La Luna è un obiettivo molto facile per gli appassionati del cielo. In questi giorni la sua visibilità è molto gratificante, in quanto si trova nelle vicinanze del Primo Quarto, che è avvenuto nella giornata di ieri. Essere al primo quarto vuol dire che si trova ad ¼ del percorso lungo la sua orbita mensile, ed esattamente a metà strada tra la luna nuova e la luna piena. In questi periodi la luce diretta del Sole raggiunge la superficie in maniera radente, permettendo la visione delle ombre e mettendo in risalto la topografia del nostro satellite. Alcune caratteristiche lunari sono a noi familiari: montagne, pianure e valli. Le somiglianze però non devono ingannare. Le pianure lunari, chiamate anche mari, non erano antichi laghi o oceani, ma distese di colate laviche solidificate dopo l’impatto con asteroidi. La caratteristica più distintiva della topografia della luna sono proprio i suoi crateri. A differenza di quelli della Terra, che sono principalmente causati da attività vulcanica, i crateri della Luna si sono formati per lo più da impatti di metoriti ed asteroidi miliardi di anni fa, visibili ancora grazie all’assenza dell’erosione prodotta dall’acqua. Sulla Terra infatti, molti crateri da impatto sono rilevabili soltanto attraverso un’analisi geologica. Anche un piccolo telescopio è adatto a studiare la superficie lunare, ma gran parte della topografia del nostro satellite può già essere osservata con un binocolo o ad occhio nudo. La prima cosa che può essere osservata è che la luna non è simmetrica, in quanto la metà superiore e inferiore appaiono abbastanza differenti. L’emisfero superiore (come si vede dalla dell’emisfero settentrionale della Terra), consiste principalmente di pianura lunare chiamata appunto “mari”. Hanno assunto questo nome dai primi astronomi che scambiarono quelle larghe e secche distese per grandi oceani. Hanno una colorazione grigio scuro. L’emisfero meridionale è invece di colore più chiaro, ricoperto soprattutto da crateri da impatto.
La linea che suddivide la parte in ombra con quella luminosa è chiamata terminatore. Anche se può non essere evidente se visto ad occhio nudo o con un binocolo, il terminatore visto attraverso un telescopio è in continua evoluzione come il Sole sorge sulla superficie lunare. E’una delle cose più affascinanti da osservare sul nostro satellite; per stuadiarlo è necessario applicare un oculare di alta potenza al vostro telescopio e notare il sorgere del Sole in un determinato cratere. Le caratteristiche topografiche più importanti hanno acquisito nomi pittoreschi: la pianura centrale, ad esempio, è stata denominata “mare della tranquillità”. Si tratta dell’area dove Neil Armstrong e Buzz Aldrin misero per primi i piedi sulla Luna. Le catene montuose invece, assumono denominazioni simili a quelle terrestri. Per quanto riguarda i crateri, invece, sono stati scelti nomi di famosi scienziati del passato che hanno speso la vita a studiare il corpo celeste. Quasi tutti non sono più in vita, a parte gli astronauti delle missioni Apollo. Dato che gli antichi astronomi erano per lo più di sesso maschile, ci sono una serie di crateri che portano nomi femminili più comuni, come Ann, Carol, Diana, Grace, Kathleen, Louise, Mary, e Susan. I crateri più evidenti intorno al primo trimestre sono i tre grandi crateri vicino al centro del terminatore: Tolomeo, Alfonso, e Arzachel. Nel nord, Platone e Posidonio sono prominenti, nel sud si può vedere Tycho e Clavius. Apprendere i nomi della topografia lunare, è un modo per saperne di più su un mondo a noi molto vicino, e allo stesso tempo, onorare i nostri predecessori che hanno speso la loro vita ad osservarla, studiarla e contemplarla.