
Si ingrossa sempre di più la collezione di record assoluti di caldo in questo 2012 a discapito dei record di freddo. L’impressionante ondata di calore che ha colpito il Kuwait in questi giorni non finisce di stupire. Il picco assoluto di questa eccezionale fase di caldo feroce si è raggiunto nella giornata di martedì 31 Luglio 2012, quando il synops delle 12:00 indicava una temperatura di ben +53.2° nella stazione di Sulaibya. La temperatura media diurna invece si è aggirata attorno agli incredibili +45°. Ma quello che sconvolge maggiormente è il valore della temperatura massima di Sulaibya, finalmente confermato dal servizio meteorologico kuwaitiano, che ha lambito la soglia dei +53.6° all’ombra. Tale valore, in un solo colpo, è riuscito a battere il record assoluto di caldo del 2012 e il record nazionale di caldo kuwaitiano, tutti e tre attestati sui +53.3°. I +53.6° di massima di Sulaibya hanno fatto una vera strage. Ma non è finita qua. Questa incredibile temperatura massima, veramente infernale, ha superato pure il precedente record assoluto di caldo dell’intero continente asiatico detenuto dal sito archeologico pakistano di Moen-Jo-Daro, che il 26 Maggio del 2010 (annata di caldo infernale in tutta l’Asia e l’Africa sub-sahariana a seguito di una forte fase di “Nino” sul Pacifico equatoriale che aveva fortemente surriscaldato i mari tropicali) registro una storica massima di ben +53.5° all’ombra.
In pratica Sulaibya, con questa sorprendente temperatura massima di +53.6° ha riscritto una nuova pagina di storia della climatologia mondiale, avvicinandosi e minacciando da vicino il record assoluto di caldo mondiale, di +53.9°, detenuto dalla “Death Valley”, la località più “bollente” della Terra, nel cuore dei deserti degli USA sud-occidentali. A scanso di equivoci abbiamo il dovere di sottolineare come il nuovo record assoluto di caldo per l’Asia stabilito lo scorso martedì 31 Luglio 2012 da Sulaibya sia da considerare valido e attendibile, dato che la stazione della località kuwaitiana, come confermato anche dal servizio meteorologico del Kuwait e dallo stesso tecnico tedesco che garantisce una costante manutenzione (in diversi paesi del golfo vengono utilizzati tecnici stranieri, in genere europei, per il collaudo delle stazioni meteo), è a norma WMO.
La stazione quindi non ha difetti e funziona molto bene. Più che altro, per spiegare un dato cosi estremo, bisogna andare a vedere la particolarità del territorio e del microclima che caratterizza la località kuwaitiana, che spesso vanta delle performance davvero uniche. Difatti, come ci spiega il climatologo Maximilliano Herrera, principale esperto di estremi termici mondiali, quello di Sulaibya è un caso particolare, dove è possibile raggiungere dei picchi di caldo cosi estremi, degni da “Death Valley“, in determinate situazioni, come quella che si è venuta a creare lo scorso martedì 31 Luglio. L’area attorno Sulaibya è circondata dalle alte dune del deserto interno kuwaitiano, che spesso vengono alterate a spostate dalle forti tempeste di sabbia prodotte dallo “Shamal”, il “torrido” e impetuoso vento nord-occidentale che domina tutto l’anno, soprattutto d’estate, su buona parte dei deserti di Iraq, Kuwait e nord dell’Arabia Saudita. In pratica le dune di sabbia circostanti, molto alte, riescono a creare una situazione particolare schermando l’area da ogni interferenza più fresca proveniente dall’esterno (brezze termiche di mare).
Per questo motivo qui l’aria molto calda e piuttosto secca che si origina sui deserti circostanti si affossa e si surriscalda ulteriormente, senza mai riuscire a rimescolarsi con masse d’aria marina di origine marittima, sovente più temperate, anche se le temperature delle acque superficiali del golfo Persico hanno ormai raggiunto il valore di quasi +37° +38°. Si viene cosi a creare un particolare microclima che in determinate situazioni, come quella di martedì scorso, quando i moderati venti da N-NO spingevano verso la costa kuwaitiana tutta l’aria “bollente” che si produceva in pieno giorno sopra le vaste superfici desertiche dell’Iraq meridionale e Kuwait, fa schizzare i termometri oltre il muro dei +50° +51°, mentre nelle altre località kuwaitiane le temperature non vanno oltre il limite dei +48° +49°. Ma per i record non è finita qui. Solo ieri, mercoledì 1 Agosto, è stato confermato il nuovo record assoluto di caldo di Kuwait City che ha stabilito una temperatura massima di ben +51.9° all’ombra.
