“Senza entrare nel merito di una sentenza della Magistratura, ritengo che la condanna della Commissione Grandi Rischi allarghi quella voragine istituzionale farraginosa gia’ vista nel passato con il fascicolo fabbricato“. Lo afferma il presidente dell’Unione Romana Ingegneri Architetti, Giancarlo Sapio. “In quel caso – spiega Sapio – lo Stato e’ stato addirittura capace di non ascoltare lo Stato: quando gli enti locali hanno adottato questo strumento, ponendosi all’avanguardia nel voler conoscere le condizioni di salute del comparto del costruito e intervenire laddove necessario, hanno dovuto poi fare i conti con la sospensiva del Tar che ne ha bloccato l’attuazione. Oggi, si arriva alla condanna della Commissione Grandi Rischi e alla richiesta di risarcimento in solido da parte della Presidenza del Consiglio in quanto responsabile civile di quanto accaduto a L’Aquila“. “La storia non si fa con i se – prosegue – pero’ la miopia di certa politica che non ha compreso e non comprende che gli eventi calamitosi continueranno a succedersi nel tempo non e’ ulteriormente accettabile. E’ uno scotto che nessuno puo’ permettersi di pagare“. “Il Libretto Casa, alla base del fascicolo fabbricato, risale al 1996, l’Uria lo presento’ in un convegno nell’Aprile di quell’anno. Da allora – prosegue il presidente dell’Uria – sono passati anni durante i quali la Politica non ha fatto nulla se non aspettare gli eventi che hanno messo in ginocchio il nostro Paese, e poi ragionare sull’emergenza. Con polemiche e sperperi“. “Oggi esiste una proposta di legge avanzata da Uria, Enea e altri, per la salvaguardia del nostro patrimonio – aggiunge – un’assicurazione obbligatoria necessaria per la ricostruzione e l’istituzione di un fondo di garanzia che permetta l’attuazione della messa in sicurezza del comparto“. “E’ giusto che il professionista che causa danni venga perseguito – conclude Sapio – ma sarebbe altrettanto giusto perseguire coloro che non si sono dimostrati capaci di provvedere alla sicurezza lavorando sulla prevenzione, o meglio non dando alla prevenzione il ruolo che merita. Sulla mancata adozione di un progetto di conoscenza e prevenzione si erge il muro del silenzio. Neanche un terremoto puo’ scalfire l’imprevidenza politica, a questo punto sulla pelle dei cittadini“.