L’alluvione che martedì scorso ha devastato Lunigiana e Cinque Terre si poteva evitare? E c’è qualcuno che ha delle responsabilità per questo disastro? Il procuratore di Massa, Aldo Giubilaro, insieme al suo sostituto Rossella Soffio, sta provando a dare una risposta a queste domande e nominerà presto un collegio di esperti che dovrà lavorare sui luoghi colpiti dall’alluvione nella Lunigiana, soprattutto tra Pontremoli e Aulla. Il procuratore confida in una relazione sui danni e sulle cause entro pochi mesi. Giubilaro, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha parlato di “indagini a 360 gradi, senza tesi preconcette e che interessano, al momento, l’argine del Magra sfondato dalla piena, la diga di Teglie che non può essere sequestrata ma la cui documentazione tecnica verrà acquisita dai carabinieri, con accertamenti anche nei dintorni, i momenti precedenti al disastro, la comunicazione dell’allarme da parte degli enti preposti e le misure prese successivamente da chi ha avuto il compito di intervenire”.
Sulla diga di Teglie lo stesso capo della protezione civile Franco Gabrielli, aveva detto di non aver avuto segnalazioni circa un ruolo dell’invaso nell’accaduto, mentre sulla questione dei fax di allerta prosegue il ping-pong delle responsabilità tra il sindaco di Pontremoli che afferma di averli inoltrati e quello di Aulla che sostiene di non aver ricevuto alcuna comunicazione di allarme.
“Ho rischiato di morire anch’io, abbiamo lasciato tutte le nostre auto parcheggiate davanti al Comune, nessuno ci ha avvertito della piena del Magra che stava scendendo minacciosa verso di noi” ha infatti ribadito oggi il sindaco di Aulla, Roberto Simoncini, tornando sulle polemiche per il mancato allarme. “Nessuno di noi sapeva nulla, nessuno ci ha avvertito“: ha detto più volte Simoncini, mente da Pontremoli sarebbero partiti diversi fax di allarme..
Intanto oggi è stato anche il primo anniversario dell’alluvione che colpì Massa il 31 ottobre 2010: allora morirono sotto due frane a Lavacchio e Mirteto una donna, Nara Ricci, col figlioletto di 2 anni, ed il camionista Aldo Manfredi. Stasera i famigliari delle vittime, assieme a tutti i cittadini delle zone colpite dall’alluvione di due anni fa, saranno sotto il comune di Massa con fiaccole e candele per ricordare i propri cari. Nessuna istituzione, hanno precisato gli organizzatori, e’ stata invitata alla fiaccolata.
Anche in Liguria sono in corso le indagini, perchè la Procura della Spezia ha aperto un’inchiesta sull’alluvione con riferimento ai territori Liguri, quindi nella Val di Vara e sulle Cinque Terre, dove sono morte sette persone soltanto nell’estremo levante della Regione, e altre 4 risultano disperse. L’inchiesta dovrà accertare le cause e le eventuali responsabilità del disastro. Per ogni vittima del maltempo la Procura del capoluogo ha aperto un fascicolo contro ignoti. Oggi, nell’ambito dell’indagine conoscitiva che è stata affidata alla Guardia di Finanza, il procuratore capo della Spezia, Maurizio Caporuscio, insieme al comandante provinciale delle fiamme gialle, Marco Defila, al comandante del nucleo di polizia tributaria, Giovanni Saviello e ad un geologo della polizia giudiziaria, ha eseguito una ricognizione del tratto costiero e dell’entroterra interessato dai fenomeni alluvionali del 25 ottobre. Il pool investigativo ha raggiunto con una motovedetta delle fiamme gialle le frazioni costiere maggiormente colpite dal maltempo e, scortato da personale della Guardia di Finanza che era già presente sul posto, ha proseguito a terra l’esame valutativo della situazione venutasi a creare a seguito dell’emergenza idrogeologica.