Gli effetti del ciclone Mediterraneo all’estero: piogge alluvionali nel sud della Francia, gran caldo sino in Scandinavia

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L'intenso vortice dalle caratteristiche tropicali ad ovest della Corsica.Si notano le fulminazioni in prossimità dell'occhio

Il profondo vortice depressionario mediterraneo, che in questi ultimi giorni ha assunto piene caratteristiche tropicali, con uno storico bollettino emesso persino dal NOAA (accade per la prima volta nella storia del mar Mediterraneo) che attestava lo status di una Mediterranean tropical storm a tutti gli effetti, ha causato una severa fase di maltempo anche sulle coste meridionali francesi, battute da giorni da forti piogge e veri e propri nubifragi molto cattivi (sullo stile di quelli visti in Liguria, a Napoli e sull’isola d’Elba) che hanno cagionato l’esondazione di molti corsi d’acqua e le conseguenti inondazioni. Rimanendo per più giorni semi/stazionario lungo il Mediterraneo centro-occidentale, nel tratto di mare compreso fra le Baleari, il golfo del Leone e le acque antistanti le coste occidentali sarde e corse, causa un maestoso blocco anticiclonico posizionato sull’est europeo che impediva la naturale evoluzione verso levante, l’area ciclonica dalle caratteristiche tropicali non poteva che portare enormi disagi sulle aree prospicienti per lo sviluppo di fenomeni meteorologici particolarmente estremi, in grado di creare ingenti dissesti idrogeologici. Il flusso caldo umido dai quadranti meridionali, messo in moto dalla circolazione depressionaria, divenuta ormai autonoma, in questi giorni è andato ad impattare sulle coste meridionali francesi, convogliando compatti corpi nuvolosi e sistemi temporaleschi a multicella autorigeneranti che hanno scaricato forti rovesci di pioggia e temporali, anche intensi, che hanno buttato quantitativi d’acqua davvero ingenti nelle 24 ore, con picchi di oltre i 100-120 mm.

Gli effetti combinati fra mareggiate e inondazioni lungo le coste meridionali francesi

Le piogge persistenti e i forti nubifragi temporaleschi, persistenti per più giorni nelle medesime aree , hanno creato notevoli problemi, in seguito agli allagamenti e allo straripamento dei corsi d’acqua ingrossati. In molti dipartimenti della Francia meridionale i danni sono stati davvero ingenti e purtroppo non sono mancate neppure le vittime. Fino ad ora se ne sono contate almeno 3. A causa degli smottamenti e delle colate di fango oltre 600 persone sono state evacuate in cinque comuni delle Alpi Marittime, la maggior parte a Mandelieu e Puget-Theniers. Ma evacuazioni massiccie sono state eseguite anche nei centri di La Colle-sur-Loup, Pegomas e Auribeau-sur-Siagne, duramente flagellati da giorni di piogge torrenziali, con accumuli saliti fino alla soglia dei 300-400 mm. In molti di questi centri le strade e le principali arterie autostradali si sono rese impraticabili, a causa degli allagamenti e dei depositi di fango e detriti lasciati dalle temporanee esondazioni di fiumi e torrenti. Tuttora almeno dodici dipartimenti rimangono sotto vigilanza per il rischio di piogge e nuove esondazioni di fiumi e torrenti. Fra i dati pluviometrici più rilevanti va citato, senza ombra di dubbio, quello di Valleraugue, una località posizionata nel dipartimento del Gard, nella regione del Languedoc-Roussillon, nella Francia meridionale. Qui, lo scorso giovedi 3 Novembre, in sole 24 ore sarebbero caduti fino a 610 mm d’acqua, di cui oltre 500 mm accumulati in appena 22 ore di diluvio. Si tratta di un accumulo davvero eccezionale, ma non record visto la particolare esposizione di questa regione agli umidi impulsi marittimi, da Sud o SE, che risalendo dal basso Mediterraneo scaricano tutta l’umidità contenuta sotto forma di nubifragi o forti temporali, spesso esaltati dalla locale conformazione orografica. Ma il record di pioggia nelle 24 ore di Valleraugue, nel dipartimento del Gard, è di ben 950 mm e risale niente meno che al 29 Settembre 1900, quando si presento una situazione ben peggiore. Forti piogge e temporali hanno interessato pure la Corsica, con accumuli di oltre 104 mm a Bastia, mentre durante lo scorso weekend le raffiche di Scirocco hanno sfondato il muro dei 100 km/h, specie lungo le coste occidentali e settentrionali dell’isola esposte alle potenti raffiche di caduta dai massicci montuosi interni.

