Non sono escluse altre forti repliche di terremoto in Emilia, come quella di oggi registrata di 5.8 di magnitudo: il meccanismo di repliche simili per magnitudo alla scossa principale, in questo caso quella di magnitudo 5.9 del 20 maggio, è infatti tipico di quella zona dell’Appennino centro settentrionale. A spiegarlo, raggiunto al telefono, è il presidente dell’Ingv Stefano Gresta. “La scossa di magnitudo 5.8 di oggi, leggermente inferiore rispetto a quella di magnitudo 5.9 del 20 maggio, 5-10 volte meno potente ma che appartiene allo stesso meccanismo: si inquadra infatti nella tipica dinamica dell’Appennino che si infila sotto la Pianura Padana e produce compressione“, spiega Gresta, aggiungendo: “Non è quindi una sorpresa, come abbiano sempre detto, non potevamo e non possiamo escludere repliche anche di magnitudo simile alla principale: è lo stile sismico dell’Italia soprattutto centro settentrionale“. Anche se in questo caso la scossa di oggi è stata davvero molto simile a quella principale, sottolinea Gresta, “è la situazione dell’Appennino centro settentrionale che vede repliche anche di magnitudo confrontabile a quella principale“. Per quanto riguarda la durate delle repliche, “le cronache ci dicono che per il così detto terremoto di Ferrara del 1570 la sequenza durò qualche anno. Senza arrivare a questo, in questo caso si può dire che potrebbe durare settimane o mesi. Una sequenza lunga all’interno della quale non è esclusa una replica forte come quella di oggi, intorno o sopra magnitudo 5“. “È presto – spiega inoltre Gresta – per poter dire se quella di oggi sia una nuova faglia o la stessa struttura che si è rotta in un segmento nuovo, più verso ovest, ma in ogni caso il meccanismo focale è lo stesso, le stesse forze e geometrie sono in campo, e in termini di effetti non cambia“. Comunque – conclude il presidente dell’Ingv – pur ricordando l’impossibilità di prevedere terremoti, “è estremamente improbabile che sia superata la magnitudo 6 della scossa principale. Questo non rientrerebbe nello stile delle sequenze tipiche dell’Appennino centro settentrionale. Sarebbe un comportamento anomalo“.