L’inverno australe inizia a fare sul serio in Antartide; Vostok sfiora di poco i primi -80°, inizia il “Kernlose winter” sul Plateau

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L’inverno australe comincia a fare veramente sul serio sul Plateau antartico, nel cuore del Polo Sud, dove le temperature si mantengono costantemente al di sotto dei -70° -75° su una vasta area. Nei giorni scorsi la base russa di Vostok si è addirittura avvicinata, seppur di poco, alla fatidica soglia dei -80°, registrando la temperatura più bassa mai archiviata finora sul pianeta in questo 2012. Gran parte del Plateau centrale del continente antartico mantiene delle temperature medie inferiori ai –50° -60° per gran parte dell‘anno. Lungo il settore orientale del Plateau, dove insistono diverse catene montuose, che culminano oltre i 3000-4000 metri, si archiviano le temperature più basse in assoluto. Su tutti vanno ricordati gli storici -89.2° lambiti dalla base russa di Vostok, posta a 3488 metri sul livello del mare, il 21 Luglio del 1983, che rappresentano tutt’oggi la temperatura più bassa mai registrata sulla Terra con una strumentazione affidabile. Una data storica per la climatologia mondiale. Ma se nella parte orientale della Calotta antartica si raggiungono i valori di gelo più estremi, come quelli della mitica base di Vostok, lungo il settore occidentale, molto più piatto e facilmente influenzato dal passaggio delle profonde depressioni circumpolari che aggirano le coste del Polo Sud, le temperature rimangono di poco più elevate rispetto alla parte orientale.

La base di Vostok, nel cuore del Plateau, sfiora i primi -80° dell'anno

Inoltre lungo l’area del Plateau ghiacciato i venti spirano solitamente con una intensità di debole o moderata intensità, salvo temporanee interferenze delle profonde circolazioni depressionarie sub-polari, mentre le precipitazioni risultano abbastanza scarse per non dire inesistenti lungo il “nucleo centrale” del continente, dove permane un robusto anticiclone di natura termica che mantiene i cieli costantemente sereni con aria limpidissima. Tali condizioni atmosferiche favoriscono l’isolamento di uno spesso strato di inversione termica, ben strutturato nei bassi strati, che mantiene le temperature su valori abbondantemente al di sotto dei -60° -70°. Un clima del tutto inospitale. Negli ultimi giorni il termometro della stazione automatica della stazione della base russa di Vostok è scesa dai -73.5° del 22 Maggio ai -78.0° del 23 Maggio, per toccare un picco minimo di ben -78.9° alle 00:00 del 24 Maggio. I -78.9° rappresentano il valore più basso mai registrato in questa prima parte dell’inverno australe. A prima vista potrebbe trattarsi di un valore eccezionale anche per il gelido clima dell’Antartide, ma come vediamo non è proprio cosi.

Nella prima parte dell’inverno australe, infatti, le temperature possono piombare su valori estremi prossimi al muro dei -80°. Ciò capita soprattutto alla base di Vostok durante questo periodo dell’anno. Ma analizzando i dati termici degli ultimi 10 anni di Vostok emerge come i -80° nel mese di Maggio non si toccano dal 1998. Precisamente il 1 Maggio del 1998 Vostok registrò una temperatura minima assoluta che scese sotto i -80.2°, in condizioni di debole ventilazione e forte stato di inversione termica nei bassi strati. Ma picchi di -80° nel mese di Maggio si sono segnate anche in altre basi scientifiche sparse sul Plateau antartico. Su tutti ricordiamo i -80.8° raggiunti dalla base italo-francese di Concordia il 20 Maggio 2010, registrando uno dei valori più bassi di sempre. Le condizioni meteo/climatiche attuali sull’Antartide ci indicano che il grande gelo andrà ulteriormente ad intensificarsi su gran parte del Plateau centrale, in particolare lungo il settore orientale, dove permane una robusta cellula anticiclonica di origine termica, con massimi che superano i 1035-1040 hpa e ventilazione piuttosto debole, che manterrà pressoché intatto lo strato di inversione termica che caratterizza la parte centrale del Polo Sud.

Le profonde circolazioni depressionarie circumpolari, sotto la spinta delle impetuose “Westerlies” australi, si muoveranno lungo le aree costiere e sui prospicienti bacini, determinando venti molto impetuosi, se non addirittura tempestosi nelle aree soggette a fitti “gradienti barici orizzontali”, con annesse nevicate di debole intensità. I quasi -80° sfiorati dalla base di Vostok lo scorso 24 Maggio, ma anche i dati riguardanti il campo termico delle altre stazioni del Plateau, mettono in evidenza l’inizio del cosiddetto “Kernlose Winter” su molte aree dell’Antartide. Il “Kernlose winter” difatti rappresenta la grande peculiarità del clima antartico, visto che è quasi sconosciuto nell’emisfero boreale, tranne che per alcune ristrette zone dell’altopiano ghiacciato della Groenlandia, dove il fenomeno risulta ben più attenuato e regolare rispetto all’Antartide. In sostanza indica la grande stazionarietà delle temperature medie durante il semestre invernale nel cuore dell‘entroterra antartico. Questa caratteristica è resa evidente dalle medie termiche mensili archiviate della base di Amundsen-Scott nel cuore del continente antartico. Praticamente le temperature medie durante tutto il semestre freddo scendono sotto la soglia dei -60° -70°, rendendo teoricamente possibile il raggiungimento delle temperature estreme (o picchi) in qualunque momento del periodo invernale. Questa grande costanza dei valori termici durante tutto il periodo invernale australe è originata da una totale mancanza di insolazione, e quindi da un bilancio radiativo nullo o negativo, che può essere compensato solo in parte da apporti di calore esterni, in genere provenienti dagli oceani che circondano le coste del Polo Sud.

Mappa sinottica dell'Antartide (fonte Antarctic Meteorological Research Center)
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