L’inquinamento eccezionale sulla Cina, che ha colpito in particolare Pechino, si muove sempre piu’ verso oriente e minaccia il Giappone con il temuto carico di pm 2,5, le particelle dannose alla salute e ritenute tra le cause di malattie come il cancro ai polmoni. Le simulazioni al computer, secondo i media locali, mostrano che le particelle pericolose, gia’ in considerevole aumento, potrebbero arrivare almeno a 40 microgrammi per metro cubo e dare vita allo smog nelle aree piu’ a occidente dell’arcipelago, tra cui Nagasaki e Fukuoka. Toshimasa Ohara, a capo del Centro per la ricerca ambientale regionale, ha detto che i livelli di inquinamento attesi per ‘l’effetto Pechino’ sono molto bassi rispetto ai dati cinesi che, ad esempio, possono schizzare molto facilmente nella capitale a diverse centinaia di microgrammi di pm 2,5. Il livello di 40, tuttavia, e’ pressoche’ il doppio dei valori segnati in media nel Sol Levante in questa parte dell’anno e comunque superiore al livello di 25 microgrammi fissato dall’Organizzazione mondiale della sanita’. Il governo e’ intervenuto sulla vicenda con il vicecapo di gabinetto, Katsunobu Kato, che ha assicurato sul fatto che i valori riscontrati ”non costituiscono problemi”, aggiungendo che il ministero dell’Ambiente avrebbe continuato a seguire la vicenda con estrema attenzione”.