Si scalda il Sahel: primi +40°C nell’Africa sub-sahariana, primavera più vicina sul bacino del Mediterraneo?

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Marzo si avvicina, e con esso pure la stagione primaverile. In questo periodo dell’anno il sole comincia raggiungere lo “Zenit” (raggi solari perpendicolari sull’orizzonte durante le ore centrali del giorno) a ridosso dell’Africa equatoriale, determinando l’inizio della stagione calda che si afferma in primavera, fra l’Africa equatoriale e la vasta regione semi-desertica del Sahel. Il caldo già si avverte nelle aree continentali dell’Africa sub-sahariane, investite dai torridi e polverosi venti di “Harmattan” (che altro non è che il corrispondente dell’Aliseo di NE sull’area sahariana) messi in moto dal divario barico esistente fra l’anticiclone dinamico sahariano e le basse pressione termiche legate al “fronte di convergenza intertropicale, attestato nel tratto di oceano a sud del golfo di Guinea. La presenza di masse d’aria molto secche nei bassi strati, unito all’intenso soleggiamento diurno e alla totale serenità dei cieli, sta favorendo un forte riscaldamento di tutta la fascia sub-sahariana. Ma il gran caldo si riesce ad avvertire anche più a sud, tra Congo, Camerun e Repubblica Centrafricana, dove l’influenza del potente anticiclone dinamico sahariano, attestato con i propri massimi di geopotenziale in alta quota in pieno Sahel (con notevoli “Subsidenze” che contriscono a surriscaldare l’aria per “compressione adiabatica”), riesce a deumidificare l’atmosfera, contribuendo a far impennare i valori termici fino ad oltre i +38°C +40°C all’ombra in pieno giorno.

Nei giorni scorsi, per esempio, è stato superato il muro dei +43°C all’ombra nel nord della Nigeria, con molte città che sono andate vicine al proprio record di caldo, senza però riuscire ad eguagliarlo. Per pochi decimi sono stati sfiorati i record assoluti di caldo di Sokode e Lama Kara, in Togo, e quello di Dimbroko, in Costa d Avorio. Purtroppo il numero delle stazioni sinottiche presenti su un territorio cosi vasto, come quello dell’Africa sub-sahariana, è alquanto limitato, causa le esigue disponibilità economiche dei paesi africani e i continui conflitti, di natura interetnica e religiosa (inaspriti nel nord della Nigeria dopo la nascita della setta islamista di “Boko Haram”, associata ad Al Qaida), che da anni flagellano la regione a sud del Sahara. Ciò non ci permette di avere fra le mani dei dati omogeneamente distribuiti sul territorio che potrebbero far emergere persino dei record assoluti, in grado di compromettere i vecchi record nazionali assoluti di caldo. Scendendo più a sud, avvicinandoci all’equatore geografico, il gran caldo ha fatto sul serio pure nel Congo, li dove si colloca la più grande foresta pluviale del continente africano.

Nei giorni scorsi è stato attaccato il record nazionale del Congo, con i +39.0°C di Mpouya e  i +38.6°C di Impfondo, a soli 2 decimi dal record nazionale della nazione africana. Queste temperature cosi elevate sono state accompagnate da tassi dell’umidità relativa medio-alti che hanno reso la calura alquanto soffocante e insopportabile per le popolazioni locali, abituate a convivere con l’afa. Nei giorni scorsi sono stati sfiorati anche i record delle capitali della Repubblica Centroafricana e della Costa d’Avorio. Pure la capitale nigeriana Abuja si è avvicinata al suo rispettivo record assoluto di caldo. Lo stesso discorso vale per le principali città del Camerun e della Repubblica Democratica del Congo, dove sono stati superati ampiamente i +35°C +36°C. Intanto nei prossimi giorni, grazie al sole che raggiungerà lo “Zenit” all’altezza dell’equatore geografico e al costante soleggiamento diurno, oltre che al soffio continuo dei venti di “Harmattan”, che dal deserto del Sahara spirano in modo sostenuto (da NE e E-NE) fino al nord del Camerun, nord della Nigeria e Costa d’Avorio, le temperature tenderanno a salire progressivamente anche sul Sahel, dove si oltrepasserà il muro dei +40°C +42°C. Tale forte riscaldamento agevolerà l’isolamento, nei medi e bassi strati, di uno strato di aria molto calda e secca che stagnerà sopra le estese distese desertiche e semi-desertiche dell’Africa sub-sahariana e sul Sahara stesso. Sul nord Africa cominceranno a stazionare masse d’aria piuttosto calde, specie nei medi e bassi strati. Ciò significa che la stagione primaverile comincia, pian piano, a scaldare i motori, spingendo verso le medie latitudini masse d’aria sempre più calde, ma secche (sub-tropicali continentali), che entro le prossime settimane potranno affacciarsi sul bacino del Mediterraneo, generando le prime vere “scaldate” che caratterizzano i mesi di Marzo e Aprile. In pratica le future rimonte pre-frontali potranno usufruire di aria sempre più calda, già stagnante sopra il deserto del Sahara.

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