Argentina e Brasile si uniscono per la salvaguardia della balena franca australe, che popola le coste dei due Paesi e chiedono la realizzazione di un ‘santuario’ (area protetta) in acque internazionali, nell’oceano Atlantico del sud. Ad opporsi e’ il Giappone, spalleggiato da altri Paesi, che gia’ alla 63ma riunione della Commissione baleniera internazionale, riunitasi a giugno, ha votato contro. I due Paesi latini tuttavia non si danno per vinti e potrebbero trovare alleati per l’appuntamento di Panama 2012. La balena franca australe (scientificamente ”eubalaena”), specie a rischio di estinzione, deve il suo nome al fatto che nuota lentamente e che da morta galleggia: e’ per questo che i cacciatori la considerano la piu’ facile (”franca”) da cacciare. La penisola di Valdez, in Argentina, e’ uno dei migliori punti di osservazione per ammirare questi splendidi cetacei che misurano tra i 13 ed i 15 metri, per un peso che si aggira tra le 45 e le 60 tonnellate, tanto che la zona e’ meta di un turismo che registra numeri in costante aumento. Proprio in quest’area della Patagonia l’Istituto di conservazione delle balene realizza una serie di indagini, attraverso la fotoidentificazione degli esemplari, costituendo un’opera che si qualifica come la piu’ estesa e piu’ completa dell’Atlantico sud-occidentale. E dallo studio risulta come almeno 54 specie che rappresentano oltre il 60% della diversita’ mondiale dei cetacei abiti le acque del Santuario che ci si propone di realizzare, che comprende le acque oceaniche dall’Ecuador fino ai 60 gradi di latitudine a sud, estendendosi fino alle coste dell’Argentina, Uruguay e Brasile, e a quelle del Sudafrica. E in vista della prossima riunione della Commissione baleniera internazionale, la grande sfida che attende Argentina e Brasile e’ proprio quella di ottenere l’appoggio di Uruguay e Sudafrica contro la politica condotta dal Giappone. Non e’ da sottovalutare inoltre come il progetto dell’area marina protetta, come ad esempio esiste gia’ nel mar Mediterraneo, possa portare anche alla cooperazione scientifica internazionale in altri settori e allo sviluppo del turismo sostenibile, dedicato proprio all’osservazione della balena franca australe, con una ricaduta economica positiva per numerose comunita’ costiere.
Nell’oceano Atlantico un “santuario” per salvaguardare le balene
