La spiegazione, anche semplice, del fenomeno del Niño, è troppo lunga per essere esposta in un solo articolo. Si è pensato quindi di divederla in due o tre parti. Questa è la prima, il resto sarà pubblicato nelle prossime settimane.
Il fenomeno del Niño – parte 1
Il nome El Niño deriva dalla lingua spagnola e significa “il bimbo”. Già due secoli fa, i pescatori peruviani avevano notato che a volte il mare era meno pescoso, soprattutto nel periodo di Natale, per cui il fenomeno veniva collegato alla nascita di Gesù bambino, quasi una invocazione a risparmiare ai pescatori questa disgrazia. Inoltre avevano notato che in tutti questi episodi di bassa pescosità, il mare era notevolmente più caldo del solito. Gli abitanti di quelle regioni parlavano anche di un fenomeno opposto, meno intenso ma con la stessa ricorrenza, che per analogia viene detto “La Niña”, che significa “la bimba”. In queste occasioni la pescosità del mare aumentava
Fino agli inizi del ‘900, il fenomeno era considerato solamente una drastica diminuzione della pescosità del mare, legato forse alle correnti marine, ma non si pensava che la sua origine risiedesse nell’atmosfera.
Il Niño quindi era visto esclusivamente come un fenomeno economico e sociale. Grazie agli studi di insigni meteorologi, è stata scoperta la causa della sua formazione e si è messo in risalto che, dal punto di vista scientifico, esso non riguarda solamente il mare, ma è un fenomeno globale, che coinvolge la coppia oceano atmosfera.
Più precisamente la parte del fenomeno riguardante l’oceano è chiamato El Niño, ed è una variazione periodica della temperatura dell’Oceano Pacifico orientale.
La parte del fenomeno riguardante l’atmosfera è invece chiamata Oscillazione Meridionale. Tale nome è dovuto alle oscillazioni, che si possono notare facendo delle medie mensili o stagionali, della differenza tra la pressione atmosferica misurata su delle stazioni poste ai bordi opposti dell’Oceano.
Nel 1923, Sir Gilbert Thomas Walker, cominciò a fare degli studi sulle misure della pressione rilevate a Tahiti (Oceania), che si trova nella parte centrale dell’Oceano Pacifico e quelle rilevate a Darwin (Australia), nella zona occidentale dello stesso Oceano. Inizialmente Walker notò solamente che tali oscillazioni erano fortemente correlate con le variazioni annuali di piovosità nelle colonie inglesi dell’India e del Pacifico.
Successivamente egli elaborò anche un modello matematico che rendeva conto del fenomeno fisico da lui scoperto e che in suo onore prese il nome di “circolazione di Walker”. Poiché a periodi di alta pressione corrisponde in media una minore piovosità e viceversa, l’ Oscillazione Meridionale può essere la causa dei periodi di siccità o delle alluvioni che periodicamente si verificano in America Centrale e in Indonesia.
Fu solo nel 1969 che Jacob Bjerknes, allora Capo del Dipartimento di Meteorologia dell’Università della California a Los Angeles (UCLA), propose una teoria che interpretava il Niño come un fenomeno globale, mettendolo in relazione all’Oscillazione Meridionale (in Inglese Southern Oscillation. SO).
Da allora, il termine scientifico più corretto per descrivere il fenomeno nel suo insieme è dunque ENSO, combinazione di El Niño e Southern Oscillation, anche se oggi ENSO e El Niño sono utilizzati indifferentemente come sinonimi anche all’interno della comunità scientifica.
In condizioni normali, la circolazione generale dell’ atmosfera, nella fascia attorno all’ Equatore, è caratterizzata da venti costanti, detti alisei, che soffiano da nord est nell’ emisfero boreale e da sud est in quello australe. Entrambi le componenti convergono in quella che viene detta “Fascia di convergenza intertropicale”, che circonda tutta la terra attorno all’ equatore.
Una rappresentazione grafica dell’ andamento dei venti “Alisei” è illustrata nella Figura 2, in cui sono riportate con delle frecce, le velocità medie del vento a 10 metri dalla superficie del mare. La figura,» precisò Alberto, come per scaricarsene ogni responsabilità, «è stata elaborata dal National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), usando i dati dei venti al suolo, osservati dal 1981 al 1994.
Altre informazioni di carattere scientifico e meteorologico si possono trovare sul sito: http://alfiogiuffrida.blogspot.com/