L’Unione europea scende in campo contro la pesca illegale, assumendo la leadership del contrasto al fenomeno. Due saranno le linee direttrici sulle quali si muove la strategia: la promozione di un’efficace cooperazione internazionale contro la pesca illegale e la creazione di blacklist mondiali per seguire le attivita’ illegali negli oceani. Considerando che i due terzi degli oceani nel mondo sono sotto giurisdizione nazionale, l’Unione europea, l’Onu e le organizzazioni regionali per la gestione della pesca (Orgp) dovranno organizzarsi per trovare una strategia comune e globale. La pesca illegale rappresenta il 15% del totale mondiale del mercato ittico, ovvero tra gli 11 e i 26 milioni di tonnellate all’anno. Questo fenomeno compromette il ripopolamento delle riserve ittiche e ha effetti a lungo termine sulla sicurezza del cibo e sull’ambiente. L’Unione europea si incarica di promuovere un’efficace cooperazione internazionale contro la pesca illegale impedendo in primo luogo alle navi di cambiare bandiera per liberarsi dalle proprie responsabilita’. L’Ue propone di rafforzare il ruolo delle organizzazioni regionali per la gestione della pesca (Orgp); e di avviare una politica di sanzioni contro i Paesi membri che non osservano le regole della Politica comune della pesca (Cfp).