Greenpeace contro il governo Monti: “dopo la Concordia non servono altri disastri”

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La proposta del governo Monti di riavvicinare a terra le attivita’ petrolifere offshore e’ una minaccia alla credibilita’ dell’Italia”. Ad affermarlo in una nota e’ Greenpeace in merito alla proposta del governo, inserita nel decreto sulle liberalizzazioni, di incentivare le trivellazioni autorizzandole anche a sole cinque miglia marine dalla costa. ”Con un relitto di trecento metri che dalle scogliere del Giglio accende pesanti dibattiti in tutto il mondo sulla serieta’ del nostro Paese incapace, in dieci anni, di regolamentare il traffico nel Santuario dei Cetacei; con l’incubo, in caso di rottura delle cisterne della nave, di una marea nera che tutti sappiamo ingovernabile, il governo italiano -sottolinea l’associazione ambientalista- approfitta dell’emergenza Concordia per un altro attentato al mare“. Da un governo che in altre occasioni ha manifestato la sua serieta’, Greenpeace ”si aspetta misure volte a promuovere in tempi rapidi la green economy, come l’aumento dell’efficienza dei motori che renderebbe inutile il petrolio. E’ difficile credere che i petrolieri rientrino tra le vittime della crisi economica. Le vere vittime sono i cittadini che, colpiti da politiche assurde, vengono privati dell’accesso a una rivoluzione economica e culturale capace di garantisce sviluppo, occupazione e sicurezza”. Greenpeace ha aderito alla manifestazione del 21 gennaio a Monopoli contro le trivellazioni nel mare della Puglia e invita tutti i comitati e cittadini contrari a questa follia a unirsi in una rete nazionale.

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