Nubifragi nel sud della Francia con formazioni temporalesche autorigeneranti

Ad aggravare la già delicata situazione ci pensano, in queste ore, le forti mareggiate e i venti intensi che stanno battendo con grande impeto i litorali della Costa Azzurra, la costa di Montecarlo e tutta la Riviera di Ponente ligure, fino al savonese e genovese (come previsto). Le mareggiate rallenteranno il naturale deflusso delle acque dei fiumi e dei torrenti in piena, provocando dei problemi con serio rischio inondazioni lungo le zone poste in prossimità delle foci. I forti venti meridionali, in genere da sud-est nel tratto di mare ad ovest della Corsica, attivati dalla ciclogenesi tropicale semi/stazionaria poco a sud delle coste francesi, sta sollevando un imponente moto ondoso, con la formazione di grossi marosi alti fino a 4.0, anche 5.0 metri, che vanno a rompersi in modo alquanto violento lungo la Costa Azzurra. In queste ore, come si evince dalle immagini trasmesse della web-cam, posta sul lungomare di Nizza, si notano grossi frangenti che si abbattono sul litorale, lasciando una lunga scia di schiuma e salsedine nebulizzata dalle raffiche di vento, da NE, che battono la zona. Il vento sta spirando in modo molto intenso anche se visto il posizionamento del minimo barico al suolo la componente rimane per lo più nord-orientale tra la Costa Azzurra e il ponente ligure, in particolare l’imperese e savonese. L’altro ieri, sempre in Costa Azzurra, durante una forte burrasca che ha lambito le aree costiere in una località si sarebbe registrata una raffica di vento di picco di ben 118 km/h.

Mareggiata sul lungomare di Nizza (Costa Azzurra)

Sempre a causa del vortice mediterraneo una intensa rimonta d’aria calda sub-tropicale ha scavalcato le Alpi portandosi fino alla penisola Scandinava

Un altro effetto di questa particolare circolazione ciclonica dalle caratteristiche tropicali sul “mare Nostrum” è stato il forte richiamo di masse d’aria calde sub-tropicali che dall’entroterra algerino e libico si sono mosse a nord delle Alpi, raggiungendo la MittelEuropa e persino la Scandinavia, dove si è registrato un notevole aumento termico, reso più efficente dalle sostenute correnti meridionali giunte fino alla Norvegia. I forti venti meridionali, una volta superata la barriera alpina, scaricando sul versante italiano gran parte delle precipitazioni, sono poi scesi, con sostenute raffiche di caduta,  lungo i fondovalle di Svizzera, sud della Germania e Austria, dove si è attivato il “Foehn” che ha fatto schizzare i termometri oltre la soglia dei +20° +22° tra Svizzera, Baviera e Austria. A Glarus (oltre 500 metri), in Svizzera, sabato scorso si sono raggiunti i +24.1°, mentre Kufstein (oltre 495 metri), in Austria, si sono lambiti i +24.0°. Ma ancora più notevoli sono i +22.3° di Hohenpeissenberg, nel sud della Germania, se si considera che si trova ad una altezza di circa 986 metri. Dopo aver superato i paesi dell’Europa centrale l’aria calda sub-tropicale, sotto la spinta dei sostenuti venti meridionali, ha raggiunto le coste norvegesi, dove nei giorni scorsi si sono toccati i +15° +16°. Addirittura nel nord del paese scandinavo il termometro è arrivato fino a +14° nella cittadina di Sandnessjoen e +13.6° a a Straumsnes. Si tratta di valori ampiamente positivi per il periodo.
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