
Fontana di lava dal Nuovo Cratere di Sud-Est (a sinistra) e colata lavica sulla parete occidentale della Valle del Bove, verso la fine dell'episodio parossistico del 23 ottobre 2011, viste da Trecastagni, sul versante sud-orientale etneo. Foto ripresa alle ore 22:40 GMT (= ore locali -2) da Boris Behncke, INGV-Osservatorio Etneo (Catania)
Nella serata di ieri, domenica 23 ottobre 2011, si è verificato il 17° episodio eruttivo parossistico dal Nuovo Cratere di Sud-Est (Nuovo CSE) dell’Etna dall’inizio dell’anno, 15 giorni dopo l’episodio precedente (8 ottobre). Questo evento – come spiegano gli esperti dell’Ingv di Catania – è stato caratterizzato da una brevissima fase di “preludio”, mentre la fase di fontanamento lavico si è protratta per più di 90 minuti, ed è stata seguita da una lenta diminuzione dell’attività, diversamente dai parossismi precedenti che sono stati più brevi e sono terminati in maniera più rapida. La nube di gas e tefra prodotta durante questo episodio è stata spinta dal vento verso est, causando ricadute di cenere e lapilli nel settore da Zafferana e Milo fino a Giarre e Riposto.
Alle ore 19:13 la telecamera di sorveglianza visiva dell’INGV-Osservatorio Etneo (Catania) sulla Schiena dell’Asino ha cominciato a registrare una debole attività esplosiva; verso le 19:35 sono apparse anche delle piccole anomalie nelle immagini della telecamera termica posta sulla Montagnola. Allo stesso tempo, l’ampiezza del tremore vulcanico ha cominciato a incrementare, accompagnato dal tipico spostamento della sorgente del tremore verso il Nuovo CSE e verso la superficie.
Dopo le 19:40, l’attività esplosiva è aumentata rapidamente, ed alle 20:07 la lava, che riempiva completamente il cratere, ha iniziato a tracimare dal suo orlo sudorientale, attraverso la lacuna dove in tutti gli episodi parossistici recenti si è aperta una piccola frattura eruttiva. La lava ha formato un flusso che si è espanso lentamente in direzione della Valle del Bove, mentre l’attività esplosiva continuava a mostrare un’intensificazione repentina, per passare, alle ore 20:26, da attività stromboliana a fontanamento fino a qualche decina di metri di altezza sopra l’orlo craterico. Alle ore 20:36, si è aperta una bocca sul fianco sud-orientale del cono, producendo alla sua volta una fontana di lava e portando ad un sensibile aumento del tasso effusivo.

Colata lavica in discesa sul versante occidentale della Valle del Bove, vista da Dagala del Re, sul versante orientale etneo, alle ore 22:00. Foto ripresa da Boris Behncke, INGV-Osservatorio Etneo (Catania)
L’altezza delle fontane di lava è aumentata significativamente dopo le 21:00, quando hanno raggiunto i circa 300 m di altezza sopra il cratere. Intorno alle ore 21:30 si è attivata una terza bocca eruttiva, all’interno del Nuovo SEC, possibilmente in una posizione più vicina al suo orlo settentrionale. I prodotti dell’attività esplosiva hanno iniziato a ricadere abbondantemente sul fianco orientale del cono formando una spessa cortina, mentre i blocchi incandescenti di maggiori dimensioni rotolavano fino alla sua base, dove il pendìo diventa piatto. Intorno alle 21:29 l’area sommitale è stata anche interessata da due lampi, probabilmente innescati dalla frammentazione del magma. Dopo le 22:30 l’attività sia effusiva che esplosiva è diminuita drasticamente, passando nuovamente ad attività stromboliana verso le 23:00, per poi cessare del tutto alle 23:15.
La colata lavica, che continuava di avanzare verso il fondo della Valle del Bove fino alle 00:40 circa della scorsa notte, ha seguito lo stesso percorso delle colate emesse durante i parossismi precedenti, arrestandosi poco a monte di Monte Centenari. Il settore più colpito dalla ricaduta di tefra (cenere e piccoli lapilli scoriacei) è stato quello orientale, estendendosi dalla zona di Zafferana (di cui solo la parte settentrionale ha ricevuto una notevole quantità di cenere), Milo e Fornazzo, attraverso Santa Venerina e Dagala del Re fino a Giarre e Riposto e paesi limitrofi.
L’intervallo di calma fra questo episodio e quello precedente (15 giorni) è stato più lungo di quelli che hanno separato tutti gli episodi parossistici a partire da quello del 9 luglio 2011; invece la fase di “preludio” è stata più breve rispetto a quelle precedenti. L’acme di questo parossismo è stato più lungo, con fasi di temporanea diminuzione seguita da riprese più violente; tuttavia le fontane di lava hanno raggiunto altezze massime di circa 300 m (quelle dell’episodio parossistico del 28 settembre sono state alte 600-800 m). Si nota inoltre che durante questo evento, il sistema di fratture e bocche eruttive formatesi sul fianco settentrionale del Nuovo CSE durante i parossismi dell’8, 28 settembre e 8 ottobre, non si è riattivato.