Si tratta del nuovo record di caldo per la storia della capitale kuwaitiana. In più i +51.9° di Kuwait City rappresentano pure il nuovo record mondiale di temperatura massima mai raggiunta su una città o località costiera. Stracciato il precedente record di temperatura massima per una località costiera detenuto dalla stazione di Jeddah Universita che aveva registrato una max di +51.7°. I +51.9° fatti ieri da Kuwait City superano persino i +51.8° fatti nella giornata di ieri dall’isola di Failaka, che senza il nuovo dato di Kuwait City avrebbero rappresentato il nuovo record mondiale di temperatura massima mai raggiunta in una località costiera. Anche il nuovo record assoluto di caldo di Kuwait City dimostra che per raggiungere picchi cosi notevoli occorre la presenza della “rovente” ventilazione da N-NO o Nord che trasporta l’aria infuocata desertica fino alle coste che si affacciano sul golfo Persico. Non è un caso se il gran caldo è accompagnato e anche incentivato dai torridi e “bollenti” venti da NO, o N-NO, che raccolgono l’aria molto calda e secca preesistente sopra i deserti dell’Iraq centrale.
Ma quali sono le condizioni climatiche ideali che fanno impennare i termometri oltre il muro dei fatidici +50° in Medio Oriente ?
Di solito il muro dei +50° all’ombra in Iraq, come sul Kuwait, in Arabia Saudita e negli altri paesi che si affacciano sulle coste occidentali del golfo Persico, si abbatte proprio in questo periodo dell’anno, nel cuore dell’estate boreale, durante il predominio dell’anticiclone sub-tropicale permanente che sposta il proprio baricentro dalla penisola Arabica verso l’area del Medio Oriente. In concomitanza con la risalita verso nord, tra i 25° N e i 35° N, dell’estesa cintura anticiclonica sub-tropicale, anche il ramo principale della “corrente a getto sub-tropicale” è costretto a transitare a latitudini ancora più elevate, tra l’Europa e l’Asia centro-settentrionale, con un andamento spesso molto ondulato.
L’assenza del passaggio del ramo della “corrente a getto” favorisce una persistenza dei regimi anticiclonico dinamici in quota, con il conseguente accumulo di masse d’aria molto calde e secche, d’estrazione sub-tropicale continentale, fino alla media troposfera che innalzano i geopotenziali su valori elevatissimi (forte stabilità atmosferica). Alla quota di 850 hpa, tra l’area pakistana e i deserti del Medio Oriente, si possono osservare isoterme di +32° +33°, nei casi più estremi anche sono evidenti anche termiche di +35° +36°. Tutto questo accumulo di calore fino alla media atmosfera origina un ulteriore surriscaldamento delle masse d’aria presenti nei bassi strati, indotto anche dai fenomeni di “Subsidenza atmosferica” (correnti discendenti che comprimono l‘aria nei bassi strati, scaldandola e deumidificandola ulteriormente) tipici dei regimi anticiclonici.
Se a ciò poi aggiungiamo la continua insolazione diurna su vastissime distese desertiche, vista la totale serenità dei cieli, e la presenza di aria secchissima in prossimità del suolo, è normale poi che i deserti del Medio Oriente si trasformano in autentici forni a cielo aperto, dove diventa veramente difficile sopravvivere se non si è addestrati o abituati a simili condizioni climatiche cosi estreme. Quando la calura soffocante raggiunte picchi cosi estremi è sempre accompagnata da tassi di umidità relativa molto bassi, che possono scendere anche al di sotto della soglia minima del 5 % 4 % nelle ore centrali del giorno (il limite strumentale è del 3 %). In tali condizioni di caldo “torrido” e feroce diventa veramente difficile riuscire a svolgere qualsiasi tipo di attività umana. Probabilmente solo le popolazioni arabe del Medio Oriente, abituate da secoli a convivere con il clima estremo del deserto, sono maggiormente predisposte a sopportare delle situazioni a dire poco estreme, apportando semplici accorgimenti. Fra questi, quello fondamentale, è di evitare l’esposizione al sole nelle ore centrali della giornata. Chi trasgredisce spesso può incorrere a colpi di calore che possono risultare pure mortali.