Il fascino dell’universo dimenticato

MeteoWeb

Per la maggior parte di noi il crepuscolo segna la fine di un’altra giornata, ma per gli appassionati del cielo indica l’inizio di una nuova nottata di osservazioni. Anche senza l’ausilio di strumenti ottici, il cielo ci consente di ammirarne la sua bellezza. Oltre agli oggetti più facilmente individuabili, come le stelle, i pianeti, il Sole o la Luna, è possibile talvolta riconoscere piccoli punti che rappresentano le nebulose e le galassie. In cieli particolarmente bui è possibile osservare il braccio a spirale della nostra galassia, la Via Lattea, facilmente riconoscibile come una fascia lattiginosa che solca il cielo. Un fattore importantissimo che determina gli oggetti visibili è l’inquinamento luminoso, per cui tanto si battono intere schiere di associazioni. Per un principiante un cielo urbano potrebbe addirittura rappresentare un vantaggio, dal momento che è più facile riconoscere le sagome delle principali costellazioni, ma se paragonassimo un cielo di città ad uno di campagna, ci accorgeremmo di quale spettacolo i residenti di cieli urbani si privino tutte le sere. Il problema dell’inquinamento luminoso non sta nella quantità di luce emessa, quanto nella direzione verso cui essa è indirizzata. E’ certamente necessario illumnare le strade per una circolazione sicura, ma una strada disseminata di pali della luce può anche risultare malamente illuminata se le lampade sono disposte male, con aree molto più luminose di altre. Le luci dovrebbero sempre essere rivolte verso il basso e avere il bulbo schermato. Questo permetterebbe di limitare fortemente i fasci di luce verso il cielo, assolutamente inutili per la nostra sicurezza. Un cielo di montagna, come quello ripreso in Aspromonte da Filippo Armonio, la cui immagine gentilmente concessa a MeteoWeb è visibile qui sopra, presenta un fascino che difficilmente potrà essere dimenticato. Gli astronomi nelle loro notti di lavoro si recano nei luoghi più sperduti della Terra, alle alte quote, dove l’atmosfera è più rarefatta, e da dove è possibile osservare anche gli oggetti più remoti dell’universo. Un tempo i nostri antenati erano attenti osservatori della volta celeste. In tutto il mondo è possibile ammirare monumenti di pietra eretti a favore delle stelle, e varie popolazioni erano capaci di effettuare calcoli che ancora oggi destano stupore. I primi documenti scritti che accertano con sicurezza le osservazioni astronomiche sono stati ritrovati in Mesopotamia, dove videro la luce alcune tra le più antiche civiltà della storia dell’uomo. Negli scavi archeologici compiuti in questa regione sono state ritrovate molte tavolette d’argilla, incise con caratteri cuneiformi, alcune delle quali sono di carattere astronomico. Il cielo era anche osservato sulle rive del Nilo, come dai cinesi e dall’Europa, dove sorgono momunemti megalitici, oggi divenuti meta di milioni di turisti. Oggi tutto questo non esiste quasi più, dominati da un’era tecnologica che se da un lato ci consente una maggiore comodità nella vita quotidiana, dall’altra ci ha fatto dimenticare la bellezza dell’universo, che ci appare così lontano pur facendone noi parte. Dai greci a Tolomeo, dagli arabi agli egizi, il cielo ha rappresentato da sempre una fonte di ispirazione per calendari e previsioni che hanno aperto la strada alla moderna astronomia. E’ nostro dovere preservare ai nostri figli quel mondo affascinante che ci sovrasta, affinchè anche loro in futuro possano beneficiare di uno degli spettacoli più belli che la natura ha voluto regalarci.

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