Nuovo sciame sismico sull’isola di El Hierro, nell’arcipelago delle Canarie

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Credit: Volcano Discovery

Torna a far parlare di sé l’isola spagnola di El Hierro, la più piccola e la più sud-occidentale di tutto l’arcipelago delle Isole Canarie (una comunità autonoma della Spagna), nell’Oceano Atlantico, al largo delle coste dell’Africa. Il 31 Dicembre è cominciato un nuovo sciame sismico con ipocentro a 15-20 chilometri di profondità, le cui fratture, secondo Volcano Discovery, sembrano propagarsi verso est. L’ultimo giorno dell’anno sono stati registrati 57 terremoti di magnitudo compresa tra 1,4 e 2,4, mentre nella giornata del 1 Gennaio il numero è sceso a 43, ma con magnitudo sino a 2,6.  Dallo scorso 17 Luglio, l’isola ha mostrato un grande aumento dell’attività sismica, alternata a periodi di quiete. Tra le 4:15 e le 4:20 del 10 Ottobre 2011, lo sciame sismico cambiò comportamento, producendo un tremore armonico. Lo stesso giorno furono osservate macchie di colore pallido e maleodoranti al largo della costa, con interi branchi di pesci morti. Cominciò in quel periodo una piccola eruzione sottomarina, che raggiunsse, negli episodi più forti,  i 15 metri al di sopra della superfice dell’acqua. Nel mese di Novembre furono evacuate per la seconda volta 600 residenti del villaggio del villaggio di “La Restinga”. Il 25 Novembre l’eruzione era ancora in corso, con bollicine freatiche emergenti. Il vulcano principale dell’isola, il Tanganasoga, subì una rapida inflazione e l’aumento di anidride carbonica nelle emissioni di gas erano motivo di preoccupazione. Il 27 novembre la guardia costiera raccolse alcune classi di pomice, comunemente soprannominate “bombe di lava fluttuanti” o “palloni di lava”, espulse dall’eruzione sottomarina e che galleggiavano sulla superficie prima di andare nuovamente a fondo. Nei giorni seguenti, tre navi scientifiche studiarono l’area sismica: il Sarmiento da Gamboa (rilievi batimetrici, gravità e mappatura sismica), il Ramon Margalef (batimetria, campionamento dei sedimenti e acquisizione di ecogrammi della colonna d’acqua), e il De Cornide Saavedra (evoluzione fisica e chimica del vulcano).

Macchie maleodoranti sulla superficie marina

La profondità del vulcano, stimata inizialmente a 60 metri, è sata poi collocata a circa 150-180 metri sotto la superficie. Entro la fine di febbraio 2012 la profondità del punto più alto è stata stimata in 100 m sotto il livello del mare. Il 21 dicembre 2011 è stato suggerito che l’eruzione fosse in esaurimento, con tremori armonici e terremoti in diminuzione nella frequenza, tuttavia, ai primi di gennaio 2012, i terremoti sono stati sempre più frequenti e la zona dell’eruzione sembrava essere più estesa. Entro la fine di febbraio 2012 è stata notata una diminuzione della sismicità, della deformazione del suolo e un minor rilascio di gas. Nella prima decade di Marzo le autorità di El Hierro hanno dichiarato la fine dell’eruzione, tra le polemiche di alcuni vulcanologi. Nel corso del 2012 si è registrato un numero record di terremoti, di cui 240 nella sola giornata del 26 Giugno. Tutti gli eventi tellurici misuravano magnitudo compresa tra 2 e 3, tutti rilevati a 18-20 chilometri di profondità. A metà Settembre 2012 si è notato un nuovo aumento dell’attività. Ora, il nuovo sciame sismico.

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