Sono 64 i punti monitorati dal laboratorio mobile di Legambiente durante il passaggio della Goletta dei Laghi di Legambiente. Tra questi, 40 hanno riportato un livello di batteri fecali oltre il limite concesso dalla legge, ossia il 62,5%. Ancora una volta il maggior numero di campioni risultati fuori legge sono stati prelevati alla foce di fiumi e torrenti, a conferma che i problemi per i laghi sono causati anche dagli scarichi dei comuni dell’entroterra. Si conclude oggi la settima edizione della Goletta dei Laghi di Legambiente, la campagna per il monitoraggio scientifico e naturalistico dei maggiori bacini lacustri italiani, realizzata con il contributo del Coou (Consorzio obbligatorio oli usati) e per la tappa laziale con il contributo della Provincia di Roma, assessorato alla tutela ambientale. Un viaggio durato oltre un mese, lungo tutta la Penisola, dai confini con la Svizzera fino in Sicilia. Diciassette i laghi coinvolti nella campagna, in 11 regioni della Penisola. Per il primo anno la Goletta dei Laghi ha raggiunto anche le regioni del Centro e del Sud. Toccate, dunque, per la prima volta Toscana, Marche, Sicilia e Calabria e dopo anni di nuovo l’Abruzzo, dove l’equipaggio della Goletta ha rilevato l’azione positiva e il valore aggiunto che le aree protette hanno svolto nella tutela della biodiversita’ e promozione del territorio. A ridosso della scadenza europea per il raggiungimento del buono stato dei corsi d’acqua, fissata al 2015, solo il 37% delle acque lacustri a livello nazionale, infatti, ha raggiunto oggi la classe di buona qualita’. Un dato che ribadisce l’urgenza di attivare un monitoraggio attento e costante di tutti gli specchi lacustri e azioni di risanamento.
Maglia nera, anche quest’anno, ai grandi laghi del nord su cui si riscontra la falla piu’ grande nel sistema di depurazione. Sono 36, infatti, i punti risultati fuori legge nei laghi del nord, risultati inquinati o fortemente inquinati. Sul lago d’Iseo sono stati campionati 7 punti, di cui 6 risultati inquinati. Cinque di questi hanno rilevato la presenza di batteri fecali ben oltre il doppio del limite consentito dalla legge, classificandosi fortemente inquinati. Sul lago di Como, dei 13 punti campionati, 10 sono risultati critici con 8 punti fortemente inquinati. Sul lago Maggiore sono stati 6 i punti campionati, di cui 5 sono risultati fortemente inquinati. Sul lago di Varese i tecnici di Legambiente hanno effettuato due campionamenti risultati ambedue fortemente inquinati. Sul lago di Lugano, i tre punti campionati dai tecnici hanno rilevato due punti fortemente inquinati e uno inquinato. Sul lago di Garda sono stati prelevati 14 campioni di cui 8 sono risultati critici; di questi cinque punti sono risultati fortemente inquinati e 3 inquinati. Sul lago di Bolsena, sono stati prelevati 5 campioni di cui 3 sono risultati critici, di cui 2 sono risultati fortemente inquinati e 1 inquinato.
Sul lago di Vico sono stati prelevati: un punto e’ risultato fortemente inquinato. Sul lago di Albano, 3 i punti campionati di cui uno e’ risultato fortemente inquinato e uno inquinato. Al lago Fibreno sono stati effettuati 2 campionamenti di cui un punto e’ risultato inquinato. Superano l’esame della Goletta dei Laghi di Legambiente i laghi di Viverone, in Piemonte, e i laghi laziali Bracciano, Salto e Turano. Ancora critica, dunque, la situazione della depurazione sui maggiori laghi italiani. Il monitoraggio scientifico svolto da Legambiente, spiega Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente, “mette in luce anche quest’anno le numerose criticita’ per quanto riguarda l’inquinamento proveniente da scarichi civili non depurati che riguardano i grandi laghi del nord Italia ma anche gli specchi d’acqua minori monitorati nel Lazio. Una fotografia che rileva oltre il 60% dei prelievi al di sopra dei limiti di legge. Un sistema depurativo carente, che nel nostro Paese riguarda ancora un quarto della popolazione e che rischia, oltre che gravi ripercussioni ambientali, anche di farci pagare pesanti sanzioni derivanti dalle procedure d’infrazione aperte per il mancato rispetto delle direttive europee”.