La città di Messina negli ultimi due mesi si scopre nuovamente uno dei punti più piovosi d’Italia, ma non solo, per le località ubicate a livello del mare. Dopo un estate e un avvio autunnale abbastanza secchi, con medie pluviometriche nettamente sottomedia su gran parte del territorio comunale, da Dicembre sulla città peloritana si è assistito ad un netto cambiamento del ruolino di marcia. In meno di una settimana, tra la prima e la seconda decade di Dicembre, sono caduti ben 190-200 mm di pioggia, con apporti localmente superiori lungo la dorsale nord dei monti Peloritani ed in alcune vallate interne, esposte sul versante tirrenico. Le abbondanti piogge di Dicembre hanno permesso di colmare buona parte del deficit idrico accumulato tra l’estate e la prima parte della stagione autunnale, risultata fra le più calde di sempre per la storia della climatologia della città peloritana. Ciò è stato possibile grazie ai continui affondi perturbati fino al cuore del bacino centrale del Mediterraneo (quest’anno abbiamo notato la propensione delle saccature artiche e nord-oceaniche di protendere il proprio asse verso i mari che circondano la Sardegna ed il Tirreno) hanno agevolato lo sviluppo di giovani ciclogenesi e sistemi frontali ben organizzati che hanno investito a più riprese, con il loro carico precipitativo, l’area dello Stretto di Messina (in particolare la sponda messinese aperta alle masse d’aria umide marittime dal Tirreno e soggetta allo “stau” dei monti Peloritani), scaricando frequenti piogge e brevi ma intensi fenomeni temporaleschi, accompagnati da grandinate e fitte gragnolate fino a livello del mare (basta ricordare gli episodi di inizio Dicembre e metà Gennaio quando la stessa città fu imbiancata).
Dopo le abbondantissime piogge di Gennaio e d’inizio Febbraio la media parziale si è notevolmente incrementata. Con le ultime piogge registrate in questa settimana la media parziale è riuscita a sfondare l’incredibile valore dei 600 mm, un quantitativo che vale più della metà della media pluviometrica annuale della città dello Stretto. In poco meno di tre mesi sarebbe caduta oltre la metà della media pluviometrica annua. In pratica, negli ultimi 77 giorni, su Messina sarebbero caduti circa 620 mm di pioggia (circa 8 mm al giorno in città). Si tratta di un valore veramente eccezionale anche per una delle città marittime più piovose d’Italia. Un parziale di ben 620 mm in poco più di due mesi è veramente un valore eccezionale, al di sopra di ogni previsione. E’ vero che negli ultimi 5-6 anni, ad esclusione del 2012, Messina ha registrato importanti surplus idrici, chiudendo spesso con medie annuali ben superiori ai 1000-1100 mm. Ma un apporto parziale di ben 620 mm in 77 giorni va ben oltre. Purtroppo tutta quest’acqua, seppur razionata nel tempo, ha accresciuto notevoli stress idrogeologici lungo la dorsale dei monti Peloritani, già fortemente vulnerata negli anni scorsi dagli eccezionali eventi precipitativi che hanno contraddistinto annate come il 2007, 2008, 2009, 2010 e 2011.
Va anche considerato che i Peloritani sono delle montagne molto giovani, di recente formazione, per questo sono già soggette ad intensi fenomeni di erosione naturale, ben visibili ad occhio nudo, che ne modellano di continuo l’aspetto. Non è un caso se in questi giorni frane e smottamenti, anche di notevoli dimensioni, sono tornati a mietere paura tra i sobborghi collinari messinesi. Si pensi alla frana che ha interessato la strada provinciale che collega il paese di Larderia con la S.S. 114 o al cedimento di un costone roccioso sovrastante l’abitato di Camaro Superiore (per questo tre famiglie sono state evacuate dalle loro abitazioni). Le ripercussioni di questi intensi carichi precipitativi non si sono fatte attendere neppure in città, con i soliti allagamenti e i disagi alla circolazione stradale. Le abbondanti precipitazioni di queste ultime settimana hanno provocato anche la piena dei vari torrenti del centro peloritano. Questi hanno riversato in mare, lungo le rispettive foci, una ingente quantità di materiale detritico e sabbia che viene assorbita e sospinta dalle forti correnti di marea che agiscono lungo lo Stretto di Messina. Una parte del materiale sabbioso nei prossimi giorni si depositerà lungo i fondali dello Stretto sotto forma di sedimento, creando nuovi imponenti banchi di sabbia in profondità. L’altra invece sarà destinata a persistere per più giorni in prossimità della linea di costa, macchiando di giallo le limpide acque dello Stretto. A secondo del gioco esercitato dalle correnti che risalgono in continuazione lo stretto (Scendente e Montante) questa sabbia andrà pian piano a depositarsi a ridosso dei litorali, favorendo un lento ripascimento delle spiagge.