Dodici morti, quattrocento sfollati, danni per decine di milioni di euro, 24 indagati per il reato di inondazione colposa: l’alluvione del 25 ottobre scorso e’ stata durissima per il territorio spezzino. A Vernazza, dove domani il capo dello Stato Giorgio Napolitano e il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, parteciperanno al seminario “Dall’emergenza alla prevenzione, risorse e politiche per il territorio” nella Chiesa di Santa Margherita di Antiochia, i morti erano stati tre, trascinati in mare dall’acqua scesa dai pendii. Danni per 50 milioni e una catastrofe che ha lasciato a lungo isolato il paesino delle Cinque Terre, travolto da sessantamila metri cubi di detriti e con l’unica strada che lo raggiungeva andata completamente distrutta. Vernazza piano piano e’ tornata alla vita. La stazione ferroviaria, riaperta solo per la salita e la discesa di residenti e soccorritori un mese dopo l’alluvione, e’ tornata in funzione anche per i passeggeri dal 16 gennaio. E la questione, ora, sono le risorse per sostenere i territori colpiti.
La pioggia, come previsto, era iniziata la mattina del 25 ottobre in Liguria, tre le nove e le dieci, lungo una fascia perpendicolare alla costa, larga circa 10 km, comprendente parte delle Cinque Terre e delle medio -alte valli dei fiumi Vara e Magra. Le precipitazioni sono durate con la massima intensita’ per circa 6 ore, inondando la superficie del suolo, con un volume d’acqua stimato di circa 200 milioni di metri cubi. La quantita’ d’acqua precipitata con picchi superiori a 100 mm/ora ha causato un vero e proprio disastro idrogeologico: l’acqua caduta sui versanti ripidi si e’ trasformata in ruscelli, che hanno eroso il terreno e portato a valle, nei centri abitati, piante, massi rocciosi, detriti e fango. Le opere idrauliche non sono state in gradi di smaltire flussi cosi’ potenti. A Vernazza e in altre localita’ questi flussi hanno trascinato decine di autoveicoli lungo le strade. Nel pomeriggio il territorio era devastato. Mentre iniziava la conta dei dispersi e dei morti, risultavano distrutti edifici pubblici e privati, ponti, 250 km di strade, molti centri mancavano di luce, acqua, gas, comunicazioni telefoniche. Autostrada e linea ferroviaria erano interrotte. Circa quattrocento persone avevano dovuto lasciare la loro casa.
Il giorno dopo erano pero’ alle Cinque Terre erano gia’ in funzione i centri di operativi e di soccorso a Brugnato, Borghetto, Monterosso, nella stessa Vernazza. Da subito ha iniziato a dirigere gli interventi il centro di coordinamento alla prefettura della Spezia. Dopo poche ore e’ stata riattivata l’autostrada, nei giorni seguenti, gradualmente, e’ tornata percorribile la linea ferroviaria. Migliaia di addetti delle forze dell’ordine e delle forze armate, di vigili del fuoco, della protezione civile, con i volontari e i tecnici degli enti e delle aziende, tra cui Enel e Ferrovie dello Stato, nelle settimane seguenti hanno riportato il territorio alla normalita’. Il lavoro della gente delle Cinque Terre ha fatto il resto, e ora Vernazza e’ pronta ad accogliere il Capo dello Stato e ad affrontare la stagione estiva alle porte. Anche se, per risarcire i danni, occorrera’ molto piu’ tempo.