Cogne, i Prati di Sant’Orso diventano “Meraviglia Italiana”

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    Finalmente un primo riconoscimento è arrivato, il 20 dicembre a Roma, la Prateria Alpina, fra le più estese e in quota di tutte le Alpi, entra a far parte delle Meraviglie Italiane (scheda). Questi sono i celebri Prati di Sant’Orso di Cogne, cari agli abitanti e a tanti amanti della montagna.  Il Comune di Cogne aveva lanciato la candidatura nel progetto Italia 150, partito nel 2011 con le celebrazioni del cento-cinquantenario della nascita del nostro Paese. Il progetto “Meraviglie d’italia” è nato dal Forum Nazionale Giovani ed è stato patrocinato dalle Regioni, dal Ministero della Gioventù, dalla Camera dei Deputati e dal Ministero dei Beni Culturali e prevedeva una serie di candidature di siti paesaggistici, beni culturali e manifestazioni tradizionali. Dunque un importante riconoscimento per la località ai piedi del Gran Paradiso (4.061 metri sul livello del mare), all’interno dell’omonimo Parco Nazionale. Dei Prati di Sant’Orso ce ne eravamo già occupati circa un anno e mezzo fa, quando per alcuni pasticci burocratici l’incolumità della prateria poteva essere in qualche modo intaccata (vedi articolo) . Le polemiche furono molte, sia fra gli abitanti che fra i tanti turisti, e la paura di perdere questo angolo di paradiso era arrivata fino ai media nazionali. Oggi finalmente questo riconoscimento che è una prima presa di coscienza verso l’importanza della protezione di uno paesaggi più suggestivi delle Alpi. Nel frattempo anche il pasticcio burocratico sembra sia stato sistemato e all’interno del nuovo Piano Regolatore Comunale è previsto che questa prateria rimanga esclusivamente ad uso agricolo.  Sicuramente però il passo più maturo, ma per molti un pò “fastidioso”, sarebbe l’inclusione di questa porzione di territorio all’interno del Parco Nazionale Gran Paradiso. Purtroppo ancora oggi un Parco Nazionale, in tutta Italia, viene visto come un freno allo sviluppo e non come un volano per il turismo sostenibile. Bisogna anche dire che in passato il muro contro muro fra Enti Parco (= Stato) e comunità locali non è stato idilliaco, ma oggi è giusto prendere nuove strade di condivisione. Il paradosso, che già sollevammo un anno fa, era dovuto al fatto che il confine del Parco Nazionale finisse dove inizia questa prateria di 55 ettari. Teoricamente sarebbe proprio i Parchi (ma non solo ovviamente) a  svolgere questo compito di protezione ed è interessante leggere proprio nella Mission dell’Ente Parco questa frase : Il Parco Nazionale Gran Paradiso è un’area protetta istituita dallo Stato al fine di conservare per le generazioni presenti e future gli ecosistemi di rilievo internazionale e nazionale delle valli attorno al massiccio del Gran Paradiso. Dunque oggi,  dopo questo riconoscimento a livello nazionale, risulta ancora più lecito porsi la questione. Sicuramente l’allargamento di un area protetta non è un iter molto semplice, ma oltre alla difficoltà burocratica, il tutto è importante che passi per una condivisione dal basso e cioè dalle comunità locali, fino agli enti locali coinvolti (Amministrazioni Comunali, Provinciali, Regionali). Purtroppo negli anni scorsi si è addirittura assistito ad un inversione di tendenza e cioè al restringimento di alcune aree protette e proprio del caso del Parco Nazionale d’Aspromonte avevamo trattato (vedi articolo). Sarebbe dunque oggi opportuno cambiare rotta nella protezione del nostro Paese e iniziare un cammino di inversione di tendenza che non apporti continui tagli alla protezione dell’ambiente. Tornando ai Prati di Sant’Orso ci sono anche altri passi intermedi di protezione da percorrere e cioè quelli di inserire queste aree nella Rete Natura 2000, la rete europea delle aree protette con i Siti di Interesse Comunitario (SIC), per il quale lo stesso Comune di Cogne è già coperto oggi per 95% del territorio. Ovvio evincere come questa porzione delle Alpi presenti caratteristiche molto peculiari e ovviamente da preservare. Di queste aree protette europee la competenza sarebbe invece delle Regioni (almeno per la Valle d’Aosta), le quali già tempo fa  hanno elencato i siti di interesse comunitario, ma non c’è traccia di questa prateria. Ovviamente anche qui la condivisione e la spinta debbono partire dalle comunità locali, perchè si sa che imporre dall’alto non ha mai giovato. Dunque le vie per un riconoscimento, anche a livello formale di massima protezione ci sono, dunque l’auspicio che questo primo riconoscimento sia solo un passo verso nuovi e più alti traguardi, affinchè anche i bambini di domani possano far volare i propri aquiloni fra le brezze che spirano dal Gran Paradiso e dal Monte Bianco. (Foto pagina Facebook Comune di Cogne, Meraviglie Italiane, Google Map)

     

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