L’Appennino settentrionale fa il pieno di neve, letteralmente sommerso il Mugello e i rilievi attigui

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Ecco uno scatto dal Mugello letteralmente sommerso dalla neve. Si ringrazia Luca Corsi per la foto

Alla fine l’inverno è riuscito a chiudere con il botto, ammantando di neve l’intero Appennino settentrionale, dopo giorni di continue precipitazione, con temperature negative e zero termico sceso fino a quote pianeggianti, grazie alle stesse precipitazioni. Come previsto i rilievi liguri, ma ancor di più quelli di Emilia, Romagna e Toscana hanno fatto veramente il pieno di neve fresca, con apporti localmente molto consistenti che hanno superato abbondantemente il metro di altezza a neanche 800-1000 metri di altezza. In alcune aree, come fra il pistoiese e il fiorentino, non si vedeva cosi tanta neve, accumulata tutta di un botto in un paio di giorni, da diversi anni. Su tutti spicca l’area del Mugello, sopra Firenze, che è stata letteralmente sommersa dopo giorni di fitte nevicate, enfatizzate dall’umida ventilazione sud-occidentale pilotata dalla circolazione depressionaria isolata fra la Corsica e l’alto Tirreno, con un minimo barico al suolo abbastanza profondo. Il fattore orografico, che ha costretto le masse d’aria abbastanza umide e fredde a sollevarsi bruscamente verso l’alto raggiungendo la saturazione, ha contributo notevolmente ad enfatizzare le precipitazioni, rendendole più intense e persistenti del previste, in modo tale da coprire di bianco, fin dalle quote pianeggianti.

In diversi comuni e frazioni del Mugello gli accumuli nevosi, dopo circa 4-5 giorni di rovesci nevosi e nevicate giunte fin alle porte di Firenze, hanno abbondantemente superato i 50-60 cm a quote collinari. Al di sopra dei 600 metri di altezza il manto nevoso diviene molto consistente, arrivando a toccare il metro di spessore. L’Abetone è stato sommerso, come non si vedeva da diverso tempo. E’ caduta tanta di quella neve che ha provocato l’interruzione di diverse strade, specie nei tratti montani ormai irraggiungibili, se non con mezzi speciali, come il “gatto delle nevi”. I maggiori accumuli si sono registrati proprio nell’area compresa tra Serravalle, Fondi di Cercina e S.Iacopo da Ceppeto, dove si sono registrate le precipitazioni più abbondanti che hanno dispensato degli accumuli di tutto rispetto. In zona molte strade secondarie restano bloccate ed impercorribili per gli alberi caduti sotto il peso della neve. Bisogna sottolineare come in quasi tutto il Mugello sia caduta la stessa quantità di neve fresca, specie al confine fra le province di Firenze e Prato. In molte di queste località non si vedeva cosi tanta neve dal Gennaio del 1985, quando nei primi 15 giorni del mese caddero più di 85 cm, mentre in montagna la neve si contava ormai a metrate.

Ma anche i rilievi emiliani e del basso Piemonte hanno fatto il pieno, riempendosi fin dalla pianura e dalle aree pedemontane, con importanti risvolti positivi. “Con le nevicate di questi giorni, prosegue il lento recupero delle riserve idriche dell’Emilia Romagna, messe a dura prova dalla eccezionale siccita’ della scorsa estate” spiega infatti la Coldiretti regionale, ricordando che, oltre alla neve di febbraio, a rifornire d’acqua le falde sono state le piogge del mese di gennaio che, secondo dati Arpa (Agenzia regionale Prevenzione e Ambiente), è stato tra i più piovosi degli ultime trent’anni. “L’arrivo della neve, purche’ non superi i limiti stagionali, come avvenne con le disastrose nevicate del 2012 – prosegue Coldiretti – puo’ incentivare il recupero delle risorse idriche e favorire la produzione cerealicola, secondo il vecchio adagio ‘sotto la neve, pane’”. “Gia’ l’anno scorso – rimarca l’associazione – nella pianura e nelle colline romagnole della grande nevicata, si e’ avuto un aumento della produzione di grano attorno al 15-20 per cento, aumento purtroppo oscurato dai disastri che le abbondanti nevicate provocarono a strutture aziendali e impianti di frutta e ulivo. Per le nevicate di questi giorni, l’unica preoccupazione conclude Coldirerri “ è il rischio di gelate che possono colpire gli ortaggi di stagione, come cavoli, verze, cicorie, carciofi, radicchio e broccoli”. Intanto per far fronte alle nuove nevicate in corso anche oggi su quasi tutta la regione, gli agricoltori di Coldiretti sono già stati mobilitati con circa 1000 trattori per togliere la neve dalle strade. Oltre alle zone montane più interne e isolate, i trattori assicurano la circolazione anche nei centri urbani.

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