L’alito sahariano ha raggiunto le vette alpine: temperature eccezionali registrate in alta quota, appena -0.1°C di minima alla Capanna Margherita

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L'intensa ondata di calore che ha interessato la Francia e l'arco alpino occidentale

L’estate del 2012 verrà ricordata come una delle più calde per alcuni paesi dell’Europa centro-occidentale, in particolare la Spagna centro-meridionale, il sud della Francia e parte dell’Italia, subito dopo la terribile annata del 2003, finora insuperabile. Le continue avvezioni calde sub-tropicali, provenienti dai deserti del Maghreb, richiamate dalla costante “lacuna barica” imperante sull’Atlantico orientale (appena ad ovest delle Isole Britanniche), hanno contribuito a far innalzare le temperature medie anche in quota, determinando delle forti anomalie termiche positive che con molta probabilità ci terranno compagnia fino alla fine di Agosto.

Anche le acque superficiali del Mediterraneo centro-occidentale stanno risentendo parecchio di queste costanti anomalie termiche, assorbendo una notevole mole di calore latente pronto ad essere rilasciato gradualmente alle masse d’aria sovrastanti nel corso della futura stagione autunnale, ormai sempre più vicina. Intanto anche lo scorso weekend la radice calda del “torrido” anticiclone sub-tropicale libico-algerino si è distesa in direzione del bacino centro-occidentale del Mediterraneo, inglobando con una immensa cupola in quota (anticiclone di blocco) la penisola Iberica e la Francia centro-meridionale, dove è giunta una intensa onda mobile di calore che ha fatto impennare i valori termici oltre la soglia dei +37° +38°, con picchi di +40° all’ombra in tantissime località della Spagna e della Francia centro-meridionale. La causa di questa ennesima onda di calore è sempre la stessa, ossia la presenza di una vasta “lacuna barica” sull’Atlantico orientale che agevola l’affondo di frequenti saccature e ondulazioni cicloniche dalle alte latitudini, con la conseguente predisposizione per l’insorgenza di aree cicloniche e “CUT-OFF” in quota.

La nascita di queste circolazioni depressionarie in pieno oceano, a loro volta, favorisce il richiamo, verso l’area mediterranea e l’Europa centro-occidentale, di estese ondate di calore che dai deserti interni del Marocco e dell’Algeria centro-meridionale si muovono verso il Mediterraneo, la Spagna e l’Italia, sotto la spinta in quota di un solido promontorio anticiclonico dinamico che dal Sahara occidentale si propaga fino all’Europa centro-meridionale, garantendo condizioni di assoluta stabilità, con un campo termico che si mantiene ampiamente sopra le medie del periodo. Purtroppo, come temevamo, anche quest’anno, la rapida fusione dei ghiacci che circondano l’Artico, ha avuto le sue pesanti conseguenze. Il venir meno dei “gradienti termici” e di “geopotenziali” tra il Polo Nord e l’area tropicale ha indebolito di parecchio il ramo principale della “Jet Stream” che rallentando mantiene un andamento mediamente ondulato su buona parte dell’emisfero settentrionale, deponendo a favore di una persistenza degli attuali pattern climatici.

L’andamento mediamente ondulato del ramo principale della “Jet Stream”, in uscita dal continente nord-americano, continua ad agevolare l’affondo di varie saccature sull’Atlantico orientale, con la conseguente formazione di intense rimonte sub-tropicali che aspirano l’aria calda e molto secca preesistente sopra i deserti del Maghreb convogliandola nella media e bassa troposfera verso il territorio europeo. Questa volta, a differenza delle precedenti avvezioni calde, questa ondata di calore, proveniente direttamente dai “roventi” deserti del Marocco e dell’Algeria occidentale, è stata richiamata da un ampia circolazione depressionaria che si è localizzata ad ovest delle Isole Britanniche. Lungo il bordo più orientale della circolazione depressionaria, centrata in pieno Atlantico, si è proteso un ampio promontorio dell’anticiclone sub-tropicale nord-africano, che ha mantenuto il proprio baricentro in quota sull’Algeria, il quale ha esteso una vera e propria cupola in quota (500 hpa), colma di aria molto calda e secca di matrice sub-tropicale continentale, che dall’entroterra desertico algerino e marocchino si è protesa fino alla Francia, alla Germania, il Belgio, inglobando pure le Alpi occidentali e la Svizzera, con isoterme che hanno raggiunto i +24° +25° alla quota di 850 hpa nella Francia meridionale.

