La missione Dawn della NASA, che è in orbita intorno a Vesta da metà luglio, ha rivelato che nell’emisfero sud l’asteroide vanta una delle più grandi montagne del Sistema Solare. Altri risultati mostrano impressionanti diversità nella composizione della superficie dell’asteroide, in particolare attorno ai crateri. La superficie appare molto più ruvida rispetto alla maggior parte degli asteroidi della fascia principale. Le aree del Sud del corpo roccioso sono più giovani di 1-2 miliardi di anni rispetto a quelle settentrionali, come dimostrano i risultati preliminari presentati Mercoledì scorso alla riunione di Nantes, in Francia. “Stiamo imparando molte cose incredibili su Vesta, che noi chiamiamo il più piccolo pianeta terrestre“, ha detto Chris Russell, ricercatore responsabile della missione Dawn, che poi aggiunge: “come la Terra, Marte, Venere e Mercurio, Vesta ha antiche colate di lava basaltica sulla superficie e un nucleo di ferro di grandi dimensioni. Ha caratteristiche tettoniche, avvallamenti, creste, scogliere, colline e una montagna gigantesca, più grande di quella delle isole Hawaii, che se misurata dal fondo dell’Oceano è la più alta montagna della Terra. E’alta quasi quanto il monte Olimpo, il vulcano più alto di tutto il Sistema Solare“. La superficie di Vesta mostra i segni del tempo, essendo forse la più vecchia di tutto il Sistema Solare. L’emisfero settentrionale sembra essere più butterato da crateri perchè nell’emisfero Sud un enorme impatto ha “nascosto” quelli presenti in precedenza. La superficie di Vesta è stata osservata e studiata per ogni Km quadrato dal veicolo spaziale, che a Luglio si è avvicinato molto all’asteroide entrando in orbita polare. A metà Agosto ha mappato tutta la superficie illuminata dal Sole da 2700 Km di quota, attraverso la sua macchina fotografica e lo spettrometro in luce visibile e all’infrarosso. “Nel mese prossimo è attesa una nuova mappatura con una risoluzione di 60 metri“, ha riferito Carol Raymond. Un nuovo sistema di coordinate è stato definito per Vesta perché il vecchio sistema, basate su dati telescopici a bassa risoluzione era sbagliato di quasi 10 gradi. Anche con i dati del telescopio spaziale Hubble era stato difficile determinare l’asse di rotazione dell’asteroide. Dopo aver definito il sistema di coordinate, la squadra ha iniziato a nominare le caratteristiche di spicco. “Il capo del gruppo spettrometro di mappatura, Angioletta Coradini, ha suggerito che il grande cratere a sud di Vesta doveva essere chiamato Rheasilvia, in onore alla madre di Romolo e Remo. La IAU ha accettato tale proposta, in onore alla donna scomparsa un mese fa. Il team sta ora misurando i crateri, identificando crinali e colline, e conta di avere la superficie illuminata dal Sole completamente mappata entro la fine dell’anno. “Una delle caratteristiche di colore più prominente sulla superficie di Vesta è associato ad un cratere con un diametro di 40 km in prossimità dell’equatore. Esso mostra uno spettacolare colore rosso. Crediamo che questa coperta di espulsione, che copre solo un semicerchio, sia stata creata da un urto che ha colpito la superficie su una traiettoria di incidenza obliqua“, ha detto Andreas Nathues di MPS. “I dati di diverse lunghezze d’onda possono essere combinati per indagare i diversi tipi di materiali. Le variazioni di colore viste da VIR suggeriscono variabilità nella mineralogia di superficie. Variazioni di luminosità viste in luce visibile possono essere confrontate con l’emissione termica a cinque micron per determinare l’origine delle variazioni. Le variazioni di temperatura della superficie vanno da 240 a 270K“, ha detto Maria Cristina De Sanctis, dell’INAF-IASF. La superficie di Vesta ha una serie sorprendente di caratteristiche strutturali, tra cui il massiccio montuoso al polo sud, ripidi pendii, avvallamenti profondi, una serie di linee curve che appaiono in alcuni casi associate a crolli o frane. La variazione di luminosità di Vesta indicano che la superficie di Vesta è molto ruvida, causando la dispersione di luce. La navicella spaziale Dawn ripartirà nel mese di Luglio 2012 con destinazione Cerere, attorno al quale arriverà nel 2015.