Forti temporali colpiscono l’Arabia Saudita occidentale, accumuli di oltre i 40-50 mm nella città di Medina; colpa dell’Upper Level Low sull’Egeo orientale

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I forti temporali che nella nottata hanno colpito varie aree dell'Arabia Saudita occidentale

Dopo la lunga pausa secca estiva i primi intensi temporali autunnali hanno colpito le aree costiere occidentali dell’Arabia Saudita centrale, dove si sono verificati forti rovesci di pioggia, con accumuli localmente superiori ai 40-50 mm per metro quadro. Particolarmente colpita la città di Medina, ad oltre 650 metri sopra il livello del mare, dove la locale stazione automatica avrebbe registrato un accumulo giornaliero parziale di ben 43 mm, a seguito dei due passaggi temporaleschi della notte scorsa. Ma come detto, in alcune aree montuose sopra Medina, gli accumuli pluviometrici avrebbero oltrepassato il muro dei 50 mm, localmente anche più. Oltre ai 43 mm di Medina vanno segnalati i 37 mm caduti a Kaiber, i 18 mm di Mina e i 9.9 mm di Al-Jouf. Non sono da meno gli 8 mm di Turaif e i 6 mm di Guriat. Senza ombra di dubbio, per un’area caratterizzata da un clima arido desertico, si tratta di apporti significativi, che hanno causato anche allagamenti e locali inondazioni. Questo perché le precipitazioni temporalesche, pur non essendo particolarmente abbondanti, cadendo sopra gli aridi terreni del deserto arabico, non abituati a smaltire una simile quantità d’acqua in cosi poco tempo, hanno causato vasti allagamenti e locali inondazioni determinate dalla piena dei “Uadi”, ossia quei lunghi canaloni, che solcano la superficie desertica, in cui scorrono i corsi d’acqua a carattere non perenne. Inoltre, i rovesci temporaleschi che si sono sviluppati tra il mar Rosso e le vicine catene montuose della costa occidentale saudita hanno fatto incanalare l’acqua piovana dentro i “Uadi”, generando delle veloci ondate di piena che sono scese fino alle vallate sottostanti. Le moviole satellitari di ieri mostravano la presenza di un grande corpo nuvoloso, attestato sul settore occidentale dell’Arabia Saudita centrale, che si muoveva molto velocemente verso l’entroterra desertico della penisola Arabica.

Il passaggio del ramo principale della "corrente a getto" ha esaltato lo sviluppo dei nuclei temporaleschi sul mar Rosso

All’interno di questo grande ammasso nuvoloso si sono generati vari nuclei temporaleschi che sono sorti sopra le caldissime acque superficiali del mar Rosso, lungo una linea di confluenza fra masse d’aria molto diverse fra loro. Difatti, nei bassi strati, erano presenti delle infiltrazioni di aria più temperata, proveniente dai quadranti settentrionali (dal Mediterraneo centro-orientale), con una sostenuta ventilazione da Nord e N-NO, che dal deserto egiziano si spingeva rapidamente fino al cuore del mar Rosso, scalzando verso l’alto l’aria molto più calda e umida preesistente in loco, creando cosi le turbolenze atmosferiche che hanno dato i natali ai temporali che nella nottata si sono abbattuti sull’Arabia Saudita occidentale. L’aria più temperata e fresca in quota, in discesa dalle latitudini mediterranee, è stata sospinta verso l’entroterra desertico egiziano e il settore centro-settentrionale del mar Rosso, dal modesto “Upper Level Low”, che si muoveva in maniera retrograda verso la Turchia occidentale e l’Egeo orientale, innescando più ad ovest, tra il nord dell’Arabia Saudita, la Giordania, la Siria e l’Iraq, il caldo richiamo sub-tropicale dai quadranti meridionali. La presenza di questo “Upper Level Low”, che indugia lungo i margini orientali del promontorio anticiclonico sub-tropicale posizionato sul bacino centrale del Mediterraneo, ha creato una rapida destabilizzazione atmosferica sul Mediterraneo orientale, con risentimenti fino alle coste centrali della penisola Arabica, ove arrivano le infiltrazioni di aria più fresca in quota che fanno scoppiare di botto l’attività convettiva, specie lungo il versante occidentale della catena montuosa del Jabal Al-Hijaz, che taglia di netto il settore occidentale della penisola Arabica, separando l’altopiano desertico interno (altopiano di Najd) dalle coste affacciate al caldo mar Rosso.

Gli allagamenti dopo i forti temporali della nottata scorsa

La formazione degli intensi temporali è stata anche esacerbata dal transito del ramo principale della “Jet Stream sub-tropicale” in quota. Difatti, il ramo della “corrente a getto sub-tropicale”, che dal nord del Sudan si muoveva molto velocemente verso l’Arabia Saudita centrale, proseguendo la sua corsa in direzione dell’Iran, il Pakistan, il nord dell’India e le coste asiatiche meridionali, ha innescato forti turbolenze atmosferiche (per il vuoto d’aria in alta quota prodotto dallo scorrimento veloce del ramo principale del “Jet Stream”) che hanno agevolato la nascita dei moti convettivi (correnti ascensionali), con la conseguente formazioni delle grosse “Cellule temporalesche”  (alle volte il suo passaggio produce vere e proprie Multicelle, caratterizzate da attività elettrica a fondoscala ) sul mar Rosso, con forti rovesci e turbolenti colpi di vento che hanno preceduto e accompagnato i fenomeni più intensi. Bisogna anche dire che i temporali, sviluppandosi in altezza, sono stati toccati nella parte superiore dal forte “Jet Stream” che scorre in alta quota, da ovest ad est, divenendo cosi delle “Cellule temporalesche” con uno spiccato asse obliquo, con le incudini in rapido allontanamento dalla base originale dei Cumulonembi. Per questo, alcuni di questi temporali, sono riusciti ad estendersi fino all’altopiano interno. In queste ore, pur in presenza di un certo miglioramento delle condizioni atmosferiche, rimane ancora una certa instabilità, con la formazione di nuovi temporali, di origine più propriamente “termoconvettiva”, tra i rilievi occidentali sauditi e la parte interne della penisola del Sinai.

Alcuni di questi temporali stanno cominciando ad assumere uno spiccato sviluppo in verticale. Ciò è sostanzialmente prodotto dall’afflusso nei medi e bassi strati di umide correnti occidentali che scaricano quella poca umidità raccolta sopra il mar Rosso sulle pareti occidentali del Jabal Al-Hijaraz, venendo poi costrette a sollevarsi verso l’alto all’impatto con i primi comprensori montuosi presenti dietro la costa occidentale saudita. Durante il sollevamento forzato verso l’alto la massa d’aria tende ad espandersi e a raffreddarsi salendo di quota, favorendo la rapida condensazione del vapore acqueo e la formazione di grossi annuvolamenti a sviluppo verticale (cumuli, congesti e cumulonembi) che vengono ulteriormente alimentati dal calore latente presente nei bassi strati, tanto da assumere un importante sviluppo verticale. Molti di questi temporali, ad esclusione di quell’aggregato di piccole “Celle” in formazione sul settore meridionale della penisola del Sinai, crescendo in altezza verranno letteralmente stirate verso est dal forte “Jet Stream” che scorre in alta quota, divenendo cosi delle “Cellule temporalesche” con uno spiccato asse obliquo, con le incudini e la parte sommitale che tenderanno a divergere e ad allontanarsi dalla base principale dei cumulonembi temporaleschi.

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