Progettazione partecipata, bilanci ambientale e sociale, autovetture ‘green’, raccolta differenziata: sono le politiche di eco-management attuate dai comuni. Secondo il rapporto “Indicatori ambientali urbani 2011” dell’Istat, la progettazione partecipata risulta quella maggiormente diffusa nei capoluoghi (61 comuni): in quasi i tre quarti di quelli del Nord e in oltre la meta’ di quelli al Centro, per diminuire al 29,8% tra i capoluoghi del Mezzogiorno. Segue il bilancio sociale (51 comuni), realizzato nel 63,8% dei capoluoghi del Nord e circa nel 30% di quelli del Centro e del Mezzogiorno, mentre il bilancio ambientale e’ prodotto da soli 37 comuni, in maggioranza al Nord (24 comuni). Ancora ridotta e’ la quota di autovetture in dotazione con alimentazione di tipo ecologico: 3,6% elettriche o ibride, 14,7% a metano, e 3,4% Gpl, mentre quelle alimentate a benzina o gasolio rappresentano il 78,3% (e 31 capoluoghi impiegano solo questi mezzi). Sono 15 i capoluoghi con una quota superiore alla media di autovetture con alimentazione di tipo ecologico: spicca Reggio nell’Emilia (53,8% di auto elettriche e/o ibride e 5,7% a metano) seguita da Siracusa e Catania. Quest’ultima (33,5% elettriche e/o ibride) e’ con Bari (15,9% elettriche e/o ibride) e Messina (7,0% elettriche e/o ibride), uno dei tre grandi comuni che presenta quote di autovetture ad alimentazione ecologica superiori alla media. Largamente diffusa la raccolta differenziata negli uffici comunali dei capoluoghi di provincia (93,3% carta, 63,8% plastica, 90,5% toner e 31% altro): a livello territoriale le differenze non sono molto accentuate, almeno per la carta e i toner, mentre per la plastica si passa dal 76,6% dei comuni del Nord che la effettuano, al 51,1% tra quelli del Mezzogiorno. Considerando standard e requisiti ambientali internazionali come la certificazione Iso14001 e la registrazione Emas, queste sono state conseguite dal 36,2% dei capoluoghi per l’intera amministrazione, per alcuni uffici comunali, o per enti partecipati. Si tratta nel 57,4% dei casi di capoluoghi del Nord, nel 40,9% del Centro e nel 12,8% del Mezzogiorno. Infine, l’acquisto di prodotti del commercio equo e solidale riguarda una minoranza di capoluoghi, il 19,8% con una maggiore incidenza tra quelli del Nord, e di carta riciclata: nel 2011, l’incidenza sull’acquisto delle risme di carta e’ pari al 27,4% per quelle di riciclata e al 39,8% per le risme di carta eco-compatibile. I comuni piu’ virtuosi, quelli che utilizzano solo carta riciclata, sono Vercelli, Reggio nell’Emilia, Campobasso e Enna, cui si aggiungono 35 capoluoghi che presentano una quota di carta riciclata superiore alla media. Quelli con la totalita’ di carta eco-compatibile sono Novara, Sondrio, Brescia, Udine, Pisa, Latina, Barletta, Taranto e Palermo. A questi si aggiungono altri 35 capoluoghi che mostrano comunque quote di utilizzo della carta eco-compatibile superiori alla media. Tra i grandi comuni Messina, Catania e Napoli si collocano sotto la media per quote di acquisti di carta riciclata o eco-compatibile. Sono, invece, 24 i comuni che hanno acquistato solo carta non-ecocompatibile. Riguardo gli acquisti effettuati dai capoluoghi applicando criteri ecologici, i piu’ diffusi sono quelli per la cancelleria (68,8%), apparecchiature elettriche e elettroniche (61,2%),articoli per la pulizia (54,3%), servizi energetici (50%), arredi (49,1%) e materiali edili (29,3%). L’utilizzo di tali procedure risulta molto piu’ frequente nei capoluoghi del Nord, con quote che vanno dall’83% per la cancelleria al 38,3% per i materiali edili). Tutti i grandi comuni hanno utilizzato nel 2011 criteri ecologici per l’acquisto di almeno un tipo di prodotto tra quelli elencati; solo Firenze li ha utilizzati per tutti i tipi di acquisti, mentre Catania soltanto per i servizi energetici.