I satelliti hanno seguito l’attuale tempesta tropicale Jova dalla sua nascita sull’Oceano Pacifico sino alla scorsa notte, quando ha impattato sulla costa occidentale dello stato messicano di Jalisco come un uragano di categoria 2. Dopo esser divenuto uragano, e prima di giungere sulla costa, Jova è oscillato nella sua forza. Un indicatore molto importante per la forza di un uragano è l’occhio centrale, coperto a tratti dalle nubi. In un’immagine ripresa il 10 ottobre alle 01:40 EDT con il Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer (MODIS), strumento presente su un satellite della NASA, l’occhio era chiaramente visibile. In un’altra immagine visibile invece attraverso il satellite VA-11 del NOAA, ripresa l’11 Ottobre alle 12:45 pm EDT, l’occhio risulta “pieno”. Oltre a questa evidenza, il satellite della NASA ha evidenziato, tramite osservazioni a raggi infrarossi, una temperatura gelida nella parte superiore delle nubi temporalesche, indicata a circa -80°C. Le gelide temperature presenti nel top delle nubi, indicano che c’è un’enorme quantità di energia nella tempesta. Più i valori sono bassi, più si evince la potenza del sistema temporalesco. Jova è stato declassato ormai a tempesta tropicale dopo il suo landfall, tipico di queste tempeste. Le acque calde sono infatti la loro principale fonte di vita, e sono tagliate fuori una volta che giungono sulla terraferma. Jova però continua a percorrere la sua strada e pian piano continuerà ad indebolirsi, sino a perdere completamente potenza nella giornata di Venerdì. Attualmente presenta venti a circa 100 Km/h, ma la maggior preoccupazione è quella che potrebbe scaricare veri e propri diluvi su alcune aree, dovre potrebbero cadere sino a 300 mm di pioggia e localmente sino a 500 mm.
L’uragano Jova visto dai satelliti

Credit: Movis and VA-11