Non si arresta la forte ondata di calore che da oltre una settimana sta interessando i territori australiani e la più fresca e ventilate isola di Tasmania, devastata da grossi incendi alimentati dai venti intensi da O-SO e Ovest, che lambiscono pure i 60-70 km/h nelle aree maggiormente esposte. Nei giorni scorsi più di 50.000 ettari di boschi e terreni agricoli sono stati bruciati in tutta la Tasmania meridionale. Ma gli incendi stanno divampando anche negli stati australiani del Nuovo Galles del Sud e di Victoria, a causa dei torridi venti da N-NO e da Nord che provengono dall’entroterra desertico interno dell’Australia centro-orientale, scavalcando i rilievi della Catena Divisoria. Ma la portata di questa terribile ondata di calore viene evidenziata dai valori della temperatura media registrati nelle singole stazioni sinottiche del continente australe. Dall’analisi di questi fuori è uscito fuori che quella di lunedì 7 Gennaio 2013 è stata la giornata più calda in tutta la storia climatica australiana. Indice di una notevole estensione dell’avvezione calda partorita sopra gli arroventati deserti dell’entroterra, ben surriscaldati dalla fortissima insolazione diurna, che proprio in questo periodo dell’anno raggiunge la sua massima intensità.
Secondo l’Australian Bureau of Meteorology la temperatura media calcolata su tutta l’Australia, nella giornata di lunedì 7 Gennaio 2013, è stata di ben +40.3°C. Un dato incredibile che riesce ad eclissare il precedente record di caldo di temperatura media in tutta l’Australia, +40.2°C, archiviato il 21 Dicembre 1972. Fino ad ora, in 103 anni di rilevazioni di dati meteorologici, nessuna ondata di caldo che ha colpito i territori australiani aveva raggiunto una simile intensità per estensione (sul territorio), forza e durata nel tempo. Tre parametri fondamentali che confermano l’eccezionalità di questo evento atmosferico. Ancora più rilevante è il dato della media delle temperature massime in tutto continente, superiore alla soglia dei +39°C per oltre sei giorni consecutivi, dal 2 al 7 Gennaio. Nella città di Alice Springs, ubicata nel cuore dell’arido entroterra desertico australiano, si è verificato il più lungo numero consecutivo di giornate con temperature largamente superiori ai +42°C all’ombra. Temperature molto elevate, al di sopra dei +40°C +42°C, si sono raggiunte anche lungo le aree costiere del Nuovo Galles del Sud e dello stato di Victoria, dove il gran caldo è stato enfatizzato pure dai venti favonici in discesa dai rilievi della Grande Catena Divisoria.
Difatti, prima di raggiungere la costa sud-orientale australiana, le masse d’aria molto calde e secche aspirate dal torrido entroterra desertico interno sono costrette a superare i rilievi della Grande Catena Divisoria (che bordano le coste orientali australiane con cime che superano i 2000 metri) riversandosi come intense e calde raffiche di caduta verso la fascia costiera sud-orientale e le grandi città di Sydney e Melbourne, dove l’arrivo dei venti di caduta (definito con il nome di “Brickfielder”) è sempre accompagnato da un sostanziale rialzo delle temperature, anche dell’ordine di oltre i +10° +12° nel giro di poche ore, mentre il tasso dell’umidità relativa subisce un netto crollo, per la componente spiccatamente discendente (azione della “compressione adiabatica” indotta dallo scivolamento della massa d’aria calda tropicale dal versante sottovento della Grande Catena Divisoria) e l’origine desertica delle masse d’aria. Il gran caldo andrà avanti fino alle prossime 24 ore, con temperature molto elevate nei territori interni dell’Australia centro-meridionale, dove localmente la colonnina di mercurio varcherà la soglia dei +46°C +47°C, con probabili picchi di +48°C all’ombra in pieno deserto, soprattutto nelle depressioni del deserto di Simpson e nel deserto di Gibson.
In qualche punto si potranno avvicinare pure i fatidici +50.0°C, soglia estrema che nella storia australiana e dell’emisfero australe è stata raggiunta solo due volte : nelle caldissime estati del 1960 e del 1998. Tutte aree per fortuna quasi disabitate. Sulle zone costiere dell’Australia meridionale e orientale invece la gran calura andrà sensibilmente ad attenuarsi già da domani, grazie all’intensificazione delle “Westerlies” sull’oceano Indiano meridionale, le quali tenderanno a convogliare diversi sistemi frontali e delle circolazioni depressionarie pronte a muoversi a sud delle coste meridionali australiane. L’isola di Tasmania sarà appena lambita da questi sistemi frontali, accompagnati da aria oceanica decisamente più fresca, con sostenuti venti occidentali, che contribuirà ad abbassare sensibilmente le temperature, portando pure qualche pioggia sparsa, specie sul settore occidentale dell’isola. Questi impulsi di aria fresca, in arrivo dalle latitudini medie dell’oceano Indiano meridionale, riusciranno ad erodere le propaggini più orientali e meridionali del potente anticiclone sub-tropicale australiano, ben collaudato in quota da massimi di geopotenziale che superano pure i 590 Dam. Di tutta risposta l’anticiclone sub-tropicale australiano arretrerà con i propri elementi in quota sull’entroterra desertico australiano, dove si isolerà un enorme bolla di aria molto calda e secca, caratterizzata da isoterme superiori ai +30°C +32°C alla quota di 850 hpa. Sempre nel weekend le coste australiane occidentali, nel tratto compreso fra Onslow e Coral Bay, rischiano di essere lambite dal ciclone tropicale “Narelle” che potrebbe scaricare delle piogge degne di nota, con una intensa ventilazione settentrionale e un moto ondoso sostenuto su tutta l’area.