La risalita calda a tutte le quote si è localizzata lungo il margine occidentale di questo vasto impianto anticiclonico dinamico, dove è stato convogliato un flusso di masse d’aria molto calde e secche in quota dai quadranti meridionali. Ancor prima di raggiungere la Spagna e la Francia centro-meridionale le masse d’aria sahariana, già molto calde in origine, sono state ulteriormente riscaldate anche dai fenomeni di “Subsidenza atmosferica” (correnti discendenti in seno al regime anticiclonico che comprimono l‘aria verso i bassi strati surriscaldandola e deumidificandola ulteriormente) che hanno interesseranno la cupola anticiclonica dinamica in quota, enfatizzando ulteriormente gli effetti della calura per l’azione di “compressione” esercitata nei confronti delle masse d’aria sub-tropicali. Ciò, assieme allo scorrimento dell’aria molto calda e secca in quota, ha contribuito a far schizzare i termometri su valori veramente molto elevati, rendendo la calura veramente insopportabile, specie in quelle aree non interessate o riparate dai venti termici e dalle brezze diurne.

Numerosi record di caldo sono stati stabili nelle Alpi occidentali, notevole la minima di -0.1°C alla Capanna Margherita

Gli effetti di questa forte ondata di calore si sono avvertiti maggiormente in alta quota, sulle località delle Alpi occidentali, vicino il confine tra Francia e Italia, dove lo zero termico si è portato oltre i 4000 metri. Difatti, il flusso di aria molto calda e secca d’estrazione sub-tropicale africana, ha interessato le principali vette alpine, tanto da regalare delle temperature massime veramente sorprendenti malgrado l’altitudine, con l’abbattimento di diversi record assoluti. In Francia è stato stracciato di nuovo il record di Briancon con una max di ben +36.3° a 1500 metri.

Notevole pure il record assoluto di caldo stabilito dalla nota località turistica di Chamonix che ha registrato una temperatura massima di +34.4°, un valore davvero eccezionale. Possono essere definiti allucinanti gli estremi termici (minima e massima) ai 3850 metri dell’Aiguille du Midi, con +4.7°/+13.4°, mentre una minima di ben +23.4° si è archiviata ai 1427 metri dell’Iraty. Sempre durante il weekend una temperatura massima di +20° è stata segnata ai 3000 metri del Eggishorn. Anche le Alpi italiane hanno risentito di questa intensa avvezione calda proveniente dal Sahara occidentale. Basti pensare che ai 4550 metri della Capanna Margherita, il rifugio più alto d’Europa, la temperatura minima di sabato non è scesa al di sotto dei -0.1°, un dato considerevole per una simile quota.

Dovrebbe essere saltato anche il record del Corvatsch, in Svizzera, che ha stabilito una max di +13.2°, a solo un decimo del Luglio 1983. Ma non sono mancati neppure diversi record assoluti di caldo battuti dalle località e città a bassa quota, specie nella Francia meridionale. Finora i nuovi record assoluti di caldo sono stati raggiunti a Auxonne che registrando una massima di +41.5° ha stracciato quello anteriore. Nuovo record assoluto di caldo pure a Echassières e Chatillon Sur Seine che hanno stabilito rispettivamente delle max di ben  +37.3° e +41.5°, bruciando cosi i precedenti record del passato. Anche le città di Lus La Croix Haute e Bourg Saint Maurice hanno migliorato i propri record di caldo dopo aver archiviato delle temperature massime rispettivamente di +34.1° e +37°.

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