Dopo l’incidente alla centrale nucleare di Fukushima si è prodotta una gravissima contaminazione radioattiva delle acque marine circostanti: l’Istituto di radioprotezione e sicurezza nucleare (Irsn) ha rilevato una concentrazione di cesio 137 pari a 27 milioni di miliardi di becquerels. “Questo sversamento radioattivo in mare rappresenta il più consistente ‘contributo’ di radionucleidi artificiali in mare mai osservato“, rileva l’Irsn in un comunicato. La quota maggiore di questo sversamento, l’82%, è stata sversata prima dell’8 aprile. Il quantitativo rilevato con questa ultima misurazione è 20 volte superiore a quello stimato dalla Tepco (la società di gestione dell’impianto) diffuso a giugno.
Grazie alle correnti marine più importanti del globo – spiega l’Irsn – le acque contaminate sono state rapidamente spinte verso il largo: “La localizzazione di Fukushima ha permesso una dispersione eccezionale dei radionucleidi“. Diluito nella totalità delle acque del Pacifico, il quantitativo di cesio 137 sversato in mare dalla centrale nucleare giapponese “non dovrebbero avere un impatto significativo in termini di radioprotezione” sui pesci che vivono in alto mare. Ciò nonostante, aggiunge l’Istituto, “potrebbe persistere nel tempo una contaminazione significativa dell’acqua del mare sul litorale vicino alla centrale incidentata“, tanto da rendere necessaria una sorveglianza delle specie ittiche per diversi decenni a venire. La radioattività del cesio 137 diminuisce della metà ogni 30 anni.