Colture danneggiate, prezzi del cibo in aumento e il segretario dell’Agricoltura disposto a fare la danza della pioggia. E’ questo il preoccupante quadro che si presenta negli Stati Uniti a causa della siccità che sta mettendo in ginocchio il Midwest, la più grave dal 1956 secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa), l’ente nazionale preposto al monitoraggio climatico. La devastazione delle colture ha portato i maggiori cereali, mais, frumento e soia, a prezzi record, mentre i bovini, sottoposti a stress da caldo, hanno ridotto fortemente la produzione di latte. “Mi metto in ginocchio tutti i giorni e sto pregando anche in questo momento” ha dichiarato il segretario dell’Agricoltura, Tom Vilsack, all’Huffington Post, dopo un incontro con il presidente Barack Obama. ” Se conoscessi una preghiera o una danza della pioggia la farei”. Nelle ultime 24 ore le quotazioni dei cereali hanno raggiunto cifre da record: nelle contrattazioni notturne al Chicago Board of Trade il mais è salito del 57 per cento rispetto a giugno, toccando 8,08 dollari al bushel (l’unità di misura statunitense equivalente a circa 24 chilogrammi). Il prezzo del frumento ha invece raggiunto il livello più alto dall’agosto 2008, raggiungendo 9,83 dollari a bushel. “Ora è giunto il momento della soia”, ha commentato Don Roose, analista di US Commodities in Des Moines, un’azienda di consulenza in campo agricolo.”Le prossime due settimane saranno molto critiche. Ci sono possibilità di una catastrofe per i semi di soia”, che intanto hanno toccato i 17,16 dollari. Le conseguenze della siccità negli Stati Uniti, aggravate dal maltempo che sta colpendo la Russia, altro gigante nella produzione di cereali, si faranno sentire a livello globale: l’America è il secondo esportatore mondiale di mais, il primo di frumento e soia. Non solo farine e semi, la siccità influenzerà lo scontrino della spesa anche alle voci di carne e prodotti lattiero-caseari. Oltre a limitare le risorse per l’allevamento, il caldo infatti colpisce direttamente la produttività delle vacche da latte. Particolarmente sensibili allo stress da caldo, a causa dell’elevata produzione di calore metabolico causata dalla ruminazione, le mucche entrano in ipertermia e riducono drasticamente la produzione di latte. I prezzi dei prodotti lattiero-caseari sono destinati a ribaltarsi: attualmente sono al minimo registrato negli ultimi 18 mesi, sulla scia di un anomalo inverno mite, ma a partire da agosto sono destinati ad aumentare vertiginosamente fino a dicembre, quando secondo le previsioni saliranno del 35 per cento. “Troveremo meno formaggio sulla pizza e nei banconi delle insalate” ha commentato a Usa Today Roger Hoskin, economista esperto in campo agricolo.
La situazione non sembra destinata a migliorare nel breve termine: gli esperti prevedono che le condizioni meteorologiche resteranno critiche fino a fine mese, ma le temperature saranno molto alte fino a settembre. In particolare, nella regione delle pianure e del Midwest dovrebbero essere di 2,8-3,9 gradi centigradi al di sopra delle medie stagionali. Gli effetti si sono gia’ visti: le condizioni dei campi di mais e soia negli Stati Uniti sono le peggiori dal 1988. Anche il dipartimento all’Agricoltura americano ha gia’ preso atto dei possibili gravi danni al raccolto e ha tagliato le stime sulla produzione e sulle condizioni del raccolto (solo il 31% del raccolto dovrebbe essere in condizioni “buone o eccellenti”, meno del 40% della settimana precedente).