Dopo una partenza in sordina l’attività delle ciclogenesi tropicali è letteralmente scoppiata sul Pacifico occidentale, fra i mesi di Agosto e Settembre, con la formazione di ben 17 tempeste, molte delle quali evolute in tifoni o pericolosi super-tifoni di 4^ 5^ categoria della Saffir-Simpson. Tra questi vanno citati tifoni del calibro di “Bolaven”, “Sanba” e lo stesso “Jelawat”, che proprio ieri ha raggiunto le coste del Giappone come tempesta tropicale. La massima attività ciclonica registrata tra i mesi di Agosto e Settembre, dopo un iniziale periodo un po’ più sottotono, è imputabile al lento spostamento della “MJO”, la “Madden Julian oscillation“, dall’oceano Indiano centro-orientale verso gli arcipelaghi più settentrionali dell’Indonesia, con un notevole rinvigorimento dell’attività convettiva che ha accompagnato lo sviluppo di diffusi “Clusters temporaleschi” organizzati che hanno dato i natali a quelle “tropical waves” (fronti tropicali privi di rotazione) poi evolute in depressioni tropicali, tempeste tropicali ed in seguito tifoni, diretti verso Taiwan o le coste del Giappone. A differenza degli anni scorsi questi cicloni tropicali, una volta nati e cresciuti sopra le caldissime acque superficiali del mar delle Filippine (la più grande fabbrica che riesce a sfornare il maggior numero di cicloni tropicali al mondo), le cui temperature potenziali hanno superato la soglia dei +30°C +31°C, hanno seguito delle traiettorie obbligatorie, muovendosi secondo dei tracciati parabolici, fino alle isole Ryùkyù e alle coste meridionali giapponesi, per finire sul Pacifico nord-occidentale.
La maggior parte delle tempeste tropicali e dei tifoni che si sono sviluppati sopra il caldissimo mar delle Filippine, infatti, invece di impattare verso le Filippine e l’isola di Luzon, hanno bordato le coste orientali di quest’ultima, per proseguire la loro strada verso il tratto di oceano ad est dell’isola-stato di Taiwan, virando in direzione dell’arcipelago nipponico delle Ryùkyù, che quest’anno è stato spazzato da molti tifoni e tempeste tropicali, alcuni anche molto intensi, fino alla 3^ 4^ categoria della Saffir-Simpson ancor prima di raggiungere le isole. Dopo aver spazzato le isole Ryùkyù, con venti davvero violenti e piogge di carattere quasi torrenziale, molti di questi tifoni o tempeste tropicali hanno continuato a muoversi verso nord, dirigendosi verso la penisola di Corea, per effettuare i “landfall” definitivi lungo le coste. Fra le traiettorie più insolite troviamo quella del super tifone “Sanba”, il più intenso ciclone tropicale di 5^ categoria osservato sulla Terra nel 2012, con una pressione centrale che è riuscita a sprofondare fino a 900 hpa, con venti medi sostenuti di oltre i 250-260 km/h e raffiche di oltre i 300-310 km/h, capaci di sollevare in mare aperto ondate gigantesche, alte più di 10-12 metri.

L'intensa attività convettiva legata alla "Madden Julian oscillation" in spostamento verso l'Indonesia e il mar delle Filippine (credit JMA)
Salendo di latitudine, investendo le Ryùkyù, il tifone, indebolendosi sensibilmente per il passaggio su acque più fredde e l’intensificazione del “Wind Shear”, ha seguito una rotta piuttosto rettilinea, invece di ripiegare verso nord-nord/est, impattando verso la penisola di Corea (Corea del Nord e Corea del Sud), per poi dirigersi verso le coste nord-orientali della Cina e l’estremo oriente della Russia asiatica, dove i resti di “Sanba” hanno dato luogo a forti rovesci di pioggia e autentici nubifragi che hanno causato estesi allagamenti. Anche la principale città costiera dell’estremo est della Russia asiatica, Vladivostok, è stata allagata dalle forti piogge legate al rapido passaggio di “Sanba”, che poi è stato assorbito dai resti di una latente goccia fredda insistente sull’est della Russia asiatica. Queste particolari traiettorie sono state impresse dall’azione di un robusto anticiclone sub-tropicale permanente che ha centrato i propri massimi barici al suolo, e di geopotenziale in quota, ad est dell’arcipelago delle isole Marianne, nel Pacifico occidentale. Questa cellula anticiclonica, quest’anno, a differenza degli anni passati, è risultata piuttosto intensa, con un ottima strutturazione anche nell’alta troposfera, riuscendo ad “incanalare” tutti i tifoni e le tempeste tropicali, nate sopra il mar delle Filippine, su specifiche rotte, verso nord, fino alle alte latitudini del Pacifico nord-occidentale. Al contempo, sul mare delle Filippine, si sta formando una nuova tempesta tropicale, alimentata da una intensa attività convettiva centrale che produce continui “Cluster”. Nelle prossime ore il sistema tropicale dovrebbe intensificarsi ulteriormente, rischiando di divenire un tifone di 1^ categoria non appena la perturbazione tropicale comincerà a ergersi di latitudine, dove l’effetto di “Coriolis” (prodotto dalla rotazione terrestre) si fa sempre più forte. Al momento non dovrebbe rappresentare un pericolo per le terre emerse, rimanendo ancorato sopra le calde acque del mar delle Filippine.