”Vai tranquillamente a dormire, stai tranquilla, ci vediamo domani mattina”. Silenzio assoluto nell’aula C del tribunale dell’Aquila mentre la testimone Linda Giugno ricorda le ultime parole che ha sentito dal fratello, un forestale, prima che la scossa delle 3.32 lo portasse via assieme alla moglie e alla figlia che quest’ultima aspettava. Sono le prime, drammatiche testimonianze dell’udienza del processo alla commissione Grandi rischi, l’organo consultivo della presidenza del Consiglio accusato in blocco di aver falsamente rassicurato gli aquilani causando 309 vittime nel sisma. Dopo lo smaltimento delle procedure iniziali, oggi il processo e’ entrato nel vivo con i primi interrogatori. I pm Fabio Picuti e Roberta D’Avolio hanno ascoltato tecnici che hanno operato nelle prime ore del sisma e parenti delle vittime per dimostrare che le risultanze della riunione del 31 marzo, una settimana prima del sisma, hanno indotto la popolazione a sottovalutare il rischio sismico che c’era. Dalla testimonianza e’ emerso un diverso atteggiamento, relativamente alle varie scosse che si susseguirono in quei giorni, nei dialoghi dei due fratelli: dopo la scossa 4.1 del 30 marzo, ”mi disse ‘l’importante e’ che rimanete in giro”’, ha raccontato la donna, mentre dopo la prima del 5 aprile: ”Eravamo stati tutti rassicurati – ha dichiarato – compreso mio fratello. Se c’era qualcosa che non andava era in grado di saperlo prima di altri, sicuramente prima di me. In quel periodo si parlava sicuramente di terremoto. Io non avevo sentito informazioni, ma lui le aveva apprese”. Su domanda dell’avvocato di parte civile Maria Teresa Di Rocco, Linda Giugno ha specificato che ”siamo stati rassicurati, mi disse ‘terremoti piu’ forti sicuramente non ci saranno, e’ inutile che scappiamo a destra e sinistra’. Mi ha preso pure in giro”. E’ stata poi sentita un’altra donna, Franca Giallonardo, che nel sisma ha perso entrambi i genitori nel crollo di un edificio in via Campo di Fossa. ”Stavano tranquilli – ha ricordato – perche’ abitavano in un palazzo di cemento armato ed erano stati rassicurati dai media. Rassicurazioni c’erano in continuazione, dicevano che bisognava stare tranquilli, che lo scarico di gas non avrebbe consentito una scossa. Parlando di esperti, mio padre si riferiva alla commissione Grandi rischi, a chi registrava le scosse, a chi era del settore”. Su questa testimonianza c’e’ stata contestazione da parte delle difese dei sette imputati del processo, perche’ durante il primo colloquio con la polizia giudiziaria la Giallonardo e’ stata ascoltata in contemporanea al fratello.