Rilanciare la ricerca, la lotta contro i cambiamenti climatici, la cooperazione internazionale, i finanziamenti Ue per lo sviluppo sostenibile: sono queste alcune delle priorita’ d’azione messe in pista da Commissione Ue e servizio diplomatico europeo per la regione dell’Artico. Si apre cosi’ un dibattito con Stati membri ed Europarlamento, per mettere a punto un piano comune. Un lavoro avviato in vista della decisione del Consiglio artico prevista a maggio del 2013 in merito alla richiesta dell’Ue di diventare ufficialmente osservatore di questo organismo, la principale sede internazionale competente per lo sviluppo sostenibile e la tutela ambientale della regione. Oltre ad avere tre stati membri interessati (Danimarca, Svezia e Finlandia), l’Ue ha strette relazioni con l’Islanda (paese candidato all’adesione) e con la Norvegia. Sul fronte della ricerca internazionale l’Ue e’ attiva da tempo (200 mln di euro dal 2002) e nella programmazione finanziaria 2014-2020 sono previsti oltre 1,14 miliardi di euro per sviluppare il potenziale economico, sociale e ambientale delle regioni artiche dell’Ue e delle zone limitrofe. Il periodo 2005-2010, ricorda Bruxelles, e’ stato il piu’ caldo mai registrato nell’Artico e si prevede che la regione avra’ estati senza ghiaccio entro i prossimi 30-40 anni. I rapidi cambiamenti potrebbero rendere accessibili vaste risorse naturali quali petrolio e gas e aprire rotte di navigazione che potrebbero ridurre i tempi e i costi di importanti rotte commerciali tra l’Europa e l’Asia. ”Gli sviluppi nella regione dell’Artico – afferma l’alto rappresentante Ue per la politica estera, Catherine Ashton – fanno diventare ancora più urgente il nostro impegno di lotta contro il cambiamento climatico globale e assumono una crescente importanza strategica, economica e ambientale per l’Unione europea”. Secondo il commissario europeo alla pesca, Maria Damanaki, oggi nella regione dell’Artico ”si presentano sfide ambientali e opportunita’ che richiedono un’attenzione a livello mondiale e l’Ue puo’ contribuire in modo sostanziale alla ricerca, ai finanziamenti, alla lotta contro il riscaldamento globale e allo sviluppo di tecnologie piu’ verdi”.