Sbuffo freddo sul Medio Oriente; torna la neve su Damasco e sui monti di Libano e Giordania, la perturbazione si sposterà verso l’Iran

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La neve nelle alture di Damasco

Con la spinta dinamica dell’alta pressione delle Azzorre, che ormai ha esteso i propri elementi fino al bacino centrale del mar Mediterraneo e sull‘Italia, l’intenso blocco di aria molto fredda, che nel weekend scorso è scivolato tra Balcani e Grecia, si è spinto fino alla Turchia e alle coste dell’Asia minore, interessando pure una parte dell’area medio-orientale, tra Siria, Libano, Israele e la Giordania. La profonda circolazione depressionaria, che nella giornata di lunedì 27 Febbraio, si era sviluppata tra il sud della Grecia e il mar Egeo, nei giorni scorsi, come previsto, con l’incalzare da ovest dell’anticiclone oceanico, si è allontanata verso il bacino orientale del mar Mediterraneo, transitando con un profondo minimo barico, sceso sotto i 1000 hpa, davanti le coste meridionali della Turchia e sull’isola di Cipro, apportando una acuta fase di maltempo sulle coste dell’Asia minore, per il richiamo di sostenuti venti occidentali, da O-SO o SO, che hanno pilotato verso la Siria, il Libano, lo stato di Israele e le alture giordane, annuvolamenti molto compatti, che hanno poi dato la stura a delle piogge, dei rovesci e dei temporali sparsi. L’area ciclonica era coadiuvata in quota dall’affondo di una saccatura artica che dalle latitudini polari ha affondato le proprie radici fino all’est della Turchia e al Medio Oriente, con l’isoterma di -35° alla quota di 500 hpa scesa fino all’altopiano Anatolico, mentre la -30° è sprofondata sopra la Siria e sul nord dell’Iraq, determinando parecchia instabilità e turbolenze.

L’ampia circolazione depressionaria ha richiamato nuovi impulsi di aria fredda che dalle latitudini artiche si sono fiondati verso la Turchia, con gelide correnti settentrionali che hanno causato fitte nevicate in buona parte dell’altopiano interno e sulle coste settentrionali, affacciate al mar Nero, ben esposte allo “stau” generato dagli elevati monti del Ponto che in queste situazioni, con i venti da Nord e N-NE provenienti dal mar Nero, possono favorire abbondanti nevicate sino alle zone costiere. Purtroppo, a causa delle intense nevicate su gran parte dell’altopiano turco, le strade ghiacciate e innevate hanno causato molti incidenti stradali, con morti e feriti. Intense nevicate hanno poi colpito anche la regione del Kurdistan, con metrate di neve fresca pronte a depositarsi sulle aree montagnose. Nella giornata di ieri, con l’ulteriore slittamento della circolazione depressionaria verso l’entroterra orientale della Turchia, una parte dell’aria fredda, scivolata tra l’Egeo e la Turchia, con gli intensi venti da N-NO, è riuscita a versarsi sul Mediterraneo centrale e verso il mar di Levante, piegando, attorno le coste meridionali della Turchia, con sostenute, a tratti intense, correnti da SO e O-SO, che hanno raggiunto la Siria, il Libano, Israele e la Giordania.

Le fredde e sostenute correnti da O-SO, caricandosi di umidità sopra le tiepide acque del Mediterraneo orientale, hanno favorito lo sviluppo di estesi annuvolamenti, carichi di rovesci, che si sono ammassati tra i rilievi del Gebel Aansariye, in Siria, sui monti libanesi e sulle alture più elevate di Israele e della vicina Giordania, dove si sono concentrate le precipitazioni più abbondanti, derivate anche dallo “stau” alle sostenute correnti occidentali. Lo sconfinamento dell’aria fredda e il conseguente calo termico hanno favorito anche un drastico calo della quota neve tra i rilievi siriani, la fascia montuosa libanese e sui monti più elevati della Giordania occidentale, fino a quote piuttosto basse per l‘area. Tra il Gebel Aansariye e i monti interni del Libano le nevicate, cadute anche sotto forma di rovescio, con intensi venti da SO e O-SO, hanno lasciato i primi accumuli già a partire dai 600-800 metri.

