Allarme siccità a Padova e Rovigo, perso il 50% dei mais e anche la soia è a rischio

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”Le aziende che hanno avuto la possibilita’ di irrigare hanno piante ancora verdi, anche se in alcuni casi le pannocchie non sono sufficientemente sviluppate; per chi non ha avuto a disposizione fossi con acqua sufficiente o mezzi per l’irrigazione, il raccolto di mais e’ pressoche’ completamente compromesso”. E’ questa la drammatica analisi di Antonio Melato, presidente Fedagri Veneto, sull’andamento delle coltivazioni di mais in provincia di Padova e Rovigo. Inverno e primavera poco piovosi, un’estate priva di piogge e con altissime temperature: sono queste le cause alla base dell’emergenzasiccita’ in corso. ”Come Fedagri Veneto – prosegue Melato – stiamo valutando di richiedere la calamita’ naturale: la riduzione del mais in granella sara’ pari al 50% circa. Dati gli alti costi sostenuti per salvaguardare il raccolto residuo non siamo in grado di prevedere come reagira’ nelle prossime settimane il mercato, considerando anche l’indotto dei mangifici e degli allevamenti che potrebbero essere in difficolta’ se i prezzi dovessero aumentare in modo esagerato. Si sta assistendo anche a un altro fenomeno: i proprietari di impianti di biogas si stanno accaparrando del prodotto in buone condizioni per compensare quello che non producono in azienda, aggravando una situazione di per se’ gia’ molto difficile”. Anche la soia, che apparentemente sembra risentire meno della siccita’, ha comunque subito gravi danni: le alte temperature hanno impedito l’allegagione dei baccelli. Solo se si abbassassero in modo stabile le temperature sarebbe possibile pensare ad un certo recupero del raccolto. ”Quest’anno i produttori di soia – spiega Melato – hanno dovuto anche affrontare spese aggiuntive per combattere le infestazioni di ragno rosso. In generale comunque i costi per gli agricoltori negli ultimi mesi sono aumentati. Al problema acqua si aggiunge il costo del gasolio: per irrigare servono trattori di una certa potenza utilizzati per diverse ore; e’ facile quindi immaginare ne vengano consumate notevoli quantita”’.

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