La prima mappa geologica di Io, un mondo colmo di vulcani

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Credit: USGS

Per la prima volta, gli scienziati dell’USGS hanno creato una mappa globale geologica della luna di Giove, Io, il mondo geologicamente più attivo del sistema solare. Gli scienziati sperano che il nuovo strumento aiuti a comprendere meglio la luna esotica, che vanta un’attività vulcanica 25 volte maggiore rispetto a quella della Terra. Questa nuova mappa della geologia di Io fornisce per la prima volta una registrazione dettagliata dei diversi tipi di morfologie e depositi che formano la superficie, e presenta un contesto globale che è importante per comprendere l’evoluzione interna di Io e dei suoi processi vulcanici. La conoscenza dell’attività vulcanica di Io deriva dalla mappatura geologica ed è un importante contributo alla nostra comprensione della natura e la diversità del vulcanismo nel nostro sistema solare. Io è stato scoperto da Galileo Galilei nel 1610. E’ il più interno dei quattro satelliti principali di Giove. “Non presenta crateri da impatto”, ha riferito David Williams dell’Arizona State University. “E’ l’unico oggetto del sistema solare in cui non abbiamo visto alcun cratere da impatto, a testimonianza della sua intensa attività vulcanica“.

Credit: USGS

La mappa dettagliata e colorata rivela un certo numero di caratteristiche vulcaniche, hanno detto i ricercatori, tra cui cupole vulcaniche e depressioni, campi di flussi di lava, montagne, depositi di pennacchi e pianure ricche di zolfo. La nuova mappa geologica combina immagini prese dalla sonda Voyager 1 e 2 della NASA (acquisite nel 1979), e dalla sonda spaziale Galileo, che ha studiato Giove e le sue lune dal 1995 al 2003. Più di 130 anni dopo l’USGS ha iniziato la produzione di mappe di qualità geologiche qui sulla Terra, “ed è eccitante avere la consapevolezza che la portata della nostra scienza si estende a 400 milioni di chilometri attraverso questa luna vulcanica di Giove“, ha detto il direttore dell’USGS Marcia McNutt. Su io stanno avvendendo processi geologici simili a quelli che hanno plasmato il nostro pianeta in tempi remoti. Probabilmente un giorno lontano il satellite raggiungerà condizioni ideali allo sviluppo della vita.

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