Batteri e funghi numerosi in atmosfera: potrebbero avere un forte impatto sul clima

MeteoWeb
Atmosfera

Batteri e funghi sono microrganismi numerosi tra gli 8 e i 14 chilometri dal suolo e potrebbero avere un forte impatto sulla formazione di nubi e sul clima. A scoprirlo è uno studio pubblicato sulla rivista dell’Accademia di Scienze degli Stati Uniti (Pnas) e coordinato da Natasha DeLeon-Rodriguez del Georgia Institute of Technology, ad Atlanta. Se le comunità di microrganismi vengano trasportate solo temporaneamente in alta quota dai venti non è ancora chiaro, ma se vivono normalmente in questa porzione di atmosfera, potrebbero nutrirsi dei composti di carbonio onnipresenti nell’atmosfera, come l’acido ossalico. In ogni caso la scoperta è interessante perchè i microrganismi potrebbero svolgere un ruolo nella formazione di ghiaccio e nubi e quindi possono avere un impatto sul clima. Il trasporto a lunga distanza dei batteri potrebbe essere, inoltre, di interesse per i modelli di trasmissione di malattie. ”In assenza di polvere o altri materiali che potrebbero fornire un buon nucleo intorno al quale si iniziano ad aggregare i cristalli di ghiaccio, a queste altezze anche un piccolo numero di microrganismi potrebbe facilitare la formazione di ghiaccio e attirare l’umidità circostante” ha osservato uno degli autori, Athanasios Nenes del Georgia Institute of Technology. ”Se i microrganismi hanno la dimensione giusta per innescare la formazione di ghiaccio – ha aggiunto – potrebbero influenzare la formazione di nubi nell’area che li circonda”. I ricercatori hanno analizzato campioni raccolti nella parte superiore della troposfera durante un programma della Nasa chiamato ‘Genesis and Rapid Intensification Processes’. A bordo di un aereo che ha volato sia sugli oceani sia sulle aree continentali, un sistema di filtri ha raccolto dall’area esterna particelle e microrganismi. I campioni sono stati raccolti sia nelle masse d’ara nuvolose, sia nelle masse d’aria senza nuvole, prima, durante, e dopo due grandi uragani tropicali Earl e Karl del 2010. Il materiale raccolto e’ stato esaminato anche con tecniche di sequenziamento genetico che hanno permesso di individuare i microrganismi e stimare le quantità. Dall’analisi è emerso che i campioni contenevano numerose cellule batteriche e fungine. Sono stati individuati 17 gruppi diversi di batteri, tra cui alcuni in grado di metabolizzare l’acido ossalico. I batteri rilevati nei campioni rappresentano il 20% delle particelle che in precedenza si pensava fossero sale marino o polvere. E’ stato scoperto, inoltre, che le comunità batteriche significativamente diverse caratterizzavano i campioni relativi ai due uragani, suggerendo che tali eventi atmosferici possono trasportare i microrganismi su vaste distante continentali.

Condividi