La navicella spaziale Cassini della NASA ha catturato le immagini della più grande tempesta su Saturno, con macchie bluastre nel bel mezzo di nubi vorticose. Si tratta di fulmini, rivelati per la prima volta sull’arto illuminato dal Sole in lunghezze d’onda visibili. “Non pensavamo che avremmo visto un fulmine sul lato illuminato di Saturno, ma solo su quello notturno”, ha affermato Ulyana Dyudina, del team Cassini con sede all’Institute of Technology di Pasadena. “Il fatto che Cassini sia stato in grado di rilevare il fulmine significa che era molto intenso”, continua lo scienziato. Le immagini appaiono più brillanti grazie ad un particolare filtro utilizzato dalla macchina fotografica della sonda, e l’area dei lampi è stata accentuata per determinarne dimensioni e posizione. Gli scienziati hanno calcolato che l’intensità del flash osservato è paragonabile ai più forti lampi sulla Terra. L’energia vista è stata stimata in 3 miliardi di watt per la durata di un solo secondo. Il flash appare di 200 chilometri di diametro quando esce dalla sommità delle nubi, e da questo i ricercatori hanno dedotto che i fulmini hanno origine nelle nubi poste in profondità dell’atmosfera saturniana, dove le gocce d’acqua congelano. Ciò è analogo a quanto avviene nell’atmosfera terrestre. Come sul nostro pianeta le tempeste variano di latitudine in relazione alle stagioni, la sonda Cassini ha permesso di osservare la tempesta in luoghi e tempi differenti del Sstema Solare, cercando di trarre ulteriori informazioni sul clima di altri mondi. L’atmosfera di Saturno è cambiata nel corso degli otto anni di osservazione della sonda, e sarà curioso osservare cosa accadrà nel prossimo futuro.