Eventi meteorologici estremi dividono l’Amazzonia: grandi alluvioni ad ovest e la peggiore siccità degli ultimi 50 anni ad est

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Il corso del Rio degli Amazzoni

Anche in Sud-America il ramo dell’ITCZ, il noto “fronte di convergenza intertropicale” (dove vanno a convergere i venti Alisei), comincia la sua risalita a nord dell’equatore, favorendo una graduale attenuazione dell’attività convettiva sull’umidissimo bacino dell’Amazzonia. Attualmente la linea di convergenza tra gli Alisei di NE e SE, li dove si sviluppano gli intensi “Cluster temporaleschi” tipici dell’area equatoriale, si è posizionata più a nord della media climatica per il periodo, attestandosi fra la Guyana, il Venezuela meridionale e la Colombia, dove rimane attiva un intensa fascia di temporali che dalla Guyana francese si muovono verso il Massiccio della Guyana, il Venezuela e la Colombia, sia sul versante orientale amazzonico che sulla costa pacifica occidentale. Ma intensi sistemi temporaleschi, legati all’ITCZ, si sono formati anche lungo la costa caraibica venezuelana e su Panama, fra l’area del golfo di Darien e il golfo di Panama, dove la stagione secca è finita da un paio di mesi.

La salita di latitudine del “fronte di convergenza intertropicale” sta agevolando una progressiva attenuazione delle precipitazioni convettive che caratterizzano il clima caldo e umido della grande foresta amazzonica. Proprio in questo periodo dell’anno lungo il bacino amazzonico abbiamo la fine del periodo di massima piovosità, con l’avvento di una effimera stagione secca causata dall’espansione verso nord delle aree anticicloniche sub-tropicali che si formano sopra gli altopiani centrali del Brasile. I fiumi e i migliaia di corsi d’acqua che attraversano la lussureggiante foresta pluviale dell’Amazzonia, ingrossati dalle abbondanti piogge avvenute durante tutta la primavera e l’estate australe, inondano vasti lembi di territorio forestale, creando delle vaste paludi e immensi acquitrini che sommergono per centinaia di chilometri buona parte del bacino amazzonico, in particolare le aree più depresse e vicine ai grandi bacini idrografici, come il Rio Negro o il gigantesco Rio degli Amazzoni.

Il Rio degli Amazzoni in piena

Molti fiumi amazzonici, ben irrorati dalle forti piogge cadute nei mesi precedenti lungo il versante orientale delle Ande, fra Peru ed Ecuador, sono in stato di piena e muovendosi verso le foci poste sull’Atlantico stanno raggiungendo le prime città, dove sono attese delle gravi inondazioni. A Manaus, principale città dell’Amazzonia e capitale dello stato brasiliano dell’Amazonas, la piena del Rio Negro ha superato di ben 58 centimetri la piena del 2009, già stimata come una fra le peggiori del secolo. Ben 32 comuni dell’Amazonas hanno dichiarato lo stato di emergenza, sono finora più di 74 mila le famiglie che hanno dovuto abbandonare le loro case sommerse dall’acqua. Secondo l’idrologo Javier Tomasella questa nuova piena del Rio Negro può essere definita a tutti gli effetti storica se rapportata all’inondazione avvenuta nel 2009, sempre nell’area di Manaus, quando diversi quartieri della capitale dell’Amazonas furono sommersi dalle acque.

I dati satellitari della regione raccolti dall’Inpe (Istituto Nazionale di Ricerche Spaziali) hanno confermato che le inondazioni sono molto vaste e interessano una larga fetta dell’Amazonas, lungo il corso del Rio Negro. Ora si segue con particolare apprensione la piena del Rio degli Amazzoni, il grande gigante amazzonico che rischia di mettere sott’acqua un’estesa fascia di territorio, causando enormi disagi in molte città e porti fluviali. Intanto, mentre nel cuore dell’Amazzonia si fanno i conti con gli straripamenti dei fiumi ingrossati dalle forti piogge che nei mesi scorsi hanno colpito il versante orientale della Cordigliera andina e il bacino amazzonico occidentale, poco più ad est, fra gli stati di Bahia e Pernambuco, l’emergenza è del tutto opposta. Oltre 740 comuni nel nord-est del Brasile, in particolare sullo stato di Bahia, soffrono gli effetti della peggiore siccità di questi ultimi 50 anni. In molte aree ormai non cade una goccia di pioggia da almeno quattro mesi.

La ”seca”, come si dice da queste parti, sta distruggendo molte piantagioni, soprattutto di fagioli, e ha decimato i capi di bestiame. Purtroppo a causa della penuria d’acqua milioni di persone sono giunte alla fame e alla sete. Per migliaia di abitanti è necessaria una marcia forzata di molti chilometri per trovare una pozza di acqua potabile da poter utilizzare. A causa di questa grave siccità dodici paesi del Sertao, la vasta regione semi-arida che unisce vari stati del Brasile orientale, fra Bahia e la parte nord del Minais Gerais, hanno confermato la cancellazione delle tradizionali feste di ”Sao Joao” (San Giovanni) il mese prossimo, che si estendono per una settimana col ritmo indiavolato del ”forro”. Questa anomala siccità che sta mettendo in ginocchio varie zone del Brasile orientale, lungo la costa atlantica, è da attribuire all’azione della “Nina” che ha contribuito negli ultimi mesi a raffreddare le acque superficiali dell’Atlantico tropicale.

Di norma le temperature delle acque superficiali dell’Atlantico tropicale, a largo delle coste nord-orientali del Brasile, si aggirano attorno i +27° a anche sopra tale soglia. Quest’anno invece, a causa della “Nina”, le temperature delle acque superficiali sono scese sui +26° o anche sotto questa cifra in alcuni tratti di oceano. Quindi si è trattato di un raffreddamento che ha ridotto a sua volta il potenziale dell’attività convettiva in tutta l’area. In queste condizioni le perturbazioni e i fronti freddi, seguiti dai freddi venti meridionali, che dalla Patagonia risalgono verso il Brasile centro-meridionale, si allontanano verso il largo, in pieno oceano, lasciando cosi a secco di piogge tutta la zona del Sertao e gli stati del Brasile nord-orientale che si affacciano sull’Atlantico. Ciò succede perché l’acqua del mare più fredda evapora di meno, tanto da far venire meno le condizioni adatte allo scoppio dei moti convettivi, con il conseguente sviluppo di addensamenti nuvolosi cumuliformi pronti a scaricare le tanto attese precipitazioni nel Sertao e in tutti quegli stati del Brasile orientale che stanno patendo le gravi condizioni siccitose di questi ultimi mesi. Purtroppo la siccità andrà avanti anche nei prossimi mesi, rischiando di aggravare la già delicata situazione. Sarà veramente molto difficile vedere delle precipitazioni degne di nota nell’area del Sertao.

 

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