Ambiente, “tornare al rapporto De Marchi”: consigli sulla tutela del territorio disattesi da 40 anni

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Tornare al ‘rapporto De Marchi’ per affrontare una seria pianificazione che consenta di discutere sia la prevenzione dei disastri ambientali che per ‘rivoluzionare’ l’approccio urbanistico all’ambiente. E’ questa la ratio che anima il convegno ‘Pianificazione territoriale e difesa del suolo. Quarant’anni dopo la relazione De Marchi’ che si e’ tenuto oggi a Riomaggiore, nelle Cinque Terre, a pochi passi dalla frana che ha interrotto la Via dell’Amore ancora sotto sequestro. Gli atti di quella Commissione, suddivisi in cinque volumi di oltre 2.800 pagine rappresentano un’opera memorabile, anche se rimasta sulla carta, per l’accuratezza delle rilevazioni, interessanti tutto il territorio italiano, e la bonta’ delle soluzioni proposte. Il primo volume, pubblicato a Roma nel 1970, contiene la relazione conclusiva di de Marchi nella quale, dopo un cenno alla suddivisione dei compiti ed una breve cronistoria dell’attivita’ della Commissione, sono descritte le opere studiate per ridurre al minimo le probabilita’ del verificarsi di disastri di origine idrogeologica. Un’opera che avrebbe potuto diventare essenziale per la prevenzione e la ‘cura’ del fragilissimo territorio italiano, un’opera dimenticata cui oggi e’ dedicato il convegno organizzato da Vi@neva, l’associazione di cittadini di Riomaggiore, nelle Cinque Terre. ”Per questo abbiamo recuperato i volumi della Commissione al Poligrafico dello Stato e ne abbiamo fatto copia anastatica – ha detto Maurizio Tira, docente di ingegneria ambientale all’universita’ di Brescia -. Quel rapporto e’ stato uno dei piu’ completi di analisi sul territorio italiano, era molto articolato e si e’ occupato di tutti gli aspetti della difesa del suolo, facendo una ‘fotografia’ del territorio con la segnalazione di tutte le zone di alluvionamento, frane ed erosione delle coste”. Manca, secondo gli esperti intervenuti oggi al convegno, ”la volonta’ politica di mettere risorse su questo argomento, si sono smantellati servizi come il Genio Civile e il genio Forestale che gia’ allora De Marchi chiedeva venissero mantenuti e rafforzati”. La frana sulla via dell’Amore, che nel settembre 2012 feri’ alcune turiste italiane e che ha provocato la chiusura del camminamento a picco sul mare, e’ li’ a ricordare se ce ne fosse bisogno quanto sia incontestabilmente fragile il territorio. A qualche chilometro di distanza, le esondazioni dei torrenti di Borghetto Val di Vara e Brugnato, che durante l’alluvione del 2011 hanno mietuto una decina di vittime, e la piena del rio Fereggiano che a Genova uccise sei persone, sottolineano la necessita’ della programmazione. Perche’ e’ vero che la natura si riprende quello che l’uomo le toglie. ”D’altra parte – ha detto Tira – la natura vive di equilibrio mentre l’uomo pretende di avere sempre di piu’. E quando lo squilibrio diventa eccessivo, la natura si mette d’impegno per riprendersi cioe’ che e’ suo”.

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