Nella prima mattinata di ieri, giovedi 1 Marzo, i fiocchi di neve, misti alla pioggia, sono riusciti a raggiungere pure la capitale siriana Damasco. Dalle 05:00 alle 10:00 AM la neve, a più riprese, ha interessato i vari quartieri di Damasco, lasciando pure degli accumuli nelle zone più elevate, oltre i 680 metri di quota. Su You-Tube è reperibile un video che mette in evidenza la nevicata che nelle prime ore del mattino ha interessato la periferia di Damasco, con fiocchi semi/orizzontali a causa del sostenuto vento da S-SO che ha soffiato fino a 40 km/h. A causa delle temperature leggermente positive, intorno i +1° +2°, la precipitazione è risultata molto bagnata, non riuscendo a lasciare accumuli particolarmente significativi. Ma delle precipitazioni di pioggia mista a neve si sono viste anche nella città ribelle di Homs, da mesi nota alle cronache internazionali per le cruenti battaglie fra le truppe dell’esercito regolare siriano e i disertori dell’esercito e gruppi di ribelli (anche se non mancano le infiltrazioni di integralisti e fondamentalisti vicini ad ambienti terroristici) che da mesi continuano a protestare contro il regime del presidente Assad, ritenuto il massimo responsabile della dura repressione in atto sul paese, finora costata la vita a migliaia di persone.

La profonda area depressionaria che andrà ad isolarsi sul nord-est dell'Iran

Su Homs però non si sono registrati accumuli, ma solo spettacolari fioccate coreografiche, come ben dimostrano i video che iniziano a girare in rete. Di certo la neve ad Homs è molto più rara rispetto a Damasco, che è sita ad oltre 680 metri. Invece della neve, sulla capitale giordana Amman, nella giornata di ieri, ha piovuto in modo fitto, con temperature sui +4° +5° e un intenso vento da SO e O-SO che ha lambito i 67 km/h. Imbiancate le montagne che circondano la capitale della Giordania. Le precipitazioni continueranno a cadere su Amman e sulle montagne della Giordania occidentale per buona parte della giornata odierna, con nevicate sopra gli 800-900 metri di quota. Non è escluso che in mattinata, qualche fioccata, possa raggiungere pure Amman, con bassa probabilità di accumuli. Anche Gerusalemme, entro la mattinata odierna, potrebbe vedere dei fiocchi svolazzanti, anche con temperature di poco sopra gli +0°. Nella giornata di oggi l’ampio sistema perturbato, dopo aver attraversato il nord dell’Iraq si allontanerà verso l’Iran, sotto la spinta di intensi venti occidentali che dal Mediterraneo orientale si spingeranno verso il Libano, la Palestina, la Siria e Israele, sferzando in seguito il deserto siriano, la Giordania, l’Iraq e il nord dell’Arabia Saudita, generando delle forti tempeste di sabbia (note anche come “Haboob”) che dalla regione del Nafud e dal deserto Siriaco si estenderanno all’Iraq e al Kuwait, cagionando drastiche riduzioni di visibilità su un’area molto estesa. Nel frattempo la saccatura artica si sposterà verso levante, propagando i propri tentacoli fino al mar Caspico, all’Uzbekistan, il Turkmenistan e il nord dell’Iran.

Le precipitazione nevose attese sull'Iran occidentale

Qui l’affondo dell’asse di saccatura favorirà l’isolamento di un’area depressionaria che dall’Iran centrale tenderà a spostarsi verso il settore nord-orientale del paese persiano, nella regione del Khorasan, dove andrà ulteriormente ad approfondirsi nella notte fra domani e sabato, favorendo delle nevicate diffuse tra l’Iran occidentale e settentrionale, fino alle coste iraniane affacciate sul mar Caspico, fra le città di Lahidjan e Ramsar. Nella giornata di sabato l’area depressionaria, con un minimo barico pronto a scendere sotto i 996-995 hpa, dalla regione di Khorasan si sposterà verso l’est del Turkmenistan, l’Uzbekistan e il sud della steppa kazaka, passando poco a nord-ovest dei confini con l’Afghanistan. La profonda circolazione depressionaria, spostandosi verso nord-est, oltre a portare delle nevicate sparse fra nord Iran, Turkmenistan, Uzbekistan e nord dell’Afghanistan, richiamerà forti venti da SO e O-SO che sferzeranno tutto l’altopiano iraniano fino alle regioni più occidentali dell’Afghanistan, in particolare la zona di Herat, dove i venti occidentali potranno risultare molto forti. La bassa pressione poi si dirigerà ad est del lago d’Aral, allontanandosi sulla steppa del Kazakistan, apportando delle nevicate sparse.

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