Frane: è un’emergenza mondiale; in Italia ce ne sono quasi 500 mila l’anno

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La frana di Briennio, sul lago di Como, del 7 luglio 2011

Sono oltre 486 mila le frane che si registrano in Italia e che interessano il 6,9% del territorio nazionale, con una superficie complessiva coinvolta di oltre 20.700 chilometri quadrati. Il nostro paese a causa delle frane ha speso una media di circa 1 miliardo di euro l’anno. Questi i dati emersi dal progetto Iffi, l’inventario dei fenomeno franosi in Italia realizzato dall’Isrpa, insieme alle Regioni e alle Province autonome, e presentato nell’ambito del secondo Forum mondiale sulle frane in corso alla Fao a Roma.
Nel nostro paese ben il 70,5% dei Comuni (5.708) e’ coinvolto da fenomeni franosi e di questi, riferisce il processo Iffi, 2.940 sono catalogati con un livello di attenzione molto elevato. Anche le reti di collegamento presentano diversi punti critici che sono 1.806 nel tracciato ferroviario nazionale e 706 in quello autostradale. Solo nel 2010 si sono verificati 88 eventi principali di frana sul territorio italiano con 17 vittime, 44 feriti e ben 4.431 persone evacuate. Ventotene, Merano, Maierato, San Fratello, sono solo alcuni degli eventi che hanno segnato gravemente il nostro paese e le regioni piu’ colpite sono state Liguria, Campania, Lombardia, Toscana, Sicilia e Calabria.
Nel solo XX secolo, secondo il Catalogo AVI (Aree Vulnerate Italiane) realizzato dal CNR-GNDCI e aggiornato al 2002,  in Italia ci sono state oltre 7 mila vittime e 162 mila sfollati – senza tetto.

Tra le cause più importanti nell’innesco delle frane ci sono sicuramente le precipitazioni concentrate ed intense, i terremoti e una errata gestione del territorio (disboscamenti, tagli stradali, abusivismo edilizio).

Lo sviluppo antropico nel mondo degli ultimi decenni e la concentrazione delle popolazioni in poche aree urbanizzate ad elevata pericolosità, come nel caso di megalopoli quali Rio de Janeiro o La Paz, provoca un forte incremento di perdite umane ed infrastrutturali. Le modificazioni del clima e quelle del sistema sociale ed infrastrutturale, rendono oggi necessaria una riflessione sull’importanza di nuove politiche di pianificazione in aree potenzialmente suscettibili a fenomeni franosi che possono trasformarsi in veri e propri disastri per la presenza di insediamenti urbanizzati.

 Il Forum alla FAO alla sua seconda edizione (la prima a Tokyo nel 2008) vede coinvolti per 5 giorni ben 77 paesi con 662 contributi scientifici e relazioni orali divise su 25 sessioni tematiche, dalla mappatura delle frane, alla valutazione degli impatti, alla mitigazione e al monitoraggio. L’obiettivo dichiarato è quello di applicare la scienza e la tecnica per azioni concrete di riduzione del rischio.

Sono calcolabili in 6 miliardi di euro i danni che ogni anno provocano le frane nei paesi piu’ industrializzati del mondo. Per gli Stati Uniti si parla di 1.200 milioni di euro l’anno, al Giappone le frane costano 1.500 milioni di euro, mentre alla Cina 500 milioni e all’India 1.300 milioni di euro. Nell’Unione europea sono state censite oltre 712 mila frane e, tra danni e opere di ripristino nel nostro paese sono stati spesi una media di circa 1 miliardo di euro l’anno. Questo il bilancio presentato questa mattina al secondo Forum mondiale sulle frane, in corso nella sede della Fao a Roma e promosso dall’Ipl (Global promotion commette of the International programme on land slides) e che vede l’Ispra, l’Istituto italiano per la protezione e la ricerca ambientale, in prima linea tra le istituzioni coinvolte.

La tutela del suolo “e’ una sfida per la sostenibilita‘” e la riduzione dei danni per i costi sostenuti a causa del dissesto idrogeologico dal nostro paese “non solo serve” a tutela dei cittadini ma “offre anche nuove opportunita’ di crescita“. Lo ha affermato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, intervenendo questa mattina alla cerimonia di apertura del Secondo Forum mondiale sulle frane, in corso alla Fao a Roma. Letta ha sottolineato che “l’impegno del nostro paese” su questo fronte “e’ forte e lo dimostra la presenza di Bernardo De Bernardinis alla guida dell’Ispra” un uomo, ha aggiunto Letta, che ha gestito sul terreno questo tipo di emergenze “essendo stato l’anima della Protezione civile per molti anni“. Letta ha quindi sottolineato ancora che c’e’ “una stretta connessione tra la prevenzione delle calamita’ naturali, le nuove tecnologie e l’innovazione industriale“.

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