L’aula della Camera ha approvato una mozione dell’Idv che impegna il governo alla ”soppressione dei finanziamenti” previsti per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina. Il testo e’ passato con il parere favorevole del governo. La mozione, discussa insieme ad altre riguardanti la stessa materia, impegna il governo “ad incrementare, come richiesto dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, la dotazione del fondo per il finanziamento del trasporto pubblico locale” e “ad assumere iniziative volte a reperire le risorse economiche necessarie, anche eventualmente ricorrendo al fondo per gli interventi strutturali di politica economica” e “alla soppressione dei finanziamenti che il governo ha previsto per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, pari complessivamente a 1 miliardo e 770 milioni di euro, di cui 470 milioni per il solo anno 2012 quale contributo ad Anas s.p.a. per la sottoscrizione e l’esecuzione – a partire dal 2012- di aumenti di capitale della societa’ Stretto di Messina s.p.a“.
Il viceministro delle Infrastrutture Aurelio Misiti, annunciando che il parere del governo sarebbe stato comunque favorevole, aveva invitato l’Idv ad integrare la mozione aggiungendo le parole “‘ove giuridicamente possibile’ o qualcosa di simile, perche’ temo -aveva spiegato- che ci venga detto di no dal punto di vista giuridico, in quanto si tratta di prendere dei soldi da una societa’ che ha preso degli impegni e cio’ presenterebbe, chiaramente, una difficolta’ giuridica“. “Francamente -e’ stata la replica del vicecapogruppo dell’Idv Antonio Borghesi– mi pare assolutamente inutile l’aggiunta proposta dal viceministro Misiti perche’ siamo stati cosi’ responsabili da dare al governo due suggerimenti su dove reperire le risorse economiche necessarie. Per cui, e’ gia’ scritto nel testo della mozione che il governo non ha alcun impegno ad attingere a quei capitoli che abbiamo indicato“.
Notizia clamorosa, quindi: il Ponte sullo Stretto non si farà! E il governo Berlusconi, che ne aveva fatto da sempre un cavallo di battaglia, rinuncia così, definitivamente, all’idea di collegare la Sicilia al continente. Per il momento senza neanche spiegare il motivo di quest’incredibile dietrofront.