”Gli esperti della commissione Grandi Rischi, nella riunione prima del tragico terremoto, non hanno dato rassicurazioni ai cittadini, per questo non credo che saranno condannati dal tribunale dell’Aquila“. Cosi’ ha dichiarato l’ex capo della Protezione Civile nazionale Giuseppe Zamberletti, a margine di un’audizione nella commissione speciale del Consiglio regionale d’Abruzzo per la Ricostruzione che si è svolta all’Aquila. Il processo alla Grandi Rischi vede alla sbarra sette tra scienziati ed esperti di terremoti, accusati di aver dato false rassicurazioni alla popolazione dell’Aquilano dopo la riunione dell’organismo del 31 marzo 2009, cinque giorni prima del sisma. ”Si parla impropriamente di processo alla ‘commissione Grandi rischi’ – ha detto Zamberletti – perchè erano solo quattro i componenti a partecipare a quella riunione. Nessuno di loro ha pronunciato parole rassicuranti, ma hanno messo in guardia sempre dal trascurare misure di sicurezza e ribadito che ai terremoti bisogna prepararsi sempre con molto scrupolo” ha spiegato l’ex commissario di governo nelle emergenze post-sisma in Friuli nel 1976 e in Irpinia nel 1980. Zamberletti, considerato il padre della moderna Protezione Civile, ha concluso la sua visita all’Aquila con un sopralluogo a Villa Sant’Angelo, uno dei centri più colpiti dal terremoto. Zamberletti ha anche espresso un giudizio positivo sul provvedimento di legge, ancora in fase di elaborazione, del ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, inviato del premier Monti per la gestione della ricostruzione: “Le criticità legate alla ricostruzione stanno per essere superate in quella più grave che era la mancanza di una legge. Il provvedimento di Barca mi sembra perfetto, molto efficace, che ha fatto tesoro dell’esperienza del Friuli”.