La città di La Mecca detiene pure il nuovo record della pioggia più calda: mai visto prima un temporale iniziato con temperature sopra i +43°C

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In questa magnifica immagine satellitare si notano le Cumulogenesi in fase di sviluppo sui rilievi sauditi determinate dalla brezza umida dal mar Rosso (credit NASA)

In un nostro articolo, pubblicato la settimana scorsa, avevamo messo in risalto il temporale che si era abbattuto su La Mecca, la città Santa dell’Islam, dopo che il termometro aveva sfondato la soglia dei +45°. L’incredibile evento avrà colto di sorpresa le centinaia di pellegrini, provenienti da ogni angolo del mondo arabo (che comprende tutta la fascia di territorio che si estende dall’Africa nord-occidentale fino alle Filippine e all’Asia centrale) che quotidianamente affollano la città di La Mecca. Difatti la principale città dell’Islam è meta annuale di visite da parte di pellegrini musulmani visto che tutti coloro che se lo possono permettere fisicamente ed economicamente, sono tenuti a visitarla almeno una volta nella vita per il pellegrinaggio, cosi come scritto nel Corano. Il 4 Giugno scorso un temporale di calore si è formato sui rilievi dietro La Mecca e spostandosi gradualmente verso ovest ha poi interessato La Mecca, dove ha iniziato a piovere con una temperatura dell’aria di circa +43°, una condizione a dir poco estrema visto che è raro, per non dire quasi impossibile, avere precipitazioni in simili condizioni termiche. E’ estremamente raro vedere la pioggia con temperature che superano i +40° +42°, in quanto questo tipo di temperature nei bassi strati di solito richiedono l’azione di aree anticicloniche in quota, con movimenti delle masse d’aria discendente e “Subsidenze atmosferiche” che inibiscono le precipitazioni per l‘impossibilità di avere moti convettivi sufficienti alla realizzazione di nubi capaci di provocare precipitazioni.

Tuttavia, il 4 Giugno scorso, la brezza marina da Ovest che si forma lungo le coste del mar Rosso si è spinta verso l’entroterra, riuscendo a raggiungere l‘area di La Mecca, a circa 45 miglia (70 km) dalla costa del mar Rosso. L’aria più umida proveniente dal mar Rosso, muovendosi in direzione est, si è poi spinta verso i rilievi presenti dietro La Mecca. Incontrando i primi contrafforti montuosi l’aria umida è stata costretta a sollevarsi verso l’alto e a condensarsi, favorendo la formazione di nubi a sviluppo verticale (Cumuli e Cumulonembi) che hanno poi prodotto le piogge e i temporali. Salendo verso l’alto, grazie alla forzatura orografica che è stata esercitata nei confronti della brezza di mare, le nubi cumuliformi hanno preso un certo sviluppo verticale, fino ad innalzarsi nella medio-alto troposfera e venendo poi agganciata dalle correnti orientali che in questo periodo dell’anno scorrono in quota sopra il settore centro-meridionale della penisola Arabica.

Le correnti orientali in quota che interessano la penisola Arabica, soprattutto il settore centro-meridionale, sono originate dalla decisa salita di latitudine dell’ITCZ fra l’Africa orientale e l’oceano Indiano. Guadagnando terreno verso nord il “fronte di convergenza intertropicale” ha accompagnato la contemporanea risalita verso nord del ramo principale della “Jet Stream sub-tropicale” che ora scorre sopra la Siria, l’Iraq, l’Iran e l’estremo nord dell’Arabia Saudita. Nell’Arabia Saudita centro-meridionale, e tra Yemen e Oman, le correnti occidentali in quota sono state subito soppiantate da correnti meno intense di provenienza orientale che dominano nella media-alta troposfera. Un cambio di regime dei venti in quota che caratterizza l’avvento della stagione estiva sulla fascia tropicale. Malgrado la presenza nei bassi strati di aria “bollente” e molto secca, con umidità relativa sotto il 20 % mentre la temperatura attorno alle 04:00 PM misurava un valore di circa +45°, dopo una max sopra i +47° all’ombra.

Anche queste sono delle condizioni veramente estreme per la formazione di un temporale, ma soprattutto per l’avvento delle piogge, visto che temperature dell’aria cosi elevate spesso, coadiuvate da bassissimi tassi di umidità relativa, favoriscono una rapida evaporazione delle precipitazioni ancor prima che esse raggiungono il terreno, formando le cosiddette “virghe“ (strisce di precipitazioni lungo la base dei Cumulonembi). Durante il temporale il termometro è crollato dai +45° ai +43°, scendendo sensibilmente al di sotto dei +40° con l’arrivo dei primi forti scrosci di pioggia. Con molta probabilità quello di La Mecca si può considerare un autentico record della temperatura più alta mai registrata durante un episodio di pioggia.

Le inondazioni che nel Gennaio 2005 si sono abbattute fra La Mecca e Jeddah

Finora, come concorda lo stesso Maximilliano Herrera, principale esperto di estremi termici mondiali, sulla Terra avevamo avuto il caso di Marrakech, in Marocco, che il 10 Luglio 2010 era stata interessata da un temporale che ha avuto inizio alle 5 PM ora locale, ha portato un po’ di pioggia con umidità molto bassa del 14 %, raffreddando la temperatura a +32.7° nel giro di un’ora. Nel caso del 4 Giugno 2012 le gocce di pioggia che sono cadute sulla città di La Mecca dovevano essere molto calde, ed invece di apportare un refrigerio hanno reso la calura ancora più soffocante a seguito del graduale rialzo dell’umidità relativa. In più, su segnalazione del servizio meteorologico saudito, il responsabile della stazione di Al Midinah effettuando il radiosondaggio, lanciando il pallone sonda nell’alta troposfera, ha scoperto che a 1000 metri di quota la temperatura misurata era di ben +36°, un valore veramente esagerato per quell’altezza. Se il clima continua a riscaldarsi, dovremmo vedere un numero crescente di casi in cui si verificano delle piogge con temperature dell’aria superiori ai +40°. Negli ultimi anni, infatti, come dimostrano diversi episodi avvenuti fra il deserto del Sahara e il Medio Oriente, tali fenomeni rischiano di divenire sempre meno rari.

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