Un piano per limitare il degrado degli oceani e affrontare minacce come lo sfruttamento eccessivo della pesca, l’inquinamento e il declino della biodiversita’. Lo hanno messo a punto quattro agenzie delle Nazioni Unite per incoraggiare i paesi a rinnovare il loro impegno a migliorare la gestione dei mari. Il piano cerca di mettere in luce l’opportunita’ che i paesi hanno di creare meccanismi istituzionali piu’ efficaci per proteggere sia gli oceani sia le aree costiere, alla vigilia della conferenza Onu sullo sviluppo sostenibile, il cosiddetto Rio+20, previsto l’anno prossimo. In quell’occasione, i leader mondiali si incontreranno per fare il punto sui progressi nel campo dello sviluppo amico dell’ambiente e affrontare nuove sfide. I mari coprono il 70% della superficie del Pianeta, ma solo l’1% di questi e’ protetto. Inoltre, il 60% dei principali ecosistemi marini e’ danneggiata o sovrasfruttata, con effetti negativi su habitat preziosi come quelli delle mangrovie e dei coralli. Gli oceani assorbono anche quasi il 26% delle emissioni di CO2 nell’atmosfera, aumentando sempre piu’ la loro acidita’ che ha un impatto su plancton e l’intera catena alimentare, con effetti sempre maggiore su tutti gli ecosistemi. Il documento, prodotto da Unesco, Undp, Fao e Imo, include una serie di raccomandazioni e sara’ presentato il primo novembre a Parigi dalla direttrice dell’Unesco, Irina Bokova.
Mari a rischio: ecco il piano dell’Onu per salvarli
