzato ben 275 mm di pioggia in circa 5 ore (accumulo parziale e sottostimato di molto sia dal vento che dalla perdita di alcuni mm durante le operazioni di svuotamento del pluviometro manuale).

Accumuli finali dell’evento in 3 giorni:

1 Ottobre: 275 mm (dato nettamente sottostimato);
2 Ottobre: 10 mm;
3 Ottobre: 8 mm
Totale di questi 3 giorni 293 mm (sottostimati nettamente per le cause dette).

La cella temporalesca alluvionale in formazione dalle immagini satellitari in sequenza ad infrarosso:

Altre immagini satellitari e dei temporali in atto nell’area Ionica Messinese che evidenziano il tremendo momento con scariche a fondoscala durante l’alluvione disastrosa:

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