L’affondo di una saccatura, di origine nord oceanica, fino al cuore del Marocco e dell’Algeria nord-occidentale, ha generato parecchia instabilità tra il bacino centro-occidentale del mar Mediterraneo, le coste orientali spagnole, le Baleari e l’Algeria centro-settentrionale. Qui l’ondulazione ciclonica e l’incrocio delle correnti in quota hanno esaltato l’attività convettiva, favorendo lo sviluppo di imponenti sistemi temporaleschi autorigeneranti che dal pomeriggio/sera di ieri hanno flagellato il mar di Alboran, le coste della Spagna orientale e del nord del Marocco e dell’Algeria.
Proprio nella serata di ieri, lungo il ramo ascendente della saccatura, nell’entroterra algerino, si sono sviluppando dei sistemi temporaleschi autorigeranti dalla classica forma a “V” che dall’area dei grandi “Erg” (dune di sabbia) occidentali si sono spinti verso il versante meridionale dell’Atlante Sahariano, sotto un intenso flusso di correnti meridionali, dando la stura a forti rovesci e temporali particolarmente intensi che hanno gonfiato il letto asciutto degli “Uadi”, con l’incombente rischio “Flash Flood”.
La cosa ancora più incredibile è che questi sistemi convettivi, a differenza di quanto avviene normalmente, hanno preso forma proprio in pieno deserto, nel tratto a sud della catena montuosa dell’Atlante, sotto l’impulso di forti moti ascensionali, accresciuti da un notevole “Wind Shear” in alta quota, presente lungo la parte finale della saccatura. Nel frattempo, in loco, sottovento all’Atlante Sahariano, si è formata pure un’area di convergenza, fra sostenuti venti da N-NE nei bassi strati che sono andati a contrastare il forte getto da Sud, rappresentante il ramo ascendente della saccatura, presente in quota (a 500hpa). Questa linea di convergenza è risultata quasi determinante nell’esaltazione della fenomenologia che ha favorito intense turbolenze che hanno sollevato per aria delle nuvole di sabbia.
Nel corso del pomeriggio e della serata di ieri il nucleo temporalesco a mesoscala, una volta assunta la classica forma a “V” che lo rende autorigenerante, dal settore settentrionale del Sahara algerino si è spinta verso il versante meridionale dell’imponente catena montuosa dell’Atlante, intensificandosi ulteriormente a causa della forzante orografica che rallenta il moto di propagazione del grosso temporale verso nord. Proprio sul versante meridionale dell’Atlante si sono scatenati i fenomeni temporaleschi più intensi che localmente hanno assunto carattere di vero e proprio nubifragio, con accumuli di oltre i 40-50 mm in poche ore.
Per quelle zone, abituate a ricevere poca acqua nel corso dell’anno, si tratta di un accumulo davvero importante.
Finora, dai dati a nostra disposizione in questi ultimi minuti , emerge che il massimo accumulo pluviometrico delle stazioni sinottiche algerine (quelle aggiornate 24 ore su 24) è stato quello di Ksar Chellala, ad oltre 800 metri di altezza, che ha registrato un accumulo, ancora non definitivo per le 24 ore, di 38.6 mm.
Ha piovuto bene pure a Elbayadh e El Kheiter, siamo oltre i 1000 metri di quota, dove rispettivamente si sono archiviati 34 mm e 30 mm. Tra i dati più importanti non possiamo non citare i 26 mm di Ain Sefra, i 23 mm di Medea, i 22.5 mm di Djelfa, i 22.2 mm di Bordj-El-Bahri, i 20.9 mm di Naama, i 20.4 mm di Miliana, i 19 mm di Mecheria e i 17 mm di Arzew.
Niente male pure i 15 mm fatti da Tiaret e i 13 mm di Dar-El-Beida. Un bel temporale si è abbattuto pure sulla città di Touggourt dove pero sono caduti poco più di 3 mm.

