Non vorrebbe credere alle sue orecchie, Simona Maretti, il sindaco di Moglia, il comune mantovano piu’ colpito dal sisma: il prefetto Franco Gabrielli, capo della protezione civile, ha ‘chiuso in anticipo’ lo stato di emergenza con un decreto emesso il 12 luglio, quindi 17 giorni prima rispetto alla data (del 29 luglio) prevista nel decreto del governo. Questo significa che solo i progetti arrivati entro il 12, saranno ‘presi in considerazione’. Il motivo? “Sono finiti i soldi – spiega il sindaco all’Agi – questa e’ la verita‘”.
Il finanziamento previsto nel decreto 59 del Governo era rivolto alle opere per la sicurezza pubblica. “Due settimane fa, abbiamo presentato il progetto per ricostruire la nostra Chiesa – continua il sindaco di Moglia -. Ma chissa’, non abbiamo ancora avuto risposta“. Dei circa 45 progetti inviati dalla provincia di Mantova, “solo 15 al momento sono stati approvati ed e’ stata data la copertura finanziaria. Altri 30, aspettano di essere ‘visionati'”. La decisione del prefetto ai sindaci interessati e’ stata comunicata questa mattina da Roberto Cova, del Cct, il Comitato di Crisi della protezione civile, e immediata e’ stata la reazione. Per questo pomeriggio e’ prevista una riunione di tutti i primi cittadini, insieme al presidente della Provincia, per decidere le azioni da intraprendere. “Andremo a Roma a manifestare il nostro disappunto – annuncia Simona Maretti – e per chiedere risposte al Governo. Non sono in grado di mandare avanti la messa in sicurezza e vogliono scaricare tutto sulle regioni. Questo e’ il mercato dei furbi“.
Il problema riguarda tutte le zone colpite dal terremoto, anche i sindaci dell’Emilia. Nell’ordinanza del prefetto Gabrielli “ci dicono di non presentare nuovi progetti – aggiunge il sindaco – e rinviano tutto ai commissari straordinari. Vogliono spostare le spese sul decreto 74, cioe’ quello per la ricostruzione. Ma questo significherebbe poi togliere risorse ai cittadini“. “Non e’ mai successo che si chiuda lo stato di emergenza in anticipo – conclude – . Anche la Protezione civile dice che non e’ mai accaduta una cosa del